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Stadio Roma, sindaca Raggi convocata in Procura

Roma, 15 Giu 2018 - Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, viene sentita oggi in procura a Roma nell'ambito dell'indagine sul nuovo stadio della Roma. In base a quanto si apprende Raggi è ascoltata come testimone e non è escluso che i pm le possano rivolgere domande relative all'iter del progetto per la struttura che dovrebbe sorgere a Tor Di Valle. L'audizione del sindaco era già stata fissata da alcuni giorni. In base a quanto si apprende, l'atto istruttorio riguarderà principalmente la figura di Luca Lanzalone che ha svolto per il Campidoglio il ruolo di consulente nella trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica del progetto stadio.

"Abbiamo ritenuto ovviamente necessario fare un punto con l'amministrazione e la sindaca per valutare quello che è successo negli ultimi giorni e quali sono i passaggi procedurali a nostra disposizione per cercare di salvaguardare il progetto su cui abbiamo lavorato per tanti anni". Lo dichiara il dg della Roma Mauro Baldissoni al termine dell'incontro con la sindaca di Roma Virginia Raggi.

"Per maggior sicurezza dei cittadini, dell'amministrazione e della Roma avvieremo immediatamente una verifica. Se questa verifica darà esito positivo, si potrà continuare. Per tutto il resto, confidiamo nella magistratura. Noi vorremo proseguire con questo progetto nel solco della legalità, e questa verifica è una ulteriore garanzia". Lo dichiara la sindaca Virginia Raggi, al termine dell'incontro con il dg della As Roma Mauro Baldissoni in Campidoglio.

"Andrò in procura come testimone per un vicenda che mi vede parte lesa. Ricordo che la Procura ha già detto che non c'entro niente. Per favore non iniziamo con il solito fango". Lo ha detto la sindaca Virginia Raggi uscendo dal Campidoglio interpellata dai cronisti.

Una cena 'segreta' tra Luca Lanzalone, Luca Parnasi, e l'attuale sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti, il 12 marzo a casa di Parnasi. Ne riferiscono stamane alcuni quotidiani - tra gli altri, Repubblica, Corriere della sera, Stampa, Messaggero, Fatto quotidiano - basandosi sulle intercettazioni contenute nell'informativa dei Carabinieri di Roma, allegate agli atti dell'inchiesta sul presunto giro di tangenti per accelerare il progetto del nuovo stadio della Roma.

Sempre nell'ambito dell'inchiesta, secondo i quotidiani, comparirebbe nel registro degli indagati anche il presidente del Coni Giovanni Malagò. La notizia è riportata da Corriere della sera, Stampa e Messaggero. Il Fatto quotidiano, che parla di 'giallo Malagò', riporta che lo staff del n.1 del Coni ha fatto sapere che Malagò, che compare nell'elenco dei nominativi per i quali i Pm avevano chiesto una proroga delle intercettazioni telefoniche, 'non è iscritto nel registro degli indagati'.

"Parnasi e Lanzalone sono, rispettivamente, i punti di riferimento dei capi politici di questo governo, che hanno svolto e hanno un ruolo decisivo in questi due partiti. Il palazzinaro agli arresti è amico vero, serio di Salvini, che Salvini ha difeso, correttamente, perché lo ritiene una persona onesta e le carte dimostreranno se Salvini ha ragione o no. Uno ha scritto lo statuto 5 stelle". Così questa mattina il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, a Radio Anch'io, su Radio Uno.

"Però tu davvero volevi rivederti su al governo uno come Renzi, che stava lì?". "No! Tra l'altro adesso non c'abbiamo un tema...cioè facciamo...che ha vinto Lega". Così il costruttore Luca Parnasi intercettato durante l'indagine sullo stadio della Roma mentre parla con un suo collaboratore. Il colloquio, riportato nell'informativa sul giro di finanziamenti del costruttore alla politica, risale al giorno successivo alle elezioni del quattro marzo scorso.

Il "sistema Parnasi", le sue propaggini. I rapporti "istituzionali", le pubbliche relazioni instaurate per cercare agganci e entrature, soprattutto nell'universo della politica. Le carte dell'indagine sul nuovo stadio della Roma restituiscono il modus operandi dell'imprenditore che, per la Procura, ha nel suo core business la "corruzione sistemica e pulviscolare". Ma dal carcere di San Vittore, Parnasi dichiara la sua innocenza, in attesa dell'interrogatorio di garanzia fissato per oggi anche per gli altri arrestati. "Non ho mai commesso reati - dice ai suoi difensori -. Abbiamo lavorato per anni, 24 ore al giorno, solo per realizzare un progetto".

Con nuove iscrizioni nel registro degli indagati (in totale 27) come quella di Francesco Prosperetti, che si occupò del vincolo sulle tribune dell'ippodromo di Tor di Valle, vincolo, poi archiviato, che avrebbe creato un grande problema al progetto dello stadio. Secondo la Procura l'ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, Claudio Santini, "avvicinò il Sovrintendente Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo" che poi fu tolto. E per questo ricevette un compenso in denaro.

Per Parnasi la preoccupazione principale ottenere le autorizzazioni e ciò, secondo alcune intercettazioni, può avvenire grazie all'elargizione di "somme ai politici". L'imprenditore a una sua collaboratrice snocciola una serie di quote. "Scrivi: Ferro 5, Minnucci 5, Agostini 15, Mancini 5, Polverini 10, Giro 5, Ciochetti 10, Buonasorte 5: non è chiaro se Parnasi stia parlando di finanziamenti leciti o meno anche se il riferimento a fatture emesse a giustificazione dell'erogazione lascia presumere la natura illecita della stessa", si legge in un'informativa. E in un'intercettazione il costruttore dice: "sto sostenendo tutti, pure i 5S ... se avessi le autorizzazioni farei il fuggiasco".

L'attenzione degli inquirenti si stringe anche sulla rete di rapporti di Parnasi. Un intero capitolo di una informativa dei carabinieri, allegata alle indagini, dedicata al rapporto tra il costruttore e il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Gli inquirenti fanno riferimento anche a un colloquio di lavoro che Parnasi, l'11 marzo scorso, ha effettuato presso un circolo sportivo con Gregorio "compagno della figlia del presidente del Coni per trovare con l'imprenditore una possibile intesa professionale". Nell'informativa si legge che "Malagò ha presentato il compagno della figlia a Parnasi col preciso scopo di creargli un'occasione professionale". Dalle conversazioni emerge una stretta relazione tra Malagò e Parnasi, i quali "interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo stadio della Roma e allo stadio del Milan".

Nelle pieghe del procedimento anche la genesi del rapporto tra Luca Lanzalone, arrestato l'altro ieri e dimessosi ieri dalla presidenza di Acea, e l'amministrazione capitolina. L'avvocato genovese, ed è lo stesso gip a scriverlo nell'ordinanza, non avrebbe mai ricevuto un incarico formale dal Campidoglio. Un consulente "di fatto" che, però, aveva voce in capitolo nelle complesse dinamiche dell'amministrazione. A confermarlo, una intercettazione in cui Lanzalone tranquillizza Parnasi su Cristina Grancio, la consigliera comunale degli MS5 espulsa dal gruppo perché contraria allo stadio della Roma. "Date ancora retta alla Grancio - dice al telefono -. Adesso io parlo con Luca (Montuori assessore all'Urbanistica del Campidoglio ndr), già gliel'ho detto l'altro giorno, non bisogna andare dietro alle istanze della Grancio perché ti porta a spasso con le sue cazzate".

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