Cagliari, 19 Dic 2019 – La seduta di ieri pomeriggio è stata aperta dal presidente Pais che ha messo subito in discussione l’articolato e i relativi emendamenti della proposta di legge n.58.
Il presidente ha quindi dato la parola al consigliere dei Progressisti Massimo Zedda che ha ribadito alcune considerazioni espresse nel corso della discussione generale. “È difficile così come è stata formulata la legge applicare contratti a tempo determinato. Il sistema misto pubblico-privato determina un vulnus difficile da superare. Gli Uffici del Consiglio saranno costretti a chiedere pareri e consulenze per verificare la piena applicabilità del provvedimento in esame”
Perplessità anche sul costo del personale: “Suggerisco al presidente del Consiglio regionale di pretendere l’ammontare complessivo della spesa dal Presidente della regione e degli Uffici della presidenza – ha detto Zedda – noi conosciamo solo le spese del Consiglio ma non abbiamo notizia sulle spese della Giunta e della struttura presidenziale. Ciò non consente di capire se stiamo rispettando il principio di riduzione della spesa. Se non conosciamo questi dati non possiamo applicare la legge. Suggerisco, per evitare problemi in futuro, che da oggi venga bloccato l’aumento della spesa per il funzionamento della Giunta e della Presidenza della Regione”.
Il consigliere di minoranza ha proseguito segnalando altri aspetti incongruenti della proposta di legge: «Non si capisce perché i collaboratori siano posti alle dirette dipendenze del gruppo nonostante i contratti li firmi il presidente del Consiglio che però non può sciogliere quei contratti. Succede anche oggi ma si tratta di personale comandato – ha affermato Massimo Zedda – un altro rischio è che si verifichi una moltiplicazione di contratti con la sostituzione di un contratto pieno con più part time. Il rischio è quello di avere personale sottopagato e sotto ricatto e la creazione di altro precariato».
Il primo firmatario della legge Franco Mula (Psd’Az) ha chiesto 5 minuti di sospensione per un chiarimento su alcuni emendamenti presentati. Sospensione accordata dal presidente Pais.
Alla ripresa dei lavori il relatore Franco Mula e la Giunta hanno espresso parere favorevole su tutti gli emendamenti presentati tranne il numero 6 che è stato ritirato.
Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Massimo Zedda che ha chiesto ai proponenti di illustrare il contenuto degli emendamenti. «Il numero 9 non è chiaro. Si parla di attività gestionale che sta in capo ai direttori e ai dirigenti di servizio, non può essere in capo ai collaboratori dei gruppi a meno che il proponente non pensi il contrario. Se ci spiegassero gli emendamenti sarebbe più facile andare a vanti con più celerità nella discussione».
A Zedda ha replicato Franco Mula: «Nel dispositivo era stata introdotta una norma sugli enti locali – ha detto – siccome non può essere applicata al personale dei gruppi è stata emendata per dire che non si può fare».
Posto in votazione, a scrutinio elettronico, l’emendamento n.9 è stato approvato con 24 voti favorevoli e 22 contrari. Via libera anche all’emendamento n.7 che sostituisce la parola collaboratori con l’espressione “personale di supporto al gruppo”.
Stessa sorte anche per l’emendamento n.2 con il quale si prevede la possibilità, e non l’obbligatorietà, per i dipendenti degli enti locali chiamati a lavorare presso i gruppi consiliari di essere collocati in aspettativa.
Sull’emendamento n.5, che prevede la possibilità per i gruppi di stipulare più contratti part time in sostituzione di un contratto a tempo pieno, è intervenuto ancora il consigliere Massimo Zedda: «Ne approfitto per chiedere chiarimenti anche sull’emendamento precedente – ha detto l’esponente dei Progressisti - sembra che si voglia dare la possibilità a chi sottoscrive un contratto di non andare in aspettativa. In questo modo un dipendente degli enti locali potrebbe mantenere un contratto di natura pubblicistica e stipularne uno nuovo di natura privatistica in Consiglio. Questo aspetto consente di ottenere un beneficio in busta paga e di spacchettare i contratti. Ditemi quale alta professionalità si avrà la possibilità di assumere sottoscrivendo contratti a 500 euro al mese. Sono certo, ha affermato ironicamente Zedda, che con 500 euro si troveranno principi del foro e costituzionalisti emeriti disposti a venire a lavorare da noi». Messo in votazione l’emendamento n.5 è stato approvato con 27 voti a favore e 23 contrari.
Sull’emendamento n.4 il proponente, Franco Mula, dopo aver risposto a un chiarimento di natura tecnica chiesto da Massimo Zedda si è così rivolto all’aula: «Sembra che alcuni si vergognino di votare a favore di questo provvedimento. Mi meraviglia che questo avvenga anche da parte dei colleghi del Pd che votano contro la legge dopo averla corretta con alcune indicazioni. Anche voi, on. Zedda, avete dato suggerimenti, sembra che stia arrivando chissà quale porcheria. Se non vi interessava perché avete dato suggerimenti? Sembra che si provi vergogna a esprimere un voto contrario. A questo provvedimento avete contribuito anche voi. So che è un tema sentito, anche voi avete necessità di avere questo personale per poter operare al meglio».
Sul punto è intervenuto il consigliere del Pd Roberto Deriu: «Noi la stimiamo sul piano personale, on. Mula, è vero che lei si è operato per questa legge, riconosciamo il suo impegno. Noi abbiamo votato contro in Commissione e voteremo contro anche in Aula. Se diamo suggerimenti lo facciamo dall’opposizione, non dovete offendervi se avete vinto le elezioni. Vi diamo consigli migliorativi, se li accogliete fate bene. Non offendetevi se votiamo contro». L’emendamento n.4 è passato con 27 sì e 23 no.
Il presidente Pais ha quindi messo in votazione il testo dell’art.1. Per dichiarazioni di voto è intervenuto Massimo Zedda: «Nei nove mesi trascorsi dall’inizio della legislatura anche sui testi che non condividiamo abbiamo cercato di apportare modifiche – ha affermato Zedda – è avvenuto anche per Argea. Avremmo potuto lasciarlo così com’era. Quando vediamo evidenti castronerie non possiamo non intervenire. Basta guardare la prima stesura della legge che prevedeva la possibilità da parte del presidente del Consiglio di licenziare il personale in comando. Vi abbiamo suggerito di sottoporre il testo all’attenzione di altri organi, di acquisire il parere di un giuslavorista ma voi avete deciso di andare avanti. La legge sarà inapplicabile, lo sanno gli uffici e i funzionari e i gli stessi consiglieri dei Riformatori che si stanno astenendo».
Di parere opposto il consigliere Giorgio Oppi (Udc): «Dobbiamo essere corretti e spiegare cosa succede. Anche i consiglierei foranei hanno diritto di poter avere collaboratori. Il costo dei comandati è stato calcolato male. Si partiva da 56mila euro e si è arrivati a 60mila. La legge era sbagliata da prima: non si arriva mai a 60 comandati. Ci sono persone con una retribuzione superiore. C’è bisogno di una modifica che consenta anche ai consiglieri foranei di avere i propri collaboratori – ha detto Oppi – con questa legge si vuole consentire ai consiglieri di poter lavorare al meglio». Il testo dell’articolo 1 è stato approvato con voto elettronico (27 sì e 23 no).
Sull’emendamento aggiuntivo n.1 che introduce al primo comma lettera a) le parole “a tempo pieno e a tempo parziale mediante comando condiviso e comando d’eccedenza” è intervenuto il consigliere Massimo Zedda: «Sono d’accordo con Oppi – ha detto – altrimenti rinnegherei il mio passato lavorativo. Sono stato segretario del gruppo della sinistra in Consiglio comunale. Da consigliere regionale ho beneficiato della possibilità di assumere personale esterno e da sindaco ho sfruttato la norma che consente al di utilizzare uno staff con personale esterno. Non è questo il tema. Dico solo: se la legge dice che la spesa deve essere ridotta, se vogliamo applicare questa norma, dobbiamo pretendere di conoscere anche quella degli altri enti. Noi abbiamo una fotografia della spesa del Consiglio ma non di quella della Giunta. Per attivare questa legge, Giunta e Presidenza della Regione devono ridurre la spesa per il Gabinetto e girovagare meno. Devono insomma produrre meno spesa, altrimenti si fa decadere questo provvedimento».
Stesso giudizio da parte di Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: «Ricordo una trasmissione che confuse i dati e disse che il Consiglio spende milioni di euro. In realtà l’aumento di spesa pubblica è piuttosto limitato, ai collaboratori si paga in più solo lo straordinario. E’ evidente che il cambio di regime, con accessi esterni muterebbe lo scenario: l’attuale trasferimento di risorse da una amministrazione all’altra andrebbe all’esterno con aumento di spesa per il personale. Nelle norme di contenimento della spesa, la macchina pubblica viene concepita come un unicum: in alcuni casi viene imposto di attivare le procedure di mobilità per reperire le figure professionali necessarie. Il rischio è un aumento della spesa». Messo in votazione l’emendamento aggiuntivo n.1 è stato approvato con 26 voti a favore e 23 contrari. Segue