"Grazie Santità" scritto con un pennarello rosso su uno striscione appeso a una transenna: il messaggio a Francesco davanti alla Basilica di Bonaria è stato sistemato alle 3.30.
Ma, assicurano i volontari, i primi fedeli in piazza dei Centomila (così ribattezzata ai tempi della visita di Paolo VI negli anni Settanta), si sono visti intorno a mezzanotte. Un pellegrinaggio durato tutta la notte. E quando il Santo Padre si è affacciato dalla scalinata della chiesa lo spettacolo era mozzafiato: una marea di persone che arrivava sino al porticciolo di Su Siccu.
Un entusiasmo che ha coinvolto tra i 400 e i 500mila sardi nella stretta successione di appuntamenti che hanno "fermato" l'Isola dalle 8.30 fino alle 18.30. Un affetto "mondiale", quello per il Papa, che ha contagiato non solo Cagliari, ma tutta la regione: dall'alba hanno viaggiato in direzione del capoluogo un centinaio di pullman.
Quanto la Sardegna, terra che sente forte il peso della crisi e della disoccupazione, aspettasse il Papa si è visto subito, sin dall'arrivo del pontefice a bordo del Falcon 900L all'aeroporto di Elmas con il primo caldo abbraccio dei fedeli al ritmo di "Francesco, Francesco". Il Papa è salito subito su una Ford Focus azzurra, ma ha chiesto all'autista di avvicinarsi alle transenne e alla postazione occupata da una decina di disabili. Un sorriso e poi un cenno con la mano come dire: ci vediamo dopo.
Ma il vero bagno di folla è stato all'ingresso in città, da viale Sant'Avendrace: un'accoglienza festosa con il Pontefice che si è inchinato per salutare alcuni fedeli con un "cinque". Un crescendo, man mano che si entrava nel cuore di Cagliari: migliaia di persone all'appuntamento con i lavoratori nel Largo Carlo Felice.
E poi l'esplosione davanti a Bonaria. Ottantamila fedeli accreditati all'interno del recinto protetto dai varchi di ingresso con tante migliaia di persone rimaste fuori. Molti hanno cercato fino all'ultimo di entrare. L'assalto è riuscito per qualche minuto in viale Colombo, all'altezza dell'istituto Buccari: lì le transenne non hanno resistito all'impeto della folla che voleva avvicinarsi al palco sopra le scalinate.
Lo hanno gridato in tanti: per favore fateci vedere il Papa. Tutti quelli che hanno preferito stare lontano dalla Basilica hanno aspettato sistemati dietro le transenne del percorso tra il sagrato di Bonaria e il Seminario arcivescovile, la struttura che ha ospitato il pranzo rigorosamente in salsa sarda tra un leggero antipasto di terra e di mare, culurgiones di Lanusei (tipici ravioli ogliastrini), maialetto e vino rosso Cannonau di Jerzu.
Applausi, striscioni e cori per il Papa anche nel tragitto per la Cattedrale e poi nuova immersione in mezzo alla folla fuori dalla facoltà di Teologia.
Con la papamobile che camminava davvero a passo d'uomo. E con il Pontefice che si è fermato a baciare tutti i bambini che ha incrociato nella sua strada. Appuntamento finale di nuovo nel Largo. Infine il saluto di un intero popolo: non un addio, ma un arrivederci a un amico che sembra di conoscere da sempre. In maniera molto confidenziale. "è uno di noi, il nostro faro". Emblematico uno striscione appeso dal balcone di un palazzo: "Papa Checco, sali a casa a prendere un caffè?".