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Cesare Battisti rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Oristano: “Sono malato, sono cambiato”

Oristano, 15 Gen 2018 - Prima notte e primo risveglio nel carcere di Oristano per Cesare Battisti. Nella struttura di massima sicurezza di Massama, alle porte del capoluogo, l’ex terrorista questa mattina ha incontrato il suo avvocato.

"Mi dite in quale parte del mondo mi trovo? Ormai è tutto finito, ho 64 anni, sono malato, sono cambiato". Sono queste le prime parole di Cesare Battisti, appena arrivato nel carcere di Massama (Oristano), secondo quanto ha riferito all’Agenzia Nazionale Stampa Associata (Ansa), l'ex parlamentare sardo Mauro Pili che lo ha appreso da fonti qualificate. Battisti ha parlato con diversi agenti penitenziari ed è stato a colloquio con il direttore del carcere.

Un "uomo sconfitto", che "forse per la prima volta ha capito di dover passare anni in carcere. Si è accasciato sulla sedia". Emilio Russo, primo dirigente di Polizia in forza allo Scip, e Giuseppe Codispoti, vice questore di Polizia, raccontano i momenti della cattura di Cesare Battisti. Sono loro due ad averlo individuato sabato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, e una volta avuta certezza che fosse il superlatitante l'hanno segnalato alla polizia locale, con cui hanno operato in strettissima collaborazione, che l'ha quindi fermato fingendo che si trattasse di un normale controllo. Così normale che Battisti non ha avuto sospetti ne' esitazioni nel dare il proprio documento d'identità e seguire i poliziotti locali negli uffici del commissariato di zona. Nessun sospetto anche perché Russo e Codispoti, dopo averlo identificato attraverso l'osservazione e verifica a distanza delle sue caratteristiche somatiche nonostante il pizzetto colorato e quindi segnalato ai colleghi boliviani, si sono tenuti in disparte, hanno evitato che Battisti li notasse in strada o in auto.

I loro tratti somatici di tipo europeo avrebbero infatti sicuramente allarmato Battisti. Dunque solo una volta in commissariato, il ricercato si è trovato davanti i due poliziotti, i quali gli si sono qualificati. "E lì - raccontano ancora Russo e Codispoti - lui si è come accasciato sulla sedia su cui stava. Era un uomo sconfitto, rassegnato". Non ha parlato molto Battisti dopo l'arresto, se non per dire che "sentiva il fiato sul collo, percepiva che la polizia italiana fosse sulle sue tracce". I due poliziotti hanno anche detto che l'impressione è stata quella di un Battisti "stanco, alla fine quasi fosse per lui una liberazione l'essere preso". Ma anche "consapevole di dover trascorrere un lungo periodo di detenzione in Italia". I due poliziotti hanno riferito, inoltre, della loro soddisfazione professionale per l'esito positivo dell'indagine che ha visto operare sinergicamente anche Digos e procura generale di Milano, c'è stato l'abbraccio con i colleghi boliviani e quindi le telefonate ai rispettivi capi, il vice capo della polizia e il capo dell'antiterrorismo interno, per dire "ce l'abbiamo".

Uno striscione con la scritta 'Battisti libero' è comparso in Piazza Verdi, zona universitaria di Bologna. Il riferimento è chiaramente all'ex terrorista dei Pac Cesare Battisti, arrestato in Bolivia ed estradato ieri in Italia. Nello striscione si legge anche 'amnistia per tutti compagni e le compagne', oltre alla firma 'Noi restiamo'. La presenza dello striscione pro Battisti, sotto un altro che chiede verità per Giulio Regeni e accanto a vari murales, è stata notata da diverse persone che hanno condiviso la foto sui social network. "Siete la feccia di questa città" scrive la sezione bolognese di Casapound commentando la foto. In mattinata nella piazza c'è stato un sopralluogo della Polizia.

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