Sarebbe saltata l’intesa sulle liste di Camera e Senato tra il segretario del Pd sardo Silvio Lai e Pierluigi Bersani. Infatti, la presunta rottura è arrivata dopo una riunione di oltre un'ora a Roma con la delegazione sarda della direzione nazionale
Non vengono per nulla digerite le presenze di Luigi Manconi, quarto al Senato e di un non meglio identificato candidato alla Camera (sempre al quarto posto), e, quindi, si rischia di far uscire Gavino Manca e Paolo Fadda dai sicuri eletti. Per questo fatto la consigliere regionale Francesca Barracciu afferma che si tratta di "una porcata peggio del porcellum".
Secondo uno schema, tutto ancora da accertare, alla Camera sarebbe capolista il segretario del Sulcis, Emanuele Cani, in quota nazionale, mentre al Senato il segretario regionale, Silvio Lai, che (è stato fatto trapelare ma certamente non sacrificherà i suo destino per salvare quello di altri) potrebbe non essere più disponibile dopo il disaccordo con Roma.
In questo modo a rischio per la Camera ci sarebbe il renziano Gavino Manca (che risulterebbe nono in lista) mentre per il Senato l'uscente Paolo Fadda (forse quinto in lista). Nel frattempo la base del Pd sardo, non solo quella del Sulcis, è pronta alla mobilitazione e a non partecipare ad una campagna elettorale che non sia rispettosa dell'esito delle primarie.
Ci sono delle ragioni che hanno determinato le proteste del Pd sardo: intanto la presenza del sociologo sassarese Luigi Manconi, quarto al Senato, e un volto sconosciuto alla Camera - la lista ufficiale della Camera approvata ieri nella capitale recita testualmente, al quarto posto, "nazionale altri partiti". Che significa: un socialista: forse - corre voce - Bobo Craxi, oppure l’assurdo, con Claudio Martelli che in Sardegna certamente non prenderà molti voti. Quindi per Gavino Manca e Paolo Fadda, entrambi considerati già eletti sin dalle primarie, se messi tra i penultimi, la loro elezione è poco probabile, cosa comunque i sardi non notteranno certamente visto lo scarso valore romano che Fadda ha avuto a Roma nella sua legislatura e che certamente i sardi in generale non sentiranno la sua mancanza dallo scranno degli ‘schiscia button’ come lo sono stati i parlamentari in questi ultimi anni che non hanno fatto nulla per l’isola e i suoi abitanti.