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Vertice Xi – Per il ricercato criminale di guerra, ladro di bambini, Putin un risultato magro: intese economiche e Pax cinese, “interessi convergenti ma non è un’alleanza”.

Mosca, 22 Mar 2023 - Si conclude il vertice tra il presidente russo Putin e il leader cinese Xi Jinping, con quest'ultimo che sembra aver acquisito una disponibilità da parte del suo omologo russo ad avviare "al più presto possibile" un dialogo per porre termine alla guerra in Ucraina, partendo dal "Position paper" in 12 punti presentato recentemente da Pechino per la soluzione della crisi.

I due Paesi hanno poi firmato 14 accordi incentrati principalmente sulla collaborazione economica e stretto legami ancora più intensi di quelli già in essere, un'intesa che sembra aumentare la contrapposizione con gli Usa e i suoi alleati occidentali.

Al termine del faccia a faccia con il presidente russo, Xi Jinping ha ribadito che "la Cina è favorevole alla pace e al dialogo" come forma per trovare una soluzione alla crisi, e soprattutto che "le relazioni tra Russia e Cina non rappresentano un'alleanza politico-militare, non sono di natura da blocco e conflittuale né sono dirette contro Paesi terzi". Secondo gli analisti esperti in equilibrismi cinesi, si può dedurre da queste parole che Pechino ha posto a Putin l'esigenza di avviare trattative di pace per risolvere il conflitto scatenato contro l'Ucraina.

Si potrebbe trattare di un passaggio sostanzialmente scontato, e dal canto suo il presidente ucraino Zelensky ha detto di aver "invitato" la Cina al dialogo e di "aspettare una risposta". "Abbiamo offerto alla Cina di diventare un partner nell'attuazione della formula di pace. Abbiamo trasmesso la nostra formula su tutti i canali. Vi invitiamo al dialogo. Aspettiamo la vostra risposta", ha detto Zelensky in una conferenza stampa, aggiungendo di "ricevere segnali, ma niente di concreto" in questa fase.

Putin, sulle richieste di trattative per la pace, ha tentato di mettere le mani avanti dichiarando che è Kiev a non volere attuare il piano di pace cinese, per poi però "ribadire il suo impegno per la ripresa dei colloqui di pace il prima possibile" cosa che la Cina ha subito dichiarato di apprezzare. Nelle prossime ore, se ci sarà l'incontro di Xi Jinping in video conferenza con Zelensky, si capirà che spiragli ci possano essere per una trattativa che si preannuncia difficilissima, ma non impossibile.

La due giorni di Xi a Mosca, sembra comunque essere stata molto fruttuosa sul piano bilaterale. Di fatto, Pechino ha raccolto l'interessamento di Putin alla sua "Iniziativa per una civiltà globale" che punta a dettare le regole di base del governo mondiale, un sostegno "forte" al principio dell'Unica Cina e al diritto di Pechino di difendere quella che considera la sua integrità territoriale, nonché un allargamento della partnership strategica ed economica Mosca-Pechino in un momento di conflitto economico con l'Occidente e di polarizzazione nella stessa regione dell'Asia orientale.

Sono interessi convergenti, quelli di Mosca e Pechino. Come nel caso del gas: Putin ha bisogno di riorientare il più possibile verso est il prodotto che prima andava verso l'Europa, la Cina di garantirsi l'approvvigionamento anche alla luce dell'instabilità nei mari attraverso i quali solitamente arrivano le sue risorse energetiche. Non a caso, i due presidenti hanno ordinato di arrivare "il prima possibile" alla firma dell'accordo per il gasdotto Power of Siberia 2, che deve portare il gas russo nel sistema di distribuzione cinese, passando per la Mongolia, con la quale è stato raggiunto un accordo di transito.

Putin: “Russia costretta a reagire” se verranno fornite munizioni ad uranio impoverito all'Ucraina

Per il resto si segnala la presa di posizione dura di Putin riguardo la possibilità che dal Regno Unito vengano fornite munizioni con uranio impoverito per i carri armati Challenger destinati all'Ucraina. Putin ha affermato che il suo Paese "sarà costretto a reagire". Il presidente russo ha anche dichiarato che "l'Occidente ha deciso di combattere con la Russia fino all'ultimo ucraino, non a parole, ma con i fatti". Pertanto, la Russia "sarà costretta a reagire" quando l'Occidente collettivo "comincerà a usare armi con una componente nucleare".

Questo dopo che i due leader avevano affermato come non possano esserci vincitori in una guerra nucleare e quindi un conflitto di questo tipo non deve essere mai scatenato.

"La Cina non ha una posizione imparziale" e “finora non abbiamo sentito nulla da Putin e da Xi che ci induca a credere che la guerra in Ucraina finirà presto”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby. "Non penso che si possa ragionevolmente considerare la Cina come imparziale in alcun modo", ha attaccato John Kirby in un affollatissimo breafing. Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa ha anche evidenziato che dall'incontro tra lo 'zar' e il presidente cinese non sono uscite indicazioni che lascino sperare nella rapida conclusione del conflitto. 

La ventilata proposta di un cessate il fuoco, ha ribadito Kirby, non farebbe che "congelare la linea del fronte" ratificando le conquiste russe e dando a Putin "tempo e modo di riorganizzare le sue forze militari", in crisi di mezzi, munizioni e morale. A mettere in discussione l'imparzialità di Pechino inoltre è la fornitura da parte di alcune società cinesi di materiale ad uso duale (militare e civile) alla Russia, ha accusato Kirby. Rivelazioni confermate anche dal New York Times, secondo cui il Dragone ha venduto a Mosca droni e componenti per oltre 12 milioni di dollari dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.

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