Grecia, 17 Apr 2016 - "Siamo venuti per richiamare l'attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la risoluzione". Lo ha detto papa Francesco ai profughi del Moria Refugee Camp, dove si è recato con il patriarca Bartolomeo e l'arcivescovo Hieronimos, per "portare conforto a tanti profughi". "Come uomini di fede desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro. Speriamo che il mondo - ha sottolineato il Papa - si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità".
Francesco, giunto al campo in pullmino, ha stretto le mani a uno per uno dei 150 minorenni ospiti. Qualche foto con iphone, una bandiera israeliana, ancora applausi, cori, "welcome", e anche un giovane che ha battuto la mano sul capo a mo' di saluto militare. Con un gruppo di donne con il velo islamico, Francesco si è inchinato senza dare la mano in segno di rispetto.
Durante la visita, il Papa ha ricevuto anche dei disegni dai bambini. "Mi raccomando, bisogna conservarlo, che non si perda, lo voglio sulla mia scrivania", ha detto ai suoi collaboratori consegnando loro i disegni. "E' quello che hanno visto?", chiede Francesco al sacerdote e agli operatori che gli fanno da interpreti. Poi, sempre al suo staff, a proposito dei disegni: "Questi vorrei farli vedere sull'aereo, durante la conferenza stampa".
"La tragedia della migrazione e del dislocamento forzati si ripercuote su milioni di persone ed è fondamentalmente una crisi di umanità, che richiede una risposta di solidarietà, compassione, generosità e un immediato ed effettivo impegno di risorse" hanno scritto Papa Francesco, Sua Santità Bartolomeo e Sua Beatitudine Ieronymos in una Dichiarazione congiunta.
Papa Francesco è arrivato sull'isola greca, diventata emblema dell'emergenza, con un Airbus A-320 di Alitalia decollato alle 7:17 dall'aeroporto di Fiumicino. Ad accoglierlo all'aeroporto di Mitilene, il premier greco Alexis Tsipras e i due patriarchi ortodossi. "Andiamo a incontrare la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale", ha detto il Papa salutando i giornalisti sul volo per Lesbo. Accogliendo Bergoglio all'aeroporto, Alexis Tsipras lo ha ringraziato per i suoi messaggi contro la guerra e a favore dell'accoglienza, "mentre altri cristiani in Europa alzano muri e barriere".
Lo scopo principale del viaggio di Papa Francesco a Lesbo è quello di "portare conforto a tanti profughi", come ha affermato lo stesso Pontefice nel messaggio a Sergio Mattarella inviato stamane "nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Grecia". Nel testo, il Papa formula l'auspicio che "il popolo italiano possa affrontare con lungimiranza e solidaretà le sfide dei nostri giorni". E conclude: "mi è particolarmente gradito rivolgere a lei, signor Presidente, il mio deferente saluto, che accompagno con fervida preghiera e pensiero benedicente". Il capo dello Stato ha risposto al Pontefice con un messaggio di "sincero ringraziamento" per le sue parole. "Il dramma delle migrazioni, in particolare nel bacino del Mediterraneo, e la tragica quotidiana realtà che caratterizza le vite di quanti sono costretti ad abbandonare i propri affetti, il proprio Paese, le proprie case, per fuggire da guerre, persecuzioni e povertà- ha scritto Matterella- toccano nel profondo la coscienza dell'Italia e della comunità internazionale".
Durante il volo aereo, durato poco meno di due ore, Francesco ha mandato un tweet: "I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati".