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Decreto Grilli. Allarme Cna: costi aggiuntivi insostenibili per imprese e cittadini sardi

«Il governo pare non aver compreso fino in fondo che la pressione fiscale, l’irresponsabile allungamento dei tempi con cui si liquidano i crediti vantati dalle imprese e l’assenza di un semplice e funzionale meccanismo di compensazione tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo Stato alimentano un tasso di “disperazione sociale” in cui si iscrivono purtroppo le tragedie che in questi giorni funestano anche la Sardegna».

Lo affermano i vertici della Cna regionale Bruno Marras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale dell’associazione, in relazione allo studio della Cna nazionale secondo cui dal decreto Grilli scaturiranno oneri fiscali e costi burocratici aggiuntivi per circa 10 miliardi di euro. «Il decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, invece di risolvere i problemi delle iprese, nasconde un ulteriore e gravoso appesantimento degli oneri amministrativi e burocratici sia per le aziende che per i cittadini - sottolineano i vertici della Cna sarda -.

Non è possibile che si carichino interamente sulle imprese e sui cittadini gli oneri dei controlli fiscali e delle inefficienze delle amministrazioni locali». In particolare – secondo lo studio della Cna –l’aumento di 30 centesimi al metro quadro della Tares per il 2013 porterà ben due miliardi di maggiori oneri che si scaricheranno sui contribuenti. Sempre in materia di Tares la Cna contesta il fatto che da un lato venga lasciata ai Comuni la facoltà di decidere il numero di rate con le quali il tributo deve essere pagato, dall’altro si addossi ai contribuenti l’onere di calcolare la rateizzazione e la liquidazione che comporterà oltre sei miliardi di maggiori oneri. Un ulteriore appesantimento burocratico – sottolinea la Cna Sardegna - è dato dall’obbligo, per i contribuenti, di dover fare due calcoli distinti per il versamento dell’Imu, prima in acconto e poi a saldo.

«Lasciare mano libera ai Comuni per modificare nel corso dell’anno le aliquote senza alcuna limitazione ha raddoppiato gli oneri amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese», sostengono i vertici della Cna sarda, «con un ulteriore aggravio complessivo di circa un miliardo e mezzo per i contribuenti». Nell’aggravio dei costi che ricadranno sul sistema produttivo la Cna computa anche la mancata abrogazione della norma che impone la corresponsabilità dell’Iva e delle ritenute per appalti e sub-appalti, pari, secondo l’associazione artigiana, ad altri 1,296 miliardi di euro di oneri. Un piccolo imprenditore che possiede un immobile industriale e due abitazioni di media dimensione con la nuova normativa spenderà 3500 euro in più ogni anno - denuncia la Cna sottolineando come gli effetti saranno devastanti anche per i cittadini. «Si tratta – concludono Marras e Porcu - di un appesantimento che le imprese e le famiglie sarde, già arrivate allo stremo, non possono sostenere».

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