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Lavori consiglio regionale Sardegna – Il Presidente Ganau auspica l’approvazione di una legge contro la violenza sulle donne (3).

Cagliari, 25 Nov 2015 Il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha definito la mozione inopportuna e ingiusta, «che si muove su un terreno molto delicato come quello del conflitto di interessi e del ritiro di una delega, con toni eccessivi rispetto all’entità delle questioni sul tappeto, che partono da un articolo di stampa con le sue semplificazioni per sostenere che ha firmato un provvedimento con cui si scorreva una graduatoria, cosa che non ha fatto». L’assessore, ha sostenuto Lotto, «ha emanato atti rivolti alla generalità degli aventi diritto e non ad una singola azienda, mentre è stato chiarito anche il perché della proroga di quella graduatoria, senza alcun privilegio nei confronti di altre perché non c’erano i tempi tecnici». I fatti dicono, secondo il consigliere del Pd, «che è stata fatta una operazione a favore di 1500 aziende: sono questioni delicate cui occorre dare risposte molto chiare ma, in ogni caso, non giustificano la richiesta di ritiro della delega».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha ricordato in apertura che, nel passato più o meno recente, «assessori con conflitti di interesse ce ne sono stati tanti e tutti hanno erogato benefici per tutte le aziende senza beneficiare la propria; altro sarebbe stato ricavare da un provvedimento benefici personali». L’assessore Falchi, ha aggiunto Anedda, «sta dimostrando competenza e professionalità anche nel momento del dopo-alluvioni e soprattutto col Piano di sviluppo rurale che può essere un volano per l’agroalimentare in Sardegna, uno sviluppo di cui la Sardegna ha molto bisogno».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha criticato duramente la mozione «con cui si riconosce che tutto parte da una notizia di stampa, segno di un modo di fare politica che nasconde una grande ipocrisia, un modo di operare senza avere a disposizione fatti oggettivi». I cittadini, ha continuato Usula, «capiscono cosa succede in Consiglio e lo capiscono anche gli imprenditori seri che secondo i firmatari non potrebbero ricoprire ruoli istituzionali; il lavoro dell’assessore è stato sempre improntato alla correttezza ed all’efficienza e forse questo dà fastidio, danno fastidio i risultati raggiunti che mettono in ombra gestioni precedenti». Ora la Sardegna, ha ricordato il consigliere, «è stata iscritta nel registro degli allevatori del latte ovino, cosa di cui non c’era traccia al ministero, e la nostra eccellente produzione ha avuto riconoscimenti nei mercati internazionali». Si sentono prediche moralizzatrici, ha lamentato Usula, «da parte di chi ha lasciato in ginocchio interi settori dell’economia sarda, situazioni cui ora si sta cercando di porre rimedio, ma in realtà si vuole mettere in discussione il presidente della Regione, la Giunta e tutta la maggioranza; nel ciclo 2007-2013 c’era una emergenza, e si rischiava di restituire circa un terzo dei fondi e l’agricoltura sarda rischiava di perdere quasi mezzo miliardo di euro, cosa avrebbero detto i sardi se non si fosse fatto fronte a questa emergenza?». I risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti, ha concluso, «crescita di tutte le componenti della nostra agricoltura e, soprattutto, 13000 occupati in più».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha dichiarato che la mozione «è un po’ stucchevole perché l’assessore ha disposto lo scorrimento delle graduatorie per sostenere le esigenze delle imprese agricole sarde e non è nemmeno una questione di opportunità, il punto è stabilire se si sia lavorato per l’interesse pubblico». L’agricoltura sarda, ha continuato Cocco, «si sta lentamente ma costantemente risollevando e di questo va reso merito anche all’assessore; piuttosto, riprendendo le osservazioni del collega Manca, va detto che è giusto rispondere alle interrogazioni costruttive che sono utili alla maggioranza perché il Consiglio è espressione di tutti i territori della Sardegna ed occorre un dialogo continuo fra Giunta e Consiglio, forse il dibattito di oggi è inutile ma forse potrà servire anche all’assessore per cercare con più frequenza la collaborazione dell’Assemblea».

Il capogruppo dell’Udc Pierluigi Rubiu ha sostenuto che «la mozione della minoranza è coerente con l’esercizio dei poteri di controllo che il Consiglio deve sempre esercitare nei confronti dell’Esecutivo e, peraltro, nel merito l’assessore ha ammesso di aver emanato i provvedimenti contestati e la Falchi non è nuova con provvedimento su Laore addirittura precedente al suo giuramento». Quanto allo scorrimento delle graduatorie, ha puntualizzato Rubiu, «è stato selettivo e non è facile sostenere che si è trattato di una coincidenza; ora piuttosto bisogna fare una proroga per gli allevatori di latte ovino e caprino per l’iscrizione alla baca dati nazionale ed il mondo agro-pastorale sardo è in grande agitazione per i ritardi che, in qualche misura, sono addebitabili anche all’assessorato; provveda quindi immediatamente perché riguarda il 60% della produzione nazionale del settore».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è detto convinto che «si sta ingigantendo un problema minuscolo; prima di parlare bisogna pensare, eppure si vedono avvocati che difendono pubblici ministeri, non ragionano sul merito delle questioni ma ci si sofferma su una banalità». La legge, ha ricordato Cocco, «prevede la separazione fra indirizzo politico ed atti di gestione ed anzi dovremmo eliminare dall’ordinamento regionale i decreti degli assessori, in effetti se l’assessore dell’Agricoltura si fosse astenuta non avremmo potuto parlare di niente e questo dettaglio ha fatto passare in ombra i risultati positivo del suo lavoro». Non si può imbastire un processo su una vicenda inesistente, ha concluso, «ed usciamo dalle reciproche contrapposizioni: per noi la vicenda è chiusa e voteremo contro».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha replicato con durezza alle dichiarazioni del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ed ha affermato che “dovrebbe provare vergogna chi tende a banalizzare un problema di trasparenza e legalità”.

L’esponente della minoranza ha ricordato di aver evidenziato un problema su un caso specifico e circoscritto e che l’assessore Falchi – nel corso del suo intervento in Aula - ha ammesso i fatti oggetto della mozione. Pittalis ha parlato di un’operazione di mistificazione condotta da alcuni rappresentanti del centrosinistra ed ha replicato con asprezza al capogruppo di Soberania & Indipendentzia, Emilio Usula: «Non vado a ripercorrere le gesta degli assessori del passato ad incominciare dall’onorevole Muledda, perché oggi la questione è solo quella di capire se l’assessore Falchi ha posto in essere atti che configurano un conflitto di interessi».

A giudizio del capogruppo della minoranza “la misura adottata poteva essere adottata con il ricorso ai poteri sostitutivi che l’assessore avrebbe dovuto astenersi da tutti gli atti riguardando lo scorrimento della graduatoria del terzo bando della misura 121 del Psr 2007-2013.

Il presidente del Consiglio Ganau ha quindi concesso la parola all’assessore dell’Agricoltura per una ulteriore precisazione. Elisabetta falchi ha precisato che la determinazione del luglio 2015 non riporta in calce la sua firma ed ha ricordato che non esiste una normativa regionale che normi il conflitto di interesse ma che vige la la cosiddetta legge Frattini. La Falchi, dopo aver dato lettura di alcuni passaggi della legge nazionale, ha dichiarato: «Il conflitto di interesse non esiste perché non esistono i presupposti».

Intervenendo per dichiarazione di voto, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha incalzato l’assessore sulla sua firma apposta al decreto del dicembre 2014 ed ha ribadito che i presentatori della mozioni non intendono proporre accuse di illecito quando evidenziare la mancata astensione dell’assessore su alcuni atti specifici.

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha sottolineato che l’attenzione è posta soltanto “sui fatti confessati dall’assessore e dalla stessa maggioranza”: «Affermiamo che l’assessore doveva astenersi perché aveva su quegli atti interessi privati».

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha sottolineato come l’assessore Falchi nel suo ultimo intervento in Aula “si sia abbandonata ad analisi giurisprudenziali” ed ha ricordato la recente sentenza della Suprema Corta (sezione 6) che riconosce come “certa” la condizione di pubblico ufficiale dell’assessore regionale, da cui sussiste – ha spiegato Tunis - l’obbligo di astensione.

Il consigliere Ignanzio Locci (Fi) ha dichiarato il voto a favore e ha definito “timidissima” la difesa dell’operato dell’assessore mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis (Pd) ha dichiarato il voto contrario alla mozione ed ha evidenziato che lo scorrimento della graduatoria rappresenta l’interesse pubblico prevalente e che dunque, le critiche della minoranza si concentrano sull’aspetto formale piuttosto che su quello sostanziale. «Esprimo solidarietà e fiducia all’assessore – ha concluso l’esponente della maggioranza - e dichiaro il voto contrario ad una mozione strumentale e sovradimensionata rispetto al dato di fatto».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato voto contrario ed ha ribadito che l’azione dell’assessore ha avuto come obiettivo soltanto quello di evitare la restituzione dei fondi comunitari e garantire, nel contempo, ad oltre 1000 aziende agricole l’accesso ai fondi comunitari.

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha ribadito che l’assessore ha firmato “un decreto che non riguardava in misura diretta pratiche a lei riconducibili”. L’esponente della maggioranza ha quindi dichiarato voto contrario ed ha affermato: «La pratichetta dell’assessore davanti al Psr da portare avanti è una sciocchezza».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha annunciato il suo voto contrario alla mozione: «Il dato è uno solo – ha detto Cocco – 1000 imprenditori hanno avuto dei benefici dallo scorrimento delle graduatorie. Mi fido di quello che dice il presidente. Gli atti sono chiari, le procedure si sono svolte in modo legittimo. Ribadiamo il nostro no convinto alla mozione e rinnoviamo la fiducia all’assessore Falchi».

Il consigliere del Pd Deriu citando alcuni interventi precedenti ha rimarcato che la questione trattata è politica: «Si parla di fiducia e muovendo dall’assessore si arriva al presidente Pigliaru – ha sottolineato Deriu – per questo dico fiducia al presidente all’assessore e alla Giunta».

Per Mario Floris (Uds) è evidente la leggerezza commessa dall’assessore. «Lo hanno detto Pigliaru e alcuni consiglieri, lo riconosca l’assessore e noi siamo disposti a ritirare la mozione. Altrimenti questo atto passa come provvedimento lecito. Si riconosca che è stato fatto in buona fede, il resto è aria fritta».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione di sfiducia per appello nominale (ai sensi dell’articolo 118 del Regolamento).

Concluse le operazioni di voto, il presidente Ganau ha comunicato l’esito della votazione: la mozione è stata respinta con 31 voti contrari, 23 a favore e 1 astenuto.

Si è quindi passati alla discussione della mozione n.200 (Zanchetta e più) sulla necessità di ottenere, dal Governo nazionale, il riconoscimento di La Maddalena quale sede del vertice G7 del 2017.

Il primo firmatario della mozione ha ripercorso le vicende che portarono all’annullamento del G8 a La Maddalena nel 2009 con i noti fatti di cronaca che coinvolsero la cosiddetta “cricca” accusata di aver sottratto illecitamente importanti risorse pubbliche destinate ai lavori per l’organizzazione del summit internazionale. «Portare il G7 in Sardegna è un’occasione irrinunciabile per il Governo nazionale – ha esordito Zanchetta – nel 2017 si celebreranno i 250 anni della fondazione di La Maddalena, due secoli e mezzo di collaborazione leale di quella comunità con lo Stato».

Zanchetta ha quindi sottolineato la necessità di rimediare a ritardi che durano da sei anni e che non hanno consentito di avviare la riconversione economica e sociale di La Maddalena dopo la chiusura della base militare americana decisa dal governo Prodi e voluta dalla Giunta Soru. «E’ un’occasione formidabile per riavviare un percorso interrotto – ha detto il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti – lo Stato deve riaffermare i principi di sussidiarietà a sostegno di comunità minori ingannate dallo stesso Stato che in quell’occasione si è rivelato un Leviatano».

Secondo Zanchetta, lo svolgimento del G7 a La Maddalena consentirebbe di impegnare risorse importanti per le bonifiche e fare in modo che la Regione si riappropri dei beni trasferiti dallo Stato come l’ex Arsenale. «Adesso quel patrimonio è terra di nessuno – ha detto l’esponente della maggioranza – una res nullius che ha necessità di essere governata. Ecco perché è necessario riavviare un processo virtuoso lasciandosi alle spalle i passaggi delittuosi che hanno determinato il fallimento del G8, non tanto per il cambio di sede last minute ma perché non è stato dato avvio al percorso di riconversione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, fra i firmatari dalla mozione, ha auspicato una convergenza di tutto il Consiglio ed un ordine del giorno comune, ricordando che «le ferite aperte sono non solo di La Maddalena ma di tutta la Sardegna, è un scandalo che grida vendetta per lo spreco ingente di risorse pubbliche e non si può dimenticare che il G8 nacque per dare una alternativa a La Maddalena dopo la fine della presenza americana». L’iniziativa del collega Zanchetta va sostenuta con forza e ad alta voce, ha concluso, nei confronti del Governo nazionale.

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha condiviso in modo convinto il contenuto della mozione ed anche la decisione di discuterla alla presenza del presidente della Regione, come chiesto dallo stesso Zanchetta. Tenere il G7 a La Maddalena, ha affermato, «potrebbe consentire a tutti di voltare pagina rispetto ad un passato da cancellare, per tante ragioni, a cominciare dalla decisione dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi di trasferire la sede del summit all’Aquila, cosa che avrebbe meritato ben altra reazione da parte della Regione, per continuare con le ruberie della cricca a carico del bilancio dello Stato». La Maddalena, ha concluso, «ha il diritto di essere risarcita e la Regione deve impegnarsi a farlo con tutte le sue forze».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha ribadito l’adesione del suo gruppo sottolineando le legittime aspirazioni della comunità maddalenina ad avere la dovuta attenzione da parte del governo nazionale e regionale, ma ha messo in luce la proiezione dell’iniziativa in chiave turistica, «auspicando che si cominci a cominciare a ragionare sul dopo in una prospettiva di crescita economica inquadrata in una dimensione internazionale». Ci sono da superare criticità importanti, ha ricordato Crisponi, «luoghi abbandonati al degrado e opere che vanno preservate e tutelate; il G7 è un risarcimento ma ancora insufficiente rispetto alle esigenze di riscatto dell’isola e rispetto ad un processo di sviluppo sostenibile che ancora non è cominciato».

A nome della Giuna il presidente Pigliaru ha affermato che «l’argomento ha bisogno di molta attenzione ma di pochissime parole perché siamo tutti d’accordo», aggiungendo che con «il Governo abbiamo concordato le linee generali del progetto ma ci sono aspetti tecnici molto complessi che vanno approfonditi e seguiti; il dialogo va avanti con l’obiettivo condiviso di fare il massimo per portare a la Maddalena il vertice, sia per rimediare agli errori del passato che per dare una risposta a nuova a tutta la Sardegna». Siamo in attesa di ulteriore passaggio tecnico, ha concluso Pigliaru, «perché oltre a bonifiche per stare nei tempi c’è la necessità di definire la controversia fra Mita e protezione civile; siamo pronti a fare la nostra parte e posso dire che da parte del Governo c’è la disponibilità e la forte intenzione di trasformare questa idea in realtà».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, nella replica, ha espresso piena soddisfazione per le dichiarazioni del presidente Pigliaru, assicurando il pieno sostegno alla sua azione e sottolineando che «il Governo deve riconoscere a tutti i sardi e non solo a La Maddalena un risultato fondamentale, riavviando un percorso interrotto in maniera così brusca».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) si è detto favorevole alla mozione, precisando «che è finito il tempo delle parole ed è il momento di passare ai fatti; Zanchetta ha fatto bene a riproporre il problema perché il risarcimento a La Maddalena è giusto e necessario, è auspicabile quindi che la mozione sia lo slancio finale per arrivare ad un risultato concreto, a cominciare dalle bonifiche e dalla riconversione economica del territorio».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia), anch’egli favorevole, ha messo l’accento sulla grande opportunità che il G7 rapprsenta per il territorio e per tutta la Sardegna e per l’Italia intera, sottolineando che «sarebbe migliore risposta contro una vergognosa pagina di malaffare». Fasolino, infine, dopo aver auspicato il pieno successo dell’iniziativa del presidente Pigliaru, ha lamentato che «forse a suo tempo si è data troppa enfasi all’abbandono delle basi americane senza pensare soprattutto al dopo, un errore da non ripetere».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 52 voti favorevoli.

Successivamente ha tolto la seduta. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 16.00 mentre per domattina sono convocate alle 10.00 la commissione Bilancio ed alle 10.30 la commissione Autonomia. Red