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A Mosca due dittatori a confronto – Ras-Putin e Erdogan: “insieme contro il terrorismo”

Mosca, 10 Ago 2016 - Alla fine il tanto atteso incontro c'è stato. Vladimir Putin e Recep Tayyp Erdogan si sono 'riappacificati' dopo mesi di tensione scaturiti dall'abbattimento del jet russo da parte dell'aviazione turca nel novembre 2015. I due leader si sono presentati in conferenza stampa a San Pietroburgo.

"I colloqui con Erdogan sono stati costruttivi e importanti per le relazioni bilaterali. La Russia e la Turchia condividono una posizione comune sulla lotta al terrorismo". Queste le parole del presidente russo che in merito alla questione siriana ha detto che "al momento Russia e Turchia non concordano su tutti i punti, ma coordinare le nostre posizioni è possibile se avessimo un obiettivo comune e quello è la fine della crisi. Spero che questo sia la base per arrivare a una soluzione accettabile reciprocamente".

"Sono stato uno dei primi a telefonarle per esprimere il mio sostegno dopo il tentativo di colpo di Stato - ha detto Putin a Erdogan - Lo voglio ribadire: è una posizione di principio, noi siamo contrari a ogni stravolgimento illegale dell'ordine costituzionale. Spero che sotto la sua guida la Turchia risolva i problemi attuali". Un atteggiamento molto apprezzato da Erdogan che in conferenza stampa ha detto: "Voglio ringraziare il vero amico Putin per il suo invito. Dopo il fallito golpe ci ha chiamati subito: un segnale importante in termini di amicizia e solidarietà. Non solo per motivi politici, ma di pace e di stabilità regionale. Continueremo con il nostro lavoro e la nostra amicizia - ha insistito Erdogan sottolineando che - tutte le difficoltà nei rapporti commerciali e le sanzioni saranno rimosse". Sanzioni che, come dichiarato da Putin, saranno "gradualmente rimosse".

I negoziati proseguiranno ora nel 'formato esteso' presso la sala ovale del Palazzo di Costantino a San Pietroburgo. Nella delegazione russa figurano il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, l'assistente presidenziale Yuri Ushakov, il boss di Gazprom Alexei Miller, il ministro dell'Energia Alexander Novak.

 

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