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Domani alle ore 19:00 al Magmma di Villacidro proclamazione dei vincitori del Premio Marchionni.

Cagliari, 18 GIu 2016 - Battute finali per il Premio Marchionni, il concorso internazionale d’arte contemporanea lanciato a dicembre dal Museo Magmma di Villacidro: domenica 19 giugno, a partire dalle 19, nella sede del museo (la ex Casa anziani, in via San Gavino) si terranno le premiazioni, con una serata che vedrà protagoniste le opere finaliste, le altre arrivate in questi mesi, ma anche i diversi giurati, nomi di primo piano del panorama artistico nazionale e non.

Tra le 61 opere arrivate in finale (30 per la sezione arte grafica e 30 per la sezione pittura) la giuria di qualità decreterà quelle vincitrici: ai primi classificati per ciascuna sezione andrà un premio in denaro di 2.500 euro. Ai 30 vincitori (15 per l’arte grafica e 15 per la pittura) andrà invece un premio speciale: l’esposizione della loro opera in una mostra itinerante che toccherà il Museo Cà La Ghironda di Bologna, il Palazzo Collegio Raffaello, di Urbino, e l’Archivio Galleria Lazzaro di Milano. Saranno anche assegnate tre residenze d’artista (di cui due riservate ad artisti stranieri) di dieci giorni, che comprendono un’esposizione finale.

L’evento conclusivo di domenica sarà presentato dalla giornalista Sabrina Zedda e si aprirà con i saluti del direttore artistico del Magmma, Walter Marchionni, a cui seguiranno gli interventi dei presidenti della Fondazione di Sardegna e del Centro culturale d’alta formazione di Villacidro, Antonello Cabras e Angelo Pittatu, che hanno sostenuto l’iniziativa. E’ anche previsto l’intervento dei componenti della giuria: Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti Urbino, tra le istituzioni artistiche più importanti d’Italia, Alessandra Redaelli, giornalista e curatrice di Arte Milano, Adriano Corsi, direttore dell’Archivio Lazzaro di Milano, Francesco Martani, direttore artistico del Museo Cá La Ghironda, Giorgio Sorrentino della Galleria Artesanterasmo di Milano, e  Vitaliano Angelini, presidente Incisori Urbinati.

Per l’occasione saranno esposte (e lo resteranno sino alla fine di giugno) un’ottantina di opere: quelle arrivate alla finale e alla semifinale del concorso, dopo una scrematura che ha visto i giurati scegliere tra più di 900 lavori arrivati non solo dalla Sardegna e dall’Italia, ma da tutto il mondo.

Il Premio Marchionni è stato istituito per ricordare la figura di Dino Marchionni, sopraffino incisore e insegnante di educazione artistica, che nel 1954 lasciò la sua Urbino per insegnare a Villacidro, dove rimase sino alla fine della sua vita. E’ organizzato dalla Fondazione Estetica & Progresso.

Informazioni: tel. +39 340 347 3320; info@premiomarchionni.it; www.premiomarchionni.it

 

Dino Marchionni - Dino Marchionni nasce ad Urbino il 20 giugno 1932. Nella città dei Montefeltro, città natale di Raffaello Sanzio, si è diplomato presso l’Istituto d’Arte e successivamente ha frequentato l’Accademia Raffaello nella sezione di Litografia per la decorazione ed illustrazione del libro dove si diploma nel 1954 con l’illustrazione del libro di Prosper Merimeè “La Carrozza del SS Sacramento”. Nella stesso Istituto ad illustrare altrettanti testi furono: Salvatore Fiume, per ben due volte, Remo Brindisi ed Emilio Greco.

Dall’ottobre del 1954 si trasferì a Villacidro dove ha insegnato Educazione Artistica per trent’anni. Dapprima alla scuola dell’avviamento, di seguito, e in successione, presso il Seminario Vescovile, il Liceo Classico ed infine la scuola media “Antioco Loru”.

Nei primi anni vissuti a Villacidro Dino Marchionni si esprime essenzialmente con le tecniche a lui più care in quel periodo, retaggio degli studi appena terminati all’Accademia di Urbino.

La litografia, la linoleumgrafia, il monotipo, e le altre tecniche di incisione che tra l’altro sono oggetto di insegnamento presso gli istituti dove presta servizio.

Sono di questo periodo le realizzazioni con la tecnica della litografia di una serie di figure in bianco e nero e una serie di tauromachie, sempre con la tecnica della litografia, dove è forte l’influsso del Goya, autentico ispiratore dei giovani grafici ed incisori delle Accademie di mezza Europa.

Questo periodo, che possiamo inserire tra il 1954 ed il 1965, è ricco di esperienze soprattutto legate all’attività didattica.

Dalla metà degli anni sessanta inizia un periodo prolifico accostandosi a tecniche quali l’acquerello ed il graffito che saranno, negli anni successivi, il baluardo del suo percorso artistico.

Nel 1966 Dino Marchionni termina la realizzazione della prima grande opera con la tecnica del graffito: “Simbiosi” (titolo originario “L’ulivo”). Simbiosi, realizzata in quasi due anni, è il crocevia della nuova produzione artistica di Marchionni per quanto riguarda il graffito. Infatti affianca all’utilizzo del bulino, con il quale realizza le centinaia di foglioline dell’ulivo secolare, una normale lametta per grattare  la cera nera sovrastante, onde poter liberare il giallo ed il rosso per poter  creare  il contrasto tra lo sfondo e l’albero. In questo periodo realizza alcuni graffiti, poche unità (cinque o sei), con tematiche legate alla neve e quindi con lo strato sottostante il nero, di color bianco; di queste opere, tuttora, se ne trovano tre pezzi.

La tecnica del graffito richiedeva ovviamente un’attenzione particolare e comunque superiore a qualsiasi altra tecnica. Proprio per la sua particolarità non concedeva distrazioni e conseguentemente errori.  Una volta asportata la materia (il colore a cera) era del tutto vano ogni tentativo di ricomposizione della materia stessa. Questo è il motivo per cui Dino Marchionni, quando si cimentava nella realizzazione di un’opera a graffito, doveva acquisire la massima concentrazione in un contesto di tranquillità e serenità; il lavoro minuzioso e lento, e quasi maniacale, gli ha consentito di ottenere, in quaranta anni, una produzione di opere a graffito che non supera i cento pezzi.

Alla fine degli anni sessanta, contemporaneamente allo sviluppo della tecnica del graffito, Dino Marchionni affina la tecnica dell’acquerello. Da questo momento in poi e per tutti gli anni settanta, la sua attività si concentra prevalentemente sull’acquerello. Questo è anche il periodo in cui Dino Marchionni si affaccia al grande pubblico con una serie di mostre personali; Oristano, Villacidro ed una serie di mostre collettive nella penisola.

Ma le soddisfazioni dell’artista-professore sono legate soprattutto alla sua attività didattica. In questo periodo i riconoscimenti verso gli elaborati dei suoi alunni, che partecipano ai concorsi anche internazionali, sono numerosi. Fra tutti spicca il Premio dell’Unesco del 1978/79 sul tema dell’ambiente.

Negli anni ottanta Marchionni, raggiunta la piena maturità artistica, alterna la produzione di acquerelli con quella dei graffiti. Sono anni in cui nasce l’idea, sviluppata con Marcello Serra, di realizzare una serie di opere a graffito che hanno come tema la spiritualità, attraverso la rappresentazione delle maggiori cattedrali romanico-pisane della Sardegna.

Questo progetto, consistente e articolato, assorbe gran parte dell’attività artistica di Dino Marchionni; per questo motivo, nel 1984 dopo trent’anni di insegnamento, lascia la scuola. Nel 1998 il Comune di Villacidro e la Presidenza del Consiglio Regionale realizzarono un’opera postuma dal titolo “Le Cattedrali” edito da Progetto Sardegna.

Dal quel momento in poi e fino alla sua scomparsa, che avverrà a Villacidro l’11 dicembre del 1994, la produzione artistica si fa più intensa e variegata. Le mostre personali si alternano più frequentemente; da citare sono quelle allestite ad Oristano, Villacidro, Cagliari, Macomer. Numerose sono anche le partecipazioni ad esposizioni nazionali ed internazionali: Cannes, Montecarlo, Milano, Fano e Gorizia. Le sue opere si trovano sia in collezioni private che pubbliche: Ufficio del Sindaco di Villacidro, Pinacoteca Comunale di Oristano, Palazzo della Regione Sarda.

 

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