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Guerra in Ucraina: atrocità, accuse reciproche e rivelazioni sul caso Dugina.

Kiev, 7 Ott 2022 – Sono 225 giorni dall’inizio dell’invasione voluta dal dittatore, oggi 70enne, Putin. E oggi anche perseguito, assieme ai suoi generali, come criminale di guerra, viste le atrocità compiuto dalle armate russe dove sono stati padroni per poco tempo e poi fatti fuggire dall’eroico esercito ucraino che non hai mai perso la speranza di sopraffare l’invasore rimandalo vivo o morto a casa.

Ma ieri, in tutta questa carneficina, l’Ucraina ha visto la rivendicazione da parte di Kiev di un’avanzata per 55 chilometri nel territorio occupato dai russi nel Nord-Est, con la liberazione dal 21 settembre di 93 insediamenti e il controllo riconquistato di oltre 2.400 chilometri quadrati. Di essi, 400 si trovano nella regione di Kherson, ripresi in meno di una settimana, dopo che Mosca si è annessa illegalmente la regione. La risposta del Cremlino è stata un nuovo bombardamento di obiettivi civili, con tre vittime, a Zaporizhzhia, città ancora ucraina nell’area omonima sotto occupazione nemica.

Intanto, gli eurodeputati hanno votato per esortare i Paesi membri dell'Ue, in particolare quelli esitanti, e gli altri Stati che sostengono l'Ucraina ad aumentare l'assistenza militare, e a preparare risposte efficaci alla minaccia di attacchi nucleari da parte di Mosca, che però abbassa i toni su questo scenario. La Russia è "totalmente impegnata" a evitare che venga combattuto un conflitto atomico, ha detto infatti la solitamente agguerrita portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova.

Dall’altra, il Consiglio Ue ha adottato un nuovo pacchetto di sanzioni economiche e individuali contro la Federazione, l'ottavo dall'inizio dell’invasione. Le misure introducono nella legislazione comunitaria la base legale per stabilire un tetto di prezzo relativo al trasporto marittimo di petrolio russo verso Paesi terzi e ulteriori restrizioni alla movimentazione di greggio e prodotti petroliferi verso nazioni extra-Ue. Approvate anche limitazioni al commercio da e verso Mosca.

Le ultime ore hanno anche visto un intensificarsi di notizie e polemiche sugli atti criminali in guerra. Sono 534 i corpi di civili "uccisi dai russi" trovati finora nella parte della regione di Kharkiv liberata dalle forze di Kiev, secondo quanto riferito dal capo del dipartimento investigativo della polizia, Sergey Bolvinov. Metà delle vittime sarebbero donne, 19 i bambini trovati morti. Il bilancio tiene conto delle 447 salme recuperate nella fossa comune scoperta a Izyum. Il ritrovamento di altre “stanze della tortura” e di denti d’oro apparentemente sottratti ad abitanti della zona (vivi o morti) ha aumentato l’orrore e l’indignazione a livello internazionale.

Il presidente Zelensky, parlando in video alla riunione dell'Organizzazione degli Stati americani, ha denunciato la deportazione oltreconfine di oltre 1,6 milioni di suoi concittadini dall'inizio dei combattimenti. E da altre fonti si moltiplicano le storie di persone che sono passate attraverso il processo di "filtraggio" russo, durante il quale sono state interrogate, picchiate, torturate e sottoposte a pressioni psicologiche perché lasciassero il Paese. Un funzionario del governo di Mosca si è vantato sui media che 108 bambini ucraini siano stati adottati con la forza e abbiano ricevuto la cittadinanza russa.

Ma accuse arrivano anche a Kiev su due fronti. La prima e più recente riguarda l’uccisione con modalità terroristiche, lo scorso 20 agosto, di Darya Dugina, sotto sanzioni per la sua attività di disinformazione nazionalistica, figlia dell’ideologo conservatore russo Aleksandr Dugin. Le agenzie di intelligence statunitensi ritengono ora che elementi del governo ucraino abbiano approvato l'attacco vicino a Mosca, secondo quanto ha scritto il “New York Times”, citando funzionari Usa non identificati (una rivelazione “scomoda”, che non ha ancora un’interpretazione univoca). Gli Stati Uniti non avrebbero preso parte all'attacco, né fornito informazioni segrete. La Russia aveva subito incolpato i servizi nemici, identificando anche due persone, presunti autori dell’attentato con autobomba, poi fuggiti in Estonia. L'Ucraina ha sempre respinto le accuse, bollate come "propaganda”.

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