Catanzaro, 13 Lug 2017 - Da anni subiva le angherie, gli insulti e i maltrattamenti di medici e operatori sanitari nella struttura in cui era ricoverata. E per denunciare i soprusi, paralizzata in un letto a causa della Sla, ha usato il suo computer. È partita così l’operazione “Urla silenziose” condotta da polizia di Stato e Nisa e coordinata dalla Procura di Catanzaro che ha portato ieri a nove provvedimenti domiciliari per medici e infermieri in servizio nella clinica San Vitaliano di Catanzaro specializzata nelle terapie per i malati di Sla e sclerosi multipla.
Per tutti l'accusa è di maltrattamenti con le aggravanti dell'aver agito per motivi abbietti, ovvero per dispetto o per ritorsione a causa delle continue richieste di assistenza da parte della paziente, abusando dei poteri e violando i doveri inerenti alla loro funzione. Dopo la segnalazione della donna gli inquirenti sono riusciti a piazzare una telecamera nascosta nella stanza dove era ricoverata la paziente.
Le immagini hanno confermato i racconti della signora. Gli infermieri non si limitavano a insultare la paziente ma spegnevano l'audio del comunicatore, oppure le spostavano il monitor, così impedendo al lettore ottico a sua disposizione di intercettare le pupille della paziente. In tal modo, la paziente veniva privata non solo della sua voce ma anche della possibilità di impiegare il proprio tempo attraverso attività quali la lettura, le ricerche su internet, telefonare ad un amico o ad un parente, leggere e scrivere mail. In assenza di quel dispositivo elettronico posto di fronte al suo viso, la donna era costretta, inerme nel suo letto, a fissare la parete che aveva di fronte, nella piena consapevolezza di non poter comandare al suo corpo altro movimento.