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Prosegue l’esame del D.L sul riordino degli Enti Locali. L’Aula approva l’art.8 “Unione dei Comuni d’area metropolitana (2).

Cagliari, 19 Gen 2016 – È poi stato approvato l’emendamento 1953, sostitutivo totale dell’articolo 7.  Secondo la nuova formulazione dell’emendamento 1953 le unioni dei comuni sono enti locali con autonomia normativa, organizzativa, finanziaria e hanno potestà statutaria e regolamentare. Esercitano le funzioni ad esse attribuite dalla legge e dai comuni che ne fanno parte.  Il secondo comma prevede che tutti i comuni della Sardegna abbiano l’obbligo di associarsi in unione di comuni, salvo i comuni facenti parte della Città metropolitana di Cagliari e le città medie. Al comma 3 si stabilisce che le unioni di comuni sono costituite da quattro o più comuni contermini, con popolazione complessiva non inferiore a 10.000 abitanti, fatte salve le unioni di comuni con popolazione inferiore già costituite alla data dell’entrata in vigore della legge, da una rete urbana, da una rete metropolitana.

Il quarto comma prevede che al fine di una migliore organizzazione dell'esercizio associato delle funzioni e dei servizi e in relazione al particolare contesto territoriale, lo statuto dell'unione può prevedere la gestione delle funzioni e dei servizi per sub ambiti territoriali. Lo statuto determina le modalità organizzative, l'articolazione territoriale e il numero di comuni facenti parte dell'unione che costituiscono sub-ambito territoriale, il quale può essere organizzato, anche attraverso convenzione, esclusivamente tra i comuni facenti parte dell'unione di comuni. La convenzione stabilisce il comune capofila e regola i rapporti tra i comuni ai sensi dell'articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).

Il comma 5 stabilisce che entro 90 giorni dall’approvazione del piano territoriale, i comuni non appartenenti a unioni di comuni costituiscano unioni di comuni ovvero aderiscano ad una unione di comuni già esistente. Secondo l’emendamento poi le comunità montane sono equiparate alle unioni di comuni e adeguano il loro statuto e i regolamenti alle disposizioni della legge entro 90 giorni dall’entrata in vigore. Esse esercitano le funzioni di tutela, promozione e valorizzazione della montagna e gestiscono gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla normativa dell'Unione europea e dalla legge statale e regionale.

Si è quindi passati all’esame dell’art 8 “Unione dei Comuni d’area metropolitana”. Sentito il parere del relatore di maggioranza e della Giunta sugli emendamenti, il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere di Forza Italia Stefano Tunis.

L’esponente della maggioranza ha espresso forti perplessità sui contenuti della norma. “È l’articolo dei sepolcri imbiancati – ha esordito Tunis – nella sua genesi confluiscono tutti i difetti e le modalità operative che Giunta e maggioranza stanno mettendo in campo da inizio legislatura».

Secondo Tunis l’articolo in discussione è la risposta alle rivendicazioni dei territori del Nord Sardegna: «Anche in questo caso, però, il problema non viene risolto – ha rimarcato il consigliere azzurro – siete la maggioranza del differire, del “comincerò domani”. Avrei preferito un’altra strada: l’estensione dei confini della Città Metropolitana a tutta la Sardegna. In questo modo avremmo risolto un’infinità di problemi, a partire dalla cancellazione delle province, voi invece preferite nascondere la polvere sotto il tappeto».

Michele Cossa (Riformatori) ha puntato l’attenzione sulle modalità di partecipazione dei comuni alla Rete Metropolitana. «Della Rete faranno parte i territori che appartengono alla pianificazione strategica intercomunale. Entro 20 giorni i comuni potranno esercitare l’iniziativa per il distacco. E’ un criterio coattivo – ha attaccato Cossa – il centrosinistra che si erge a difensore dell’autonomia comunale impone ai comuni di far parte della Rete Metropolitana».

Giudizio condiviso da Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale l’articolo 8 rappresenta il tentativo di compensare il mancato conferimento del titolo di Città Metropolitana a Sassari. «La previsione di una Rete Metropolitana formata da due città contermini di almeno 150mila abitanti mette insieme Sassari e Alghero – ha detto Locci – allo stesso tempo obbliga i comuni che fanno parte della pianificazione strategica a entrare nella Rete. Le amministrazioni non avranno scelta e saranno obbligate a stare sotto il cappello di Sassari».

Gianni Lampis (Fd’I) ha definito la legge in discussione «un minestrone indigesto per i sardi».  Secondo il rappresentante del centrodestra, l’articolo 8 conferma la volontà della maggioranza di aggirare il problema senza risolverlo. «E’ la legge dei continui rinvii – ha sottolineato Lampis – anche in questo caso si rimanda a un successivo decreto il coordinamento della disciplina statale e regionale in materia di reti metropolitane.  E’ una norma destinata al fallimento: tenta di accontentare tutti ma non soddisfa nessuno. Alla Rete Metropolitana non potrà accedere Olbia pur avendo nel suo territorio un porto e un aeroporto».

Al termine dell’intervento del consigliere Lampis, il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai ha assunto la presidenza dell’Assemblea e ha messo in votazione gli emendamenti soppressivi totali 189, 1061 e 1496. Non essendo presente il numero legale, il presidente Lai ha sospeso la seduta per 30 minuti.

Alla ripresa dei lavori l’Aula ha respinto tutti e tre gli emendamenti soppressivi dell’art.8.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.2417 all’emendamento n.1945 che è stato però ritirato dal presentatore Salvatore Demontis (Pd).

Il Consiglio ha quindi respinto, in rapida successione, gli emendamenti 2418, 2419 e 2420 e 2421 all’emendamento sostitutivo totale n.1954 (Demontis – Deriu – Agus).

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha sottolineato la necessità di «restituire dignità ad un territorio come la Gallura almeno con lo status di rete metropolitana, anche se non apre la porta a fondi nazionali ed europei». Adesso, ha lamentato, «non c’è nemmeno questo perché per volontà di uno o due comuni la Gallura non potrà avere la rete metropolitana a causa del tetto di abitanti fissato a 150.000; è una vera e propria discriminazione anche se è stato l’unico territorio della Sardegna che in questi anni è cresciuto con dati sotto gli occhi di tutti, la maggioranza ha mostrato di voler male ad un territorio della Sardegna ma questo però significa voler male a tutta la Sardegna».

Il consigliere Marco Tedde, anch’egli di Forza Italia, ha definito la riforma «una grande delusione per tutti e questo emendamento, in particolare, è una grande sconfitta per un territorio che assolutamente non la merita; è il corrispettivo che viene fatto annusare ai consiglieri di maggioranza del Nord Sardegna pur sapendo che non ha alcun contenuto, è il frutto della grande offensiva del presidente Pigliaru e dell’assessore Erriu contro quanti sostenevano una Sardegna differente, con due pilastri e due aree metropolitane, una Sardegna orientata a far crescere tutti con equilibrio».

Il consigliere Peppino Pinna (Udc Sardegna) ha criticato con forza «l’ostinazione nel sostenere l’idea di una sola città metropolitana maltrattando tutti i sardi che non risiedono a Cagliari, eppure il nord ha titoli uguali se non superiori a quelli del capoluogo». Particolarmente grave, ha concluso, «il silenzio dei sindaci della città interessate».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda si è riferita al significato di una parte del testo che accomuna definizioni molto diverse, le unioni dei comuni e le aree strategiche con riferimento alla «stipula di accordi con comuni contermini nel quadro di una pianificazione strategica comune».

Il consigliere del Psd’Az Marcello Orrù, contrario, si è espresso in modo molto critico sull’emendamento «inserito in una legge totalmente sbagliata, uno schiaffone in pieno volto per tutto il Nord Sardegna, per giunta col contributo di sassaresi come Pigliaru e diversi consiglieri di maggioranza; resta il fatto che il centralismo regionale deve essere riequilibrato ma non certo con surrogati privi di senso come l’invenzione della rete metropolitana».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), contrario, ha espresso un dubbio analogo a quello della consigliera Zedda perché nel testo si dice chiaramente che «le reti metropolitane svolgono funzioni fondamentali e inoltre si occupano della gestione in forma associata dei servizi pubblici, si tratta di una definizione che va corretta altrimenti non si capisce di cosa stiamo parlando».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha fornito una interpretazione diversa del testo, nel senso che «si intende che la rete metropolitana può stringere accordi con comuni contermini e non ai fini di una pianificazione strategica comune».

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.1954, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano. Il testo disciplina l’istituto della “rete metropolitana” individuandone funzioni ed organi di governo. I Comuni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore della legge, potranno deliberare di non aderire con maggioranza qualificata dei due terzi. Entro 30, inoltre, la Giunta proporrà alla commissione paritetica per l’attuazione dello Statuto uno schema di decreto legislativo per coordinare la normativa statale con quella regionale.

Subito dopo l’Aula ha respinto per alzata di mano gli emendamenti dell’opposizione n.2430, 2431, 2432. Approvato invece, sempre per alzata di mano, l’emendamento n.1955, con parere favorevole della commissione e della Giunta. Prevede che il Sindaco della città media con il maggior numero di abitanti assuma la carica di presidente della rete urbana mentre, per gli altri organi di governo, si applica la disciplina delle unioni dei Comuni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta per convocare la conferenza dei capigruppo e definire le modalità di prosecuzione dei lavori, con riferimento agli interventi degli assessori dei Trasporti e della Sanità sul grave incidente accaduto stamane a Cagliari in un tratto della rete della metropolitana di superficie. Segue