Press "Enter" to skip to content

Referendum Turchia: vince il sì sul filo di lana accompagnato dall’accusa di ‘imbrogli’ ai seggi.

Vittoria risicata per Recep Tayyip Erdogan nel referendum costituzionale sul presidenzialismo in Turchia. Con il 99% dei voti scrutinati nel Paese, il 'sì' si è imposto con il 51,35%, contro il 48,65%, secondo i dati diffusi da Anadolu.

Dopo un terzo dello scrutinio, il 'sì' appariva in nettissimo vantaggio; tuttavia con lo spoglio nelle grandi città e nei centri dell'ovest del Paese il 'no' ha iniziato una lenta rimonta che ha ristretto il margine di vantaggio del fronte pro Erdogan

Nella tarda serata, il presidente della commissione elettorale turca (Ysk) ha sancito la vittoria del sì. Lo ha annunciato Sadi Guven, capo della Ysk, aggiungendo che i risultati finali saranno conosciuti tra 11 giorni.

Il voto contrario alla riforma costituzionale prevale in tutte e tre le province delle maggiori città turche - Istanbul, Ankara e Smirne - e nel sud-est dove è forte la minoranza curda.

Secondo l'emittente Haberturk, l'affluenza è stata dell'86%. Dal sito CnnTurk la mappa del voto, che fotografa la realtà di un Paese spaccato in due. Il no, "Hayir", conquista le grandi città, le regioni occidentali e il sud-est. Il sì, "EVET", prevale nelle aree rurali e nelle province meno popolate.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, riferisce l'agenzia Anadolu, si è congratulato per la vittoria al referendum costituzionale che gli assegna poteri quasi assoluti con i vertici dei partiti alleati, il suo Akp, i nazionalisti del Mhp e l'islamista Bbp. "E' un risultato chiaro", ha affermato. E poi: "La Turchia ha preso una decisione storica di cambiamento e trasformazione" che "tutti devono rispettare, compresi i Paesi che sono nostri alleati". "La Turchia ha preso la sua decisione con quasi 25 milioni di cittadini che hanno votato sì, con quasi 1,3 milioni di scarto. È facile difendere lo status quo, ma molto più difficile cambiare", ha aggiunto Erdogan. "Voglio ringraziare ogni nostro cittadino che è andato a votare. È la vittoria di tutta la nazione, compresi i nostri concittadini che vivono all'estero. Questi risultati avvieranno un nuovo processo per il nostro Paese", ha affermato. Erdogan ha poi promesso di discutere con gli altri leader politici la reintroduzione della pena di morte in Turchia, che potrebbe essere oggetto di un nuovo referendum.

"La nazione ha fatto la sua scelta. Questa è una nuova pagina nella storia della nostra democrazia, il risultato verrà usato per garantire la pace e la stabilità della Turchia". Lo ha detto il premier turco Binali Yildirim, nel suo primo discorso dopo la vittoria di misura del 'sì'. "Non ci fermeremo, andremo avanti dal punto in cui eravamo arrivati" prima di questa campagna elettorale, ha aggiunto Yildirim, ringraziando il presidente Recep Tayyip Erdogan per il suo ruolo a sostegno della riforma.

Le opposizioni contestano i risultati Il partito repubblicano Chp, erede del fondatore della Turchia moderna, Mustafa Kema Ataturk, contesta il risultato del 60% dei seggi dove sono apparse schede senza timbro ufficiale. Il conteggio, riferisce il sito di Sozvu, di queste schede anomale è stato possibile per la controversa decisione della Commissione Elettorale (Ysk) che ha deciso di considerarli validi fino a che eventuali contestazioni non accerteranno che si tratti di schede false. Le contestazioni vengono anche dall'Hdp, espressione della minoranza curda.

Il voto si è svolto tra rigide misure di sicurezza, con 450 mila tra agenti e guardie locali schierati in tutto il paese. Si segnala una sparatoria in un seggio del sud-est a maggioranza curda. Aperta un'inchiesta.

"Prendiamo atto dei risultati del referendum in Turchia sulle modifiche alla Costituzione, adottata dall'Assemblea nazionale turca il 21 gennaio 2017.Siamo in attesa della valutazione della missione internazionale degli osservatori dell'Osce/Odhir, anche per quanto riguarda presunte irregolarità". Lo hanno dichiarato il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, e il commissario per le politiche con i Paesi confinanti, Johannes Hahn.

"Le modifiche costituzionali, e soprattutto la loro attuazione pratica, saranno valutate alla luce degli obblighi della Turchia come paese candidato all'Ue e in quanto membro del Consiglio d'Europa", hanno aggiunto. "Incoraggiamo la Turchia a affrontare le preoccupazioni e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, tra cui quelle relative allo stato di emergenza. In considerazione del risultato del referendum e viste le implicazioni di vasta portata delle modifiche costituzionali, anche noi chiediamo alle autorità turche di ricercare il più ampio consenso possibile a livello nazionale nella loro attuazione."

"Un risultato così di stretta misura dimostra una cosa: Erdogan non è la Turchia. L'impegno per la democrazia e i diritti umani deve continuare". Lo ha scritto su Twitter Martin Schulz, candidato cancelliere della Spd ed ex presidente del Parlamento europeo, commentando il voto.