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Marino ritira le dimissioni. Il Pd ai suoi consiglieri: “via dal Campidoglio”

Roma, 30 Ott 2015 - È ieri terminata nella notte, nella sede del Nazareno, la riunione dei dem con il commissario romano del Pd, Matteo Orfini, sul caso Roma, dopo il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco Ignazio Marino. Obiettivo: fare dimettere in massa i 25 consiglieri necessari allo scioglimento dell'assemblea capitolina e far decadere, di conseguenza, la giunta. E per quanto trapelato, la decisione sulle dimissioni dei consiglieri comunali Dem è slittata a oggi. Orfini, su Twitter, ha spiegato che "il gruppo è compatto" e che "non ci sono né divisioni né defezioni".

"Spiace che Ignazio Marino abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali" hanno dichiarato il commissario Pd Matteo Orfini e il capogruppo in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, al termine della riunione al Nazareno.

Secondo fonti Pd, sarebbero già 25 i consiglieri comunali decisi a dimettersi per 'facilitare' la fine della giunta Marino: oltre ai 19 consiglieri dem, ci sarebbero i 2 della lista Marchini (Marchini stesso e Alessandro Onorato), Parrucci di Centro Democratico, Cantiani del PdL, Svetlana Celli e Di Noi del gruppo Misto. A questi si aggiungerebbe Sveva Belviso che ha già fatto sapere di essere pronta a dimettersi una volta raggiunta quota 25, con la matematica impossibilità del Consiglio Comunale a riunirsi.

Nel revocare le dimissioni, Marino ha ammesso gli errori fatti ma ha rivendicato con orgoglio anche i risultati raggiunti, dal "risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate" al "ripristino della legalità". E, proprio attraverso la lettera con cui ha ritirato le sue dimissioni, ha fatto appello alla sua maggioranza, chiedendo di non "eludere il dibattito pubblico, con un confronto chiaro per spiegare alla città cosa sta accadendo e come vorremo andare avanti". L'atteso confronto nell'Aula consiliare.

Il ritiro delle sue dimissioni, annunciato nel pomeriggio di ieri, è diventato ufficiale in serata quando il documento è stato protocollato in Campidoglio.

"Sono stato eletto con il voto favorevole del 64 per cento delle romane e dei romani. Con un programma che ha fermato il consociativismo, ha fortemente voluto il risanamento dei debiti miliardari nel Comune e nelle aziende municipalizzate. Oggi la città può riprendere ad investire - ha rivendicato Marino -. Mentre sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l'obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza dell'agire amministrativo, mi è chiaro che questo sforzo non è stato da solo sufficiente a garantire i necessari risultati di buon governo della città - la sua ammissione -. Pur rivendicando ogni atto e ogni scelta fatta in questi due anni e mezzo per cambiare Roma, non ho difficoltà ad ammettere alcuni errori. Costretto dalle difficoltà e dalla resistenza dei poteri che stavamo sfidando a lavorare giorno e notte per portare a risultato ognuna delle nostre scelte, ho dato l'impressione di non voler dialogare e di non voler condividere queste scelte con la città, che talvolta ha così ha percepito di subirle".

"Per il sacrale rispetto che si deve alla stessa Assemblea ed alle sue prerogative, espressioni della sovrana volontà popolare, ritengo di dover sospendere (nelle more della convocazione richiesta) le riunioni dell'organo di governo capitolino - ha spiegato il sindaco - e di conseguenza di inibire momentaneamente gli effetti degli atti di conferimento delle deleghe assessorili, in attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato".

Dopo l'annuncio di Marino di voler restare in campo, 7 assessori si sono dimessi dalla giunta guidata dal sindaco. Oltre al vicesindaco Marco Causi, Stefano Esposito e Luigina Di Liegro, che hanno rassegnato le dimissioni nel pomeriggio di ieri, al termine della seduta di giunta altri quattro assessori hanno confermato di rimettere il loro mandato: Alfonso Sabella, Giovanna Marinelli, Maurizio Pucci, Marco Rossi Doria. Nell'esecutivo capitolino restano dunque 5 assessori: Marta Leonori, Francesca Danese, Estella Marino, Alessandra Cattoi e Giovanni Caudo.