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Dieci anni fa sequestrava e violentava ripetutamente una donna, braccato dai carabinieri si costituisce in carcere dove sconterà 10 anni di reclusione per sequestro di persona, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo.

Nel febbraio del 2005, a Dorgali, una donna che attendeva l’autobus venne avvicinata da due giovani che le offrivano un passaggio. Una volta convinta a seguirli a bordo della loro autovettura, per la donna sarebbe cominciato un incubo, finito solo due giorni dopo. Infatti, i due giovani, Sebastiano Mulas, di 40 anni, pregiudicato dorgalese e in Gaetano Mureddu, di 35 anni, di Onifai (Nu), pregiudicato, invece di accompagnarla a Cala Gonone, dove la donna era diretta, la condussero in loc. “Sant’Elene”, dove Mulas possedeva un ovile e, dopo averla segregata all’interno, la violentarono ripetutamente a turno.

La tragedia della poveretta continuò, il giorno successivo, presso una villetta di Sos Alinos, dove i due violentatori la portarono forse per consumare con più tranquillità le loro violenze. Infatti, qui i due abusarono ancora della donna fino a tarda sera, quando, probabilmente preoccupati delle ripercussioni che il loro gesto avrebbe potuto sortire, decisero di liberare la donna nei pressi della località “Osolai” di Dorgali, non prima però di averla minacciata di non dire a nessuno di quanto successo. Subito dopo la vittima della brutale violenza, venne ritrovata, soccorsa e trovata in evidente stato confusionale, da alcuni passanti e accompagnata immediatamente all’ospedale di Nuoro, date le sue precarie condizioni psicofisiche.

L’allarme pose immediatamente i carabinieri della Stazione di Dorgali sulle tracce dei due malviventi che, identificati, vennero indagati e nei loro confronti venne intrapresa una serrata attività investigativa che permise di accertare le responsabilità. Quindi nei loro confronti furono emesse misure cautelari in carcere terminate le quali, in attesa del giudizio, furono rimessi in libertà.

Nel settembre del 2006 il Mulas è morto, vittima di un incidente stradale, mentre per il Mureddu la giustizia ha fatto il suo corso. Resosi irreperibile dal giorno 10 luglio, gli investigatori della Stazione di Irgoli e del Nucleo operativo della compagnia di Siniscola, hanno passato al setaccio tutti i suoi movimenti, da Onifai a Dorgali, sino a Bultei, piccolo centro del sassarese e, dopo una lunga mediazione, lo hanno convinto a costituirsi presso il carcere di Lanusei. L’uomo, in esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello ii Cagliari, deve espiare la pena principale di 10 anni, di reclusione nonché quelle accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dall’esercizio di tutela e curatela, in quanto condannato quale autore dei reati di sequestro di persona, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo.

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