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Bersani: se qualcuno protesta, no al confronto in tv

Al Pd non piace la formula degli appelli al voto riservati alle tre coalizioni più grandi prima e se qualcuno protesterà, i democratici si tireranno fuori. Lo ha detto il leader Pd Pier Luigi Bersani durante un incontro con i giornalisti. "Ritengo che i contendenti abbiamo pari diritto, io sempre detto o tutti o nessuno. Adesso hanno deciso che fanno tre conferenze stampa per i primi tre, ma alla prima obiezione noi non ci stiamo"

"Lo dico alla stampa di destra: noi non siamo delle mammolette. Se pensano di fare i picchiatori con delle mammolette si sbagliano, non è consentito a nessuno toccare e sfregiare il buon nome del Pd". Lo ha detto Pier Luigi Bersani nel corso di una conferenza stampa a Roma.

"Come al solito la destra solleva polveroni e cerca di strumentalizzare in materia irresponsabile il tema", ha detto il segretario del Pd presentando gli spot per la campagna elettorale.

"Emerge sempre più chiaro che vi sono problemi che riguardano la struttura manageriale della banca e che semmai se verrà fuori il tema del rafforzamento della regolazione del sistema, per esempio dal lato degli strumenti di controllo di meccanismi come i derivati, noi siamo a nozze noi perchè sono anni, che spingiamo", ha assicurato.

"Se ci sarà una commissione di inchiesta intendiamo che vadano a vedere questi strumenti incoraggiati dalla destra contro la nostra idea", ha insistito Bersani. "Se la destra insiste a descriverci come quelli delle banche ha una bella faccia tosta - ha detto ancora - chi ha tirato via il massimo scoperto e chi ce l'ha rimesso? Contro chi urlavano le banche, contro Tremonti? Ma chi ha fatto la portabilità dei mutui?". E' la destra, ha ricordato, "che ha tolto il falso in bilancio. Io come prima cosa lo rimetterò".

Pier Luigi Bersani ha invitato le forze politiche a discutere in modo propositivo di ricette anticrisi e non solo per slogan. "Tutti sti politicismi non li sopporto e penso che gli italiani non li sopportino", ha detto il segretario del Pd nel corso di una conferenza stampa a Roma, "rischia di sfuggirci il senso di quanto sta accadendo. Siamo nella più grave crisi dal Dopoguerra, discutiamo come ne usciamo seriamente e senza tirare fuori conigli dai cappelli".

Bersani è poi tornato a ironizzare sui 'guru'. "La cosa è molto molto complicata perche' arrivano dei guru dal mondo che dicono attacca l'avversario e lascia stare i problemi, poi il guru torna a casa e i problemi che li abbiamo ancora", ha detto. "Bisogna mettere al centro la discussione che si chiama lavoro e trovare delle chiavi per produrre un po' di lavoro, investimenti, politica industriale. Con chi? con chi ci sta a discutere. Chi ha il 51% ha il dovere di esprimere una piattaforma di governo e di rivolgersi con la mente aperta a tutte le forze politiche civiche, democratiche che vogliono dare una mano. per cosa? per riforme o governo? vediamo, di certo non posso rivolgermi a forze demagogiche che ci hanno portato al disastro", ha ribadito.

Pier Luigi Bersani ha invitato a non sollevare polveroni sull'inchiesta che ha coinvolto i consiglieri regionali della Lombardia. "Vediamo anche lì di non fare dei polveroni e di mettere tutti nel mucchi", ha detto nel corso di una conferenza stampa.

"Non sto parlando di singoli casi. Ho letto di nostri consiglieri che ridimensionano tutto e speriamo sia così. Ma deve valere il principio che non si fa la spesa con i soldi pubblici. O lo si capisce o lo si fa capire", ha sottolineato il segretario del Pd.

"Bisogna fare chiarezza e ripristinare un principio della politica che deve avere una sua dignità e sobrietà. Io metto la moralità pubblica al primo punto, per ottenere anche moralità privata. A Firenze dirò elementi più precisi di questa piattaforma, ma ci vogliono norme più nette", ha insistito.