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Papa Francesco q Lesbo: “i profughi non sono numeri, sono persone”

Lesbo (Grecia), 16 Apr 2016 - Lo scopo principale del viaggio di Papa Francesco a Lesbo e' quello di "portare conforto a tanti profughi". Lo afferma lo stesso Pontefice nel messaggio a Sergio Mattarella inviato "nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Grecia". Nel testo il Papa formula l'auspicio che "il popolo italiano possa affrontare con lungimiranza e solidaretà le sfide dei nostri giorni". E conclude: "mi e' particolarmente gradito rivolgere a lei, signor Presidente, il mio deferente saluto, che accompagno con fervida preghiera e pensiero benedicente". Il capo dello Stato ha risposto al Pontefice con un messaggio di "sincero ringraziamento" per le sue parole. "Il dramma delle migrazioni, in particolare nel bacino del Mediterraneo, e la tragica quotidiana realtà che caratterizza le vite di quanti sono costretti ad abbandonare i propri affetti, il proprio Paese, le proprie case, per fuggire da guerre, persecuzioni e povertà- ha scritto Matterella-  toccano nel profondo la coscienza dell'Italia e della comunità internazionale.

Papa Francesco è partito per la visita-lampo nell'isola greca a bordo di un Airbus A-320 di Alitalia, e decollato alle 7,17 dall'aeroporto di Fiumicino. "I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati" ha twittato dall'aereo poco dopo la partenza. Alle 10.20 l'arrivo all'aeroporto di Mitylene, dopo circa 2 ore e 20 minuti di volo. Il rientro del pontefice a Roma è previsto alle 16,30 all'aeroporto militare di Ciampino.

Ad accoglierlo a Mitylene, il premier greco Alexis Tsipras che accompagnerà il pontefice e i patriarchi ortodossi, Bartolomeo e Hieronimos, in questa visita umanitaria.

"Sia gli abitanti delle nostre isole sia tutto il popolo greco, nonostante le difficoltà le grosse difficoltà che hanno provato con l'austerità, hanno mostrato la loro solidarietà", ha detto il premier greco Alexis Tsipras nei primi momenti del colloquio privato con papa Francesco all'aeroporto internazionale di Mytilene. "Sono molto orgoglioso - ha aggiunto Tsipras - dal momento che alcuni, a nome dell'Europa cristiana, hanno creato dei muri impedendo il passaggio di persone deboli". "Quindi la voglia ringraziare - ha detto ancora - perché la sua visita è storica per noi e le dò il benvenuto".

Francesco, giunto in pullmino con il patriarca ecumenico Bartolomeo e l'arcivescovo ortodosso di Atene, ha stretto le mani a uno per uno dei 150 minorenni ospiti del campo: qualche foto con iphone, una bandiera israeliana, ancora applausi, cori, "welcome", e anche un giovane che ha battuto la mano sul capo a mo' di saluto militare. Con un gruppo di donne con il velo islamico, Francesco si è inchinato senza dare la mano in segno di rispetto. Il Papa ha poi baciato alcuni bambini, mentre il patriarca Bartolomeo ha distribuito qualche caramella, e ha salutato alcuni volontari del campo.

Papa Francesco tornerà in Vaticano insieme a 10 rifugiati in condizioni più vulnerabili - otto siriani e due afghani - rimasti bloccati sull'isola greca di Lesbo. Lo riferisce la televisione greca Ert aggiungendo che questa azione simbolica di Bergoglio viene interpretata come una manifestazione di insoddisfazione per la chiusura delle frontiere, ma anche come un segnale ai leader europei.

"Il Papa è in Grecia per incontrare gli immigrati: 'È la catastrofe più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale'. Con tutto il rispetto, sbaglia. Mi sembra che la catastrofe avvenga in Italia, non in Grecia". Così il segretario della Lega Nord Matteo Salvini su Facebook commenta le parole del Papa a Lesbo, isola dei migranti. "Trecentomila reati commessi da immigrati (dati 2014), il 40% degli stupri e il 75% dello spaccio a carico di immigrati, 20mila immigrati nelle carceri italiane e 120mila (oltre il 60% clandestini) in case e alberghi. Intanto 1.400.000 bambini in Italia vivono sotto la soglia di povertà assoluta", elenca.

Cuore della giornata, la visita al Moria Refugee Camp, il campo profughi che ospita circa 2.500 richiedenti asilo, provenienti soprattutto dalla Siria, ma anche da altri paesi del Medio Oriente, come Afghanistan e Iraq. Il Papa e i due Patriarchi incontreranno personalmente una rappresentanza dei profughi e pranzeranno in un container con alcuni di loro. È previsto un discorso dei tre leader religiosi e la firma di una dichiarazione congiunta.

Alle 13.45 il Papa, sempre con i due Patriarchi, si trasferirà al porto per incontrare la cittadinanza. Qui pronuncerà un altro discorso. Al termine ci sarà una breve preghiera e il lancio in mare di corone di alloro in ricordo dei migranti morti nella loro fuga verso l'Europa. La visita terminerà alle 15.15 con la partenza dall'aeroporto; l'arrivo del Papa a Roma Ciampino è in agenda per le 16.30.