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Guadalupa, scoperto batterio gigante. Gli studiosi: “È come un essere umano alto come l’Everest”.

Cagliari, 24 Giu 2022 - È il più grande batterio conosciuto mai scoperto fino ad ora, è stato scovato dagli scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory, ed è grande 1 centimetro: 5.000 volte di più degli altri batteri. La scoperta del "Thiomargarita Magnifica", pubblicata sulla rivista Science, nell'arcipelago di Guadalupa, nelle piccole Antille. Composto di sottili filamenti bianchi - ma visibili ad occhio nudo - è stato identificato sulle foglie delle mangrovie cadute nell'acqua della palude caraibica.

Gli scienziati di Berkley: "E' come trovassimo un essere umano alto come l'Everest". Un termine di paragone che fa capire l'eccezionalità della scoperta. Secondo il coautore dello studio pubblicato su Science, Jean-Marie Volland (biologo marino e scienziato presso il California's Laboratory for Research) T. magnifica può crescere fino a 2 centimetri di lunghezza. Più di 625.000 batteri di E. coli - per fare un termine di paragone - potrebbero stare sulla superficie di un singolo T. magnifica, tuttavia nonostante le sue dimensioni, secondo lo studio il batterio ha una superficie "particolarmente incontaminata", priva dei microrganismi che vivono sulla superficie delle piante e degli animali viventi.

In precedenza si pensava che i batteri non potessero crescere fino a una dimensione visibile ad occhio nudo, a causa del modo in cui interagiscono con il loro ambiente e producono energia.
Ma T. magnifica ha una rete estesa di membrane che possono produrre energia, in modo che non dipenda solo dalla superficie del batterio assorbire i nutrienti, attraverso la sua cellula. In più a differenza della maggior parte dei batteri, che hanno materiale genetico che fluttua liberamente all'interno della loro singola cellula, una cellula della nuova specie scoperta, ha il suo Dna contenuto in piccoli sacchi che hanno una membrana (chiamati "pepin").

Questi batteri giganti crescono sui sedimenti sul fondo delle acque sulfuree (nelle paludi), dove sfruttano l'energia chimica dello zolfo, ed usano l'ossigeno dell'acqua circostante per produrre zuccheri.
Tanja Woyke, scienziato senior presso il Lawrence Berkeley National Laboratory in California, pensa che sia probabile che "i batteri giganti, o specie affini, possano essere trovati in altre mangrovie in tutto il mondo: e mi colpisce sempre quanto poco sappiamo del mondo microbico e quanto ce ne sia là fuori", così Woyke in alcune dichiarazioni stampa.

"La scoperta di Thiomargarita magnifica, suggerisce che batteri grandi e più complessi potrebbero nascondersi alla nostra vista: ma solo perché non li abbiamo ancora visti - conclude Tanja Woyke - non significa che non esistano".

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