Organizzata dal comando compagnia carabinieri di Carbonia e dalle sezioni Anc di Sant’Antioco e Calasetta, domani, alle ore 17.30, presso la chiesa di Santa Maria Goretti di Sant’Antioco, verrà celebrata, la ricorrenza della Virgo Fidelis, patrona dell’arma dei carabinieri.
La messa sarà celebrata dal vescovo mons. Zedda e concelebrata da don elio tinti e dai cappellani militari Don Sergio e Don Giancarlo, il primo cappellano della legione carabinieri ed il secondo della scuola allievi di Iglesias.
La scelta della madonna "Virgo Fidelis", come celeste patrona dell'arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la patria, è caratteristica dell'arma dei carabinieri che ha per motto: "nei secoli fedele".
L'8 dicembre 1949 sua Santità Pio XII di V.M., accogliendo l'istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria "Virgo Fidelis patrona dei carabinieri", fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria vergine al tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.
Per l'epica resistenza di Culqualber la bandiera dell'arma è stata insignita di una seconda medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: «glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d'africa, la vittoria delle nostre armi.
Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'arma». Com