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Il giallo dei simboli elettorali: depositati falsi per M5S e Monti

Sono stati depositati ed esposti in bacheca al Viminale i primi simboli elettorali per le elezioni politiche. I più 'veloci', sono stati gli esponenti del Maie, Movimento associativo italiani all'estero. Al secondo posto risulta un Movimento 5 stelle ma non è quello fondato e guidato da Beppe Grillo, anche se ne riprende quasi esattamente la scritta con la V in rosso e le 5 stelle di un giallo leggermente più scuro. L'autentico simbolo del Movimento 5 stelle con la scritta Beppe Grillo.it risulta al sesto posto.

Analoga questione di 'copyright' si ripropone con il simbolo al terzo posto che riporta la scritta Rivoluzione civile e riproduce stilizzato il quadro del Quarto Stato, simile in tutto al Movimento arancione guidato dall'ex Pm di Palermo Antonio Ingroia, salvo per il fatto che il nome del magistrato non compare nel simbolo, mentre è presente in quello 'autentico' che ancora deve essere esposto in bacheca.

Al quarto posto figura il Partito pirata con il classico teschio e due spade incrociate e al quinto la fiamma verde, bianca e rossa del Msi, Movimento sociale italiano destra nazionale. Nella bacheca del Viminale dove vengono affissi i contrassegni depositati per le elezioni politiche figurano, uno accanto all'altro, tre simboli dove campeggia il nome 'Monti', ma uno di essi non ha nulla a che vedere con la coalizione che appoggia il premier uscente. Ed è proprio quello che precede gli altri due.

Al settimo posto, infatti, è stato affisso il simbolo con la scritta 'Monti presidente per l'Europa', con il cognome a caratteri cubitali e in alto a sinistra un cuoricino con i colori della bandiera europea. A presentarlo e' un piemontese delle Langhe che si chiama Samuele Monti, consigliere comunale a Frabosa Soprana in provincia di Cuneo.

Subito dopo, all'ottavo e al nono posto, gli 'autentici' contrassegni che si richiamano a Mario Monti: il primo con la scritta 'Con Monti per l'Italia' per il Senato, il secondo identico ma con la dicitura 'Scelta civica' sopra il tricolore per la Camera.

"C'è un simbolo farlocco del M5S che qualcuno ha presentato prima di noi. Come è possibile? Chi c'è dietro?". Beppe Grillo denuncia sul suo blog l'ultimo caso nato con la presentazione dei simboli elettorali.

Andrea Massimiliano Danilo Foti, nato a Catania il 31 luglio 1976, ha presentato un simbolo del Movimento 5 Stelle praticamente identico a quello di Beppe Grillo. L'unica differenza è la mancanza del nome Grillo. Foti è però arrivato al Viminale prima del Movimento 5 Stelle che fa capo al comico genovese.

Stessa cosa per Massimiliano Loda, nato a Lodi, il 17 gennaio 1976, che ha presentato il simbolo Rivoluzione Civile con tanto di 'quarto stato' di Pellizza da Volpedo. Il suo simbolo è praticamente identico a quello di Ingroia, ma e' stato presentato prima al Ministero dell'Interno.

La presentazione dei simboli al Viminale ha riservato altre sorprese. Mario Monti ha ora il problema di Samuele Monti, nato a Torino il 3/5/65 e  consigliere comunale di Frabosa Soprana, comune del Piemonte. Samuele ha presentato prima di Mario il simbolo 'per l'Europa Monti Presidente www.montipremier.eu'.

 Bandiere nere con teschio e tibie incrociate. E coltello tra i denti. Non siamo ai Caraibi ma sulla piazza del Viminale, perché nelle acque agitate della politica è scoppiata la 'guerra dei Pirati'. Sulla bacheca del ministero dell'Interno sono stati infatti esposti tre contrassegni elettorali con questa dicitura, due 'Partito Pirata' e un 'Movimento Pirata'. Le formazioni omonime si danno battaglia rivendicando ciascuna di essere la vera 'ciurma' in corsa per abbordare il Palazzo.

C'è quindi un 'Partito Pirata', che con Tommaso Fonzo questa mattina ha consegnato il contrassegno elettorale al ministero dell'Interno. "Sollecitiamo la partecipazione diretta dei cittadini nella costruzione del programma politico -spiega all'Adnkronos-attraverso la piattaforma 'liquid feedback', con la quale migliaia di persone si riuniscono in assemblea permanente per deliberare ogni decisione politica e amministrativa del partito: una testa e un voto, su tutto".

Quanto ai concorrenti dell'altra lista pirata, Fonzo precisa: "Manuel Marsili non appartiene al Partito Pirata ed e' stato precedentemente diffidato dal Tribunale di Milano a fare uso del nome del Partito. Si tratta di un'inibizione di qualsiasi uso del nome 'Partito Pirata', anche in lingua straniera, con nome di dominio e del proprio segno grafico, con la fissazione di una penale adeguata e la pubblicazione del provvedimento".

Non ci sta a farsi 'issare sul pennone' Manuel Marsili, portavoce dell'altro schieramento. "Siamo l'unico Partito Pirata che l'anno scorso ha partecipato alle amministrative e quest'anno corre per le politiche e le regionali", precisa. Con gli altri partiti simili, spiega, "c'è una causa in corso, per stabilire definitivamente chi sono i veri pirati. Questa schermaglia si concluderà tra qualche anno, con la sentenza del tribunale di Milano".

"Abbiamo appena presentato il nostro simbolo, è sulla bacheca del Viminale come quarto logo. Non ci inventiamo in politica stamattina -fa notare Marsili- sono stato candidato presidente in Lombardia già nel 2005 e sono consigliere comunale di Brienno, in provincia di Como con il Partito Pirata". E, in termini marinareschi, aggiunge: "noi cerchiamo buon vento, loro vadano fuori dalla
cambusa".