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Invasione pacifica da parte degli studenti Usa che hanno marciato contro le armi “facili” e Trump

Usa, 25 Mar 2018 - Un fiume in piena ha attraversato oggi molte città americane, da New York a Washington a Los Angeles. È quello della "Marcia per le nostre vite", organizzata dagli studenti sopravvissuti alla strage di San Valentino a Parkland, in Florida. "Noi siamo la generazione del cambiamento", dice Ann, che viene dalla Pennsylvania, ha 18 anni e sottolinea con orgoglio: "sono già registrata per votare. E sono qui perché da qui parte il cambiamento".  Sono centinaia di migliaia gli americani che hanno partecipato alla storica manifestazione contro le armi "facili" negli Stati Uniti. Più di 800 le marce, anche al di fuori degli Usa, con i giovani in testa e sotto lo slogan "Mai più". Solo a Washington ha sfilato più di mezzo milione di persone.

L'evento nazionale, denominato "March for Our Lives", nasce come reazione al massacro del 14 febbraio scorso, quando 17 persone vennero uccise in una scuola superiore della Florida. L'ennesima tragedia che, per molti americani, ha fatto traboccare il vaso. La loro frustrazione è alimentata dall'inerzia di legislatori e autorità, riluttanti nell'agire contro la National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi. "I nostri voti siano la nostra arma migliore", si legge su uno degli striscioni esposti dai primi manifestanti arrivati a Washington.

"Questa marcia non ci sarebbe stata senza la strage nella mia scuola, quindi sarà un momento difficile - ha detto alla France presse Carlos Rodriguez, uno dei sopravvissuti della Parkland High School - ma mi sento orgoglioso di essere uno degli studenti che ha lanciato questo movimento". "Noi siamo quelli che hanno paura di andare a scuola ogni giorno perché non sappiamo se saremo i prossimi", ha detto Lauren Tilley, 17 anni, arrivata a Washington dalla California solo per la manifestazione. "Il nostro messaggio è che non rimarremo zitti, continueremo a combattere" per un maggiore controllo sulle armi, ha aggiunto Lauren.

A sorpresa sul palco della 'Marcia per le nostre vite' a Washington sale una bimba di nove anni, un cespuglio di capelli neri, la voce squillante e un sorriso trascinante, per scandire davanti al mare di folla: "Quando è troppo è troppo!". È Yolanda Renee King, la maggiore dei nipoti di Martin Luther King Jr, il padre del movimento per i diritti civili assassinato a Memphis il 4 aprile 1968. "Mio nonno aveva un sogno, che i suoi quattro bambini non venissero giudicati per il colore della loro pelle, ma per i tratti della loro personalità", ha esordito, conquistando già la folla, per poi lanciare il suo appello: "Io ho un sogno, che questo sia un mondo libero dalle ami, punto e basta!". Completamente rapito dalle parole di Yolanda il fiume di gente riversatosi lungo Pennsylvania Avenue è esploso in applausi.

"Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese", ha scritto George Clooney in una lettera agli studenti del liceo di Parkland pubblicata nell' edizione Usa del Guardian per la marcia contro le armi a Washington. Clooney, che ha donato 500 mila dollari agli organizzatori, ha partecipato alla marcia con la moglie Amal. "Siamo al 100% con voi ma entrambi pensiamo fortemente che questa è la vostra marcia. Il vostro momento", si legge nel testo. Il movimento è sostenuto da diverse celebrità tra cui Oprah Winfrey, Steven Spielberg e la moglie Kate Capshaw, Ariana Grande, Jennifer Hudson, Demi Lovato, Justin Timberlake e Miley Cyrus.

A Parkland, in migliaia hanno reso omaggio alle vittime dell'ultima strage. "Queste 17 persone non sono morte invano", ha detto Casey Sherman, 17 anni. "Noi voteremo nel 2020 - ha aggiunto la liceale Lauren Tilley - la nostra generazione vuole un cambiamento".

Commentando le marce contro le armi, la Casa Bianca elogia "i numerosi giovani americani coraggiosi che stanno esercitando oggi i diritti garantiti loro dal primo emendamento". "Tenere al sicuro i nostri bambini è la massima priorità del presidente, cosa per cui ha sollecitato il Congresso ad approvare il rafforzamento dei controlli (su chi acquista le armi) e il provvedimento per fermare la violenza nelle scuole, promulgandoli come leggi", ha riferito il portavoce Lindsay Walters.

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