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I sindacati bocciano la riforma del fisco: “Mobilitazione”. Il Governo: “Massimo dialogo”.

Roma, 15 Mar 2023 – L’accordo non c'è, non si è trovata l’intesas. Al momento i sindacati - Cgil Cisl e Uil - escono dal confronto con il governo con un no all'impianto della riforma sul fisco, un parere sfavorevole, sia nel merito che "nel metodo del confronto", mentre l'esecutivo si prepara a portare il disegno di legge delega - giovedì - in Consiglio dei ministri e continuerà il giro degli incontri con le parti sociali, iniziato con i confederali ieri, con le associazioni di impresa e categoria e degli ordini professionali, previsto oggi.

Punti dolenti del meeting di Palazzo Chigi, la "descrizione della legge delega, a 48 ore dal Consiglio dei ministri", lamenta la Cgil, che si dice in disaccordo anche nel merito della riforma: "Non siamo d'accordo né sulla riduzione delle tre aliquote, perché va a favorire i redditi alti e altissimi - così la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi - né sulla flat tax, che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione".

"Inadeguato", il confronto con il governo, anche per la Cisl, secondo la quale occorre "accelerare il confronto previdenza, pensioni, salute e sicurezza, non autosufficienza, rilancio degli investimenti, qualità e stabilità del lavoro". Così Luigi Sbarra, che si dice pronto a valutare, assieme alle altre sigle "iniziative di mobilitazione".

"Questa delega deve affrontare in via prioritaria una svolta epocale sulla lotta all'evasione, una lotta vera senza la quale non può esserci una vera riforma fiscale", dice la Uil, che entrando nel merito della riformulazione delle tre aliquote Irpef dice che l'esecutivo "non dà una risposta all'esigenza di taglio del cuneo fiscale, che dobbiamo tagliare di 5 punti adesso, non nell'arco della legislatura", così il segretario confederale Domenico Proietti.

"I rappresentanti dell'Esecutivo hanno assicurato alle sigle sindacali presenti massima apertura al dialogo e al confronto durante tutto l'iter parlamentare di approvazione della delega e dei successivi provvedimenti attuativi", così in una nota Palazzo Chigi, dopo l'incontro con Cgil Cisl Uil, nel comunicato si sottolinea "la volontà del Governo di arrivare a una Riforma il più possibile concreta e condivisa". Il Governo ribadisce l'intento della riforma volta a "semplificare gli adempimenti, favorire la collaborazione con il Fisco e incentivare il rientro dei capitali".

Nel progetto di legge oggetto dell'incontro, secondo il Governo, una "rivoluzione", a 50 anni dall'ultima riforma complessiva, che risale agli anni '70. In sintesi, nel provvedimento si passerà da 4 a 3 scaglioni Irpef, una graduale eliminazione dell'Irap, la Ires a due aliquote, un riordino dell'Iva. Ma nel provvedimento c'è anche una revisione delle agevolazioni fiscali, riduzione del contenzioso tra amministrazione e contribuenti ed "attrazione dei capitali esteri". Si tratta delle principali novità della riforma fiscale del governo Meloni, che arriveranno in Consiglio dei ministri giovedì.

Obiettivo di legislatura è la flat tax per tutti, passando attraverso l'estensione della cosiddetta “flat tax incrementale”, ai lavoratori dipendenti.

Due sono le ipotesi: 23%, 27% e 43%. Oppure 23%, 33% e 43%. Le risorse arriveranno, almeno in parte, dalla revisione delle agevolazioni, con una "forfetizzazione in base ai redditi", che lascerà - così il governo - intatte quelle sui mutui e sulle spese sanitarie. Per le imprese invece si passerà a due aliquote Ires, con una riduzione per i redditi destinati a investimenti e nuova occupazione a cui corrisponderà la razionalizzazione o eliminazione degli attuali crediti d'imposta.

Una delle altre misure - già promossa a pieni voti dalle imprese - è il graduale superamento dell'Irap (a partire della piccole società), condiviso da tutti. Commercianti e consumatori guardano invece soprattutto alla riorganizzazione delle aliquote Iva. La delega non esplicita in cosa consista ma il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha parlato di possibilità di aliquota zero (come è stato il caso dei vaccini Covid) per pane, pasta o latte.  Altro obiettivo è eliminare l'imposta di bollo - ipotecaria e catastale - ma anche i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie, che si vogliono sostituire con un tributo unico "eventualmente in misura fissa".

Per la riscossione l'obiettivo è un graduale superamento del ruolo e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate. Le sanzioni saranno riviste in caso di omessi versamenti non reiterati erese più proporzionali rispetto alle condotte contestate.

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