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Convalidato l’arresto di Impagnatiello: per il Pm non vi è stata premeditazione. La madre di Alessandro: “Mio figlio è un mostro”.

Milano, 3 Giu 2023 - Il gip di Milano Angela Minerva ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza, accoltellata più volte sabato sera scorso nel loro appartamento di Senago, nel Milanese. Il 30enne, reo confesso, è stato interrogato questa mattina nel carcere di San Vittore: risponde di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso. Esclusa l'aggravante della premeditazione dell'omicidio, contestata dalla procura, il gip ha invece riconosciuto le altre circostanze aggravanti da futili motivi, della crudeltà e del vincolo della convivenza."L'indagato ha riferito di aver agito senza un reale motivo perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare, menzionando tra l'altro, quale fonte di stress, non solo la gestione delle due ragazze ma anche il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro". Questo il motivo per cui la gip Laura Angela Minerva ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi.

Impagnatiello nell'interrogatorio con la gip ha corretto il tiro in merito alla dinamica dell'accoltellamento. Da quanto si è appreso l'uomo ha spiegato, rispondendo alle domande del giudice, che la ragazza, prima che lui la uccidesse, si era "involontariamente" ferita un braccio con il coltello da cucina che stava usando per tagliare dei pomodori. Quella sarebbe stata la "scintilla" che lo avrebbe portato a colpirla più volte all'altezza del collo.    

In precedenza Impagnatiello aveva detto che Giulia mentre era intenta a prepararsi la cena, gli avrebbe detto per lei la vita era diventata "pesante", dopo di che "ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia". "Lei si era inferta già qualche colpo all'altezza del collo e io, arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi". Una versione, questa, stamane ritrattata.

"Dopo che io ho mangiato una piadina, Giulia è andata in cucina per prepararsi la cena ed ha iniziato a tagliare dei pomodori. Io ero in sala. A quel punto Giulia ha riaperto la discussione dicendomi che la vita per lei era diventata pesante e non riusciva più a vivere". A quel punto il barman ha raccontato di aver colpito con un coltello da cucina al collo la giovane donna con in grembo il loro figlio. "Le ho dato due coltellate alla gola - ha raccontato agli inquirenti - ha tentato di divincolarsi, ma non riusciva, lo faceva in modo debole. Non ha nemmeno urlato. Erano all'incirca le 20.30, era a terra ho pensato: Come mi libero del corpo? E così l'ho portata in bagno e le ho dato fuoco nella vasca". "Giulia ha cercato di difendersi muovendosi e divincolandosi - ha aggiunto - ma in maniera debole. (...) Non ha urlato".

"L'unica forma di pentimento che abbia un senso è togliermi la vita". Sono le parole che ha ripetuto Impagnatiello al suo legale dopo aver confessato l'omicidio di Giulia. Parole che oggi il legale, l'avvocato Sebastiano Sartori, ha riferito uscendo da San Vittore al termine dell'interrogatorio di convalida del fermo nel quale il barman ha confessato l'omicidio "aggiungendo particolari che riguardano l'ultima fase dell'accoltellamento". E sempre durante l'interrogatorio in carcere davanti al Gip Laura Angela Minerva "Il barman ha negato la premeditazione e ha detto che ha fatto tutto da solo", ha concluso l'avvocato. 

Per i pubblici ministeri Alessia Menegazzo e Letizia Mannella il barman aveva già deciso di uccidere la 29enne prima che questa tornasse a casa come dimostrerebbero, fra i vari elementi raccolti dagli investigatori, le stringhe di ricerca sul web alle 19 di sera di sabato 27 maggio con le parole-chiavi "ceramica bruciata vasca".

L'interrogatorio è durato meno di un'ora, il tempo di confermare quanto ha confessato, aggiungendo particolari dell'omicidio. Il difensore ha negato che il suo assistito sabato sera, quando ha ucciso Giulia, fosse sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.

L'avvocato ha inoltre spiegato che al momento non ha chiesto alcun trasferimento del 30enne in qualche struttura psichiatrica o sanitaria in quanto Impagnatiello "può stare in carcere" ma che ha intenzione di "approfondire alcuni aspetti". E alla domanda se abbia timore di qualche gesto inconsulto, ha risposto "sono sereno, sono bravi e hanno trovato una giusta soluzione", riferendosi alle condizioni di detenzione.

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