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Bonus ai politici, è ormai caccia aperta ai nomi di tutti quei politici che hanno chiesto e ottenuto il bonus Covid.

Roma, 11 Ago 2020 - Sarebbero tre i deputati che hanno ricevuto dall'Inps il bonus per gli autonomi, lo avevano richiesto in cinque. Lo si apprende da fonti parlamentari. Tra i beneficiari, ci sarebbero due parlamentari della Lega e uno del M5S.

È fortissima la pressione dei partiti (a cominciare dai 5 stelle) affinché si autodenuncino. Una pressione che può essere solo psicologica, perché da un punto di vista tecnico e legale non consente altri spazi - si spiega in ambienti parlamentari - per via della privacy e visto che non viene contestato alcun reato. Una soluzione, nel caso in cui non dovesse bastare la pressione psicologica a sbloccare la situazione - si ragiona ancora -  potrebbe essere la convocazione formale in commissione parlamentare dei vertici Inps. Convocazione di cui comunque al momento non vi è traccia.

Lo sdegno si esprime tra dichiarazioni e post sui social. Tutti a caccia dei deputati "indegni", di cui vengono chieste, a gran voce e da tutti gli schieramenti, le dimissioni. “È assolutamente senza senso e direi indegno che dei parlamentari della repubblica italiana chiedano gli stessi aiuti che dovrebbero essere destinati esclusivamente alle persone con partita Iva che in questo momento sono in difficoltà" afferma il presidente della Camera, Roberto Fico.

''Sono pronto ad aderire all'idea lanciata da Vito Crimi sulla rinuncia alla privacy così da autorizzare l'Inps a pubblicare i nomi. Facciano lo stesso tutti i parlamentari di ogni forza politica" scrive Luigi Di Maio su Facebook. ''Leggo che ci sarebbe anche un esponente dei 5 Stelle. Non mi importa da quale forza politica provengano, so soltanto che questi 5 deputati non possono più rappresentare le istituzioni''. "Gli italiani hanno il diritto di sapere chi ha tradito la loro fiducia".

"Una vergogna totale" dice Matteo Renzi. "Mi colpisce il clima populista di caccia alle streghe che l’Inps ha instaurato. Dire e non dire, annunciare e non smentire, far circolare notizie false: ad esempio nessuno di Italia viva ha preso quei soldi, ma perché siamo stati coinvolti anche noi? Chi dovrebbe riflettere sulle proprie dimissioni non sono solo i tre parlamentari interessati ma anche e soprattutto il presidente Inps che da mesi dimostra di essere totalmente impreparato e incompetente​".

"La destra che sta polemizzando sulle regole non eccessivamente stringenti del decreto che prevedeva quei bonus è la stessa destra che chiede la sospensione del Codice degli Appalti e "1000 euro subito con un click, poi controlliamo dopo?". Si chiede il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del Gruppo Pd a Palazzo Madama.

"Il sentimento di astio è pesante, i cittadini dicono fuori i nomi. E penso che i cittadini debbono essere ascoltati" Così il presidente del Veneto, Luca Zaia che fa sapere di aver "già chiesto ai consiglieri veneti di darmi un ragguaglio. Ci mettiamo poco a fare una sorta di 'me too' al contrario. Nel mio partito il segretario è stato chiaro indicando la sospensione che apre uno scenario peggiore. La sospensione - spiega - è già un atto importante: si chiede di fare un passo a lato. E visto il fronte delle candidature, vuol dire perdere quel treno. Se fosse per me quella persona non la candiderei".

Intanto, ammettono di aver preso il bonus alcuni consiglieri di Comuni e Regioni: Anita Pirovano, della lista progressista a Milano; Jacopo Zannini della lista L'altra Trento a sinistra; Franco Mattiussi, consigliere di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia. "Non viviamo di politica", dicono. In Piemonte Matteo Gagliasso, della Lega sostiene: «Un errore del commercialista, li ho restituiti venerdì scorso». In Veneto il vicegovernatore leghista Gianluca Forcolin, stando alle parole di Zaia, rischia la fine della carriera così come altri due compagni di partito consiglieri regionali.

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