Cagliari, 6 Ott 2017 - Piero Comandini, esponente del Partito Democratico in Consiglio Regionale, primo firmatario di un'interpellanza che vuole denunciare l'ennesimo scippo ai danni della Sardegna, il consorzio grano sentore Cappelli e gli agricoltori del comparto cerealico sardo che da circa trent'anni lavorano per recuperare la coltivazione di questa speciale “cultivar di grano duro” e divulgarne la coltivazione sul territorio nazionale.
Ora la decisione del Ministero dell'agricoltura arriva come uno schiaffo, la Sardegna non avrà più l'esclusività del marchio perché per il tramite di una società privata, il grano verrà coltivato anche in Emilia Romagna e così anni di lavoro e sacrifici da parte del consorzio e degli agricoltori vanno in fummo.
Lo spirito del Consorzio sardo Grano Cappelli, che è il presidio regionale di salvaguardia di questa pregiata, e ormai rara, cultivar di grano duro, particolarmente adatta alla coltivazione biologica, è stato in questi anni quello di chiamare a raccolta e censire i coltivatori e trasformatori di questa cultivar, e unire le eccellenze virtuose per creare filiere ad alta qualità certificata; per promuovere il rispetto dell'ambiente e della biodiversità e salvaguardare salute e benessere del consumatore. Il loro lavoro ha contribuito a creare, oltre un'eccellenza sarda a livello europeo, un significativo sviluppo economico del settore.
Dobbiamo intervenire uniti al fianco dell'assessore all'agricoltura Pier Luigi Caria affinché, con fermezza e decisione,- la voce dei sardi arrivi al Ministro Martina così da revocare la concessione della coltivazione del grano senatore Cappelli fuori dalla Sardegna. Com