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Terrore a Scampia, i killer uccidono in un asilo sparando a pochi passi dai bambini

Gli spari non li hanno sentiti. Stavano cantando, stavano preparando la recita di Natale, i bimbi di Scampia. I più piccoli tre anni; i più grandi cinque. Per fortuna forse neanche hanno capito cosa è successo davanti alla loro scuola. In un cortile dove ogni giorno si gioca, per fortuna forse non hanno capito che oggi è arrivata la camorra e il sangue dell'ennesimo morto ammazzato.

Si perché la faida di Scampia è entrata anche li, negli spazi di una scuola materna. Uccidendo senza porsi limiti, proprio come si fa in una guerra. Luigi Lucenti, 50 anni, pregiudicato, in quella scuola di via Fratelli Cervi, voleva rifugiarsi. I sicari lo avevano aspettato sotto casa, cinquanta metri più la. Erano arrivati a bordo di uno scooter, il viso coperto.

La pistola, però, li ha traditi: si  inceppata, stando alla ricostruzione che alcuni testimoni hanno riferito ai Carabinieri. Lucenti ha cercato di approfittare di quel mezzo miracolo, di salvarsi. Ha cominciato a correre, a scappare, verso un luogo che forse considerava inviolabile. E' arrivato in quel cortile, ma a pochi passi dall'ingresso della scuola materna, i sicari hanno messo in atto l'ultima fase di un'esecuzione che segna una nuova e più tragica pagina nella storia di Scampia: un assassinio nel cortile dell'asilo.
Una storia che il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ricorda in maniera lapidaria: "E' una ferita sempre aperta". Da oggi più' dolorosa perché mentre dentro i bimbi cantavano la pace e il Natale, fuori la camorra sparava. Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, "sparare nel cortile di una scuola è un atto terroristico" mentre il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, spiega che "l'escalation di violenza ha raggiunto livelli non più sostenibili". Quattro i bossoli ritrovati per terra. Tre i colpi andati a segno: due al torace e uno alla testa.

Dai primi accertamenti dei Carabinieri sembra che Lucenti - che aveva precedenti per estorsione, droga e associazione per delinquere - fosse considerato vicino al clan Abbinante. Cioé, gli Scissionisti, chi lotta, o meglio è in guerra, contro i cosiddetti Girati. Una faida che sta facendo allungare sempre di più la lista dei morti ammazzati. E che è sempre più in mano alle nuove leve: giovanissimi boss, 20 anni al massimo 30. Basti pensare che il più 'vecchio' tra i destinatari del 'wanted' emesso dalle forze dell'ordine, Marco Di Lauro, figlio del super boss Paolo (latitante da otto anni), ha solo 32 anni.

L'agguato potrebbe rientrare nella faida Scissionisti-Girati, ma potrebbe anche essere frutto di una vendetta interna al clan. Una docente del Lotto U del Quinto Circolo didattico 'Eugenio Montale', li dove c'è stato l'agguato, ha raccontato che i bimbi non si sono accorti di nulla. A scuola, come ogni giorno, dovevano restare fino alle quattro di pomeriggio. Ma appena la notizia dell'agguato si è diffusa nei viali di Scampia, i genitori con il fiato in gola si sono precipitati a scuola.

"Li abbiamo fatto uscire da un ingresso secondario, non hanno visto il cadavere, non si sono accorti di nulla", racconta ancora la docente. Per fortuna, visto che il cortile della scuola era diventato in una manciata di secondi un lago di sangue. L'ultima volta, neanche un mese fa, la camorra sparò e uccise in un bar di Secodigliano. Anche quella volta tra la folla. E tra la folla, il 13 novembre scorso, si sparò anche a San Giorgio a Cremano: anche quella volta davanti ad una scuola.

I limiti, la camorra, non se li è mai posti, uccidendo spesso, troppo spesso, anche vittime innocenti. Oggi si è rischiato di andare oltre, se oltre è possibile. Si è rischiato che i sicari entrassero nella scuola materna. Pochi passi e i bimbi questa volta avrebbero visto tutto. E il sangue della camorra avrebbe, così, macchiato anche loro.