Roma, 2 Lug 2022 - Continua a salire la curva epidemica in Italia. Sono 84.700 i nuovi casi Covid nelle ultime 24 ore, contro gli 86.334 di ieri ma soprattutto i 56.386 di sabato scorso, un aumento su base settimanale del 50%. I tamponi processati sono 325.588 (ieri 316.040) con un tasso di positività che scende dal 27,3 al 26%.
I decessi sono 63 (ieri 72). Il numero delle vittime totali da inizio pandemia sale così a 168.488.
In aumento le ospedalizzazioni: 11 in più le terapie intensive (ieri +3), che diventano così 275 in tutto con 40 ingressi del giorno. E 205 in più sono i ricoveri ordinari (ieri +238) per un totale di 7.035, il 18mo giorno consecutivo di crescita. E' quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
"Bambini e adolescenti superano l'infezione acuta da Sars-CoV-2 con una sintomatologia spesso lieve o addirittura assente". Molti di loro, perciò, "non giungono all'attenzione del pediatra, ed eventuali sintomi che si presentano a distanza dalla fase acuta possono non essere correttamente riconosciuti dai genitori né associati al Covid". È l'allarme lanciato dal gruppo di studio coordinato, che ha valutato su 8 regioni italiane più di 650 bambini che si sono ammalati di Covid tra ottobre 2020 e giugno 2021, perché il rischio di Long Covid aumenta dall'11,5% al 46,5% in caso di sintomi durante la fase acuta della malattia. Del gruppo fanno parte il professor Enrico Bertino e la dottoressa Giulia Maiocco (Neonatologia universitaria della Città della Salute di Torino), il dottor Gianfranco Trapani (ASL1 Sanremo - Imperia), professor Vassilios Fanos (Università di Cagliari) e il professor Giuseppe Verlato (Università di Verona). Hanno riscontrato che "il 24% della popolazione pediatrica che ha superato la fase acuta del Covid con sintomi lievi o assenti soffre di disturbi correlati all'infezione da Sars-CoV-2 a distanza di almeno 2 mesi dalla guarigione, e fino a 9 mesi dalla stessa". Il rischio di Long Covid aumenta significativamente avendo sviluppato sintomi in fase acuta, "dall'11,5% al 46,5%, mentre l'aver malattie concomitanti (asma, rinite allergica, ecc.) non causa nessun rischio aggiunto". I risultati, frutto del primo studio multicentrico in Italia sul Long Covid con Città della Salute di Torino capofila, sono appena stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Italian Journal of Pediatrics.
I dati confermano e consolidano il valore delle raccomandazioni espresse dalla Società Italiana di Pediatria e da numerose altre Società scientifiche pediatriche: bambini ed adolescenti che hanno contratto il Covid, anche se in modo lieve, devono essere monitorati dai genitori e in caso di comparsa di sintomi vanno sempre visitati dal pediatra. I sintomi più frequentemente lamentati dai piccoli pazienti sono stati, nell'ordine: affaticamento (7%), problemi di natura neurologica - difficoltà di concentrazione, sensazione di annebbiamento e cefalea - (6,8%) e sintomi respiratori (6%). L'incidenza di Long Covid è quasi raddoppiata nei bambini più grandi e negli adolescenti rispetto ai più piccoli, passando dal 18,3% (0-5 anni) al 21,3% (6-10 anni), fino ad arrivare al 34,4% di rischio (11-16 anni). Nella fascia di età maggiore ai sintomi più tipici si possono associare ansia, agitazione, disturbi del sonno e del comportamento. L'unico tipo di patologia Long Covid che si riscontra invece più frequentemente nella prima infanzia è quella respiratoria, con l'11,4% di rischio nella fascia 0-5 anni contro il 3,8% dopo i 6". Come sottolineano gli autori dello studio, "i risultati confermano l'importanza della vaccinazione in età pediatrica come strumento di prevenzione, anche dall'insorgere di patologia da Long Covid".
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