“Oggi una parte dei dipendenti delle imprese della ristorazione e dei pubblici esercizi è in stato di agitazione. Mi preme sottolineare che lo sciopero del personale dipendente è stato proclamato, in maniera unitaria, dalle organizzazioni sindacali di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, a seguito dell’atteggiamento assunto al tavolo negoziale da parte della Fipe–Confcommercio che, il 28 ottobre scorso, ha comunicato il recesso dal contratto nazionale di lavoro del settore turismo, a partire dal 1° maggio 2014. Un atto che appare, soprattutto in questa fase, essenzialmente a contenuto politico”, commenta Marco Sulis, presidente regionale della Fiepet, la Federazione italiana esercenti pubblici e turistici aderente alla Confesercenti.
“L’atto di disdetta del contratto – aggiunge Sulis – pone la Fipe in una posizione diversa rispetto alle altre organizzazioni imprenditoriali della stessa Confcommercio, quali Federalberghi, Fiavet (agenzie di viaggio e tour operator) e Faita (campeggi) le quali, al contrario, hanno dichiarato di voler riprendere la trattativa con i sindacati dei lavoratori. Uguale posizione di tenuta del tavolo negoziale, seppure con uno stop di qualche mese, si regista da parte della Federturismo, aderente alla Confindustria.
Per quanto di nostra competenza, la delegazione nazionale della Fiepet-Confesercenti ha già incontrato ufficialmente – in quattro riunioni – i responsabili dei sindacati dei lavoratori e aperto le trattative sul rinnovo del contratto in maniera seria e responsabile, ponendo sul tavolo del negoziato una serie di questioni e di soluzioni che tengono conto del particolare e difficile momento che le imprese del settore turistico stanno vivendo, e chiedendo ufficialmente una moratoria di almeno un anno dell’attuale contratto, scaduto lo scorso aprile. Pertanto, Confesercenti e Fiepet faranno presente ai sindacati l’intenzione di riprendere il negoziato sulla base delle richieste a suo tempo formulate dalla nostra delegazione, senza però giungere a comportamenti irresponsabili che rischiano di danneggiare ancor più l’attività ed il servizio offerto dalle imprese rappresentate”. Com