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Sanità, Sla: Cappellacci e De Francisci: regione continua sostegno, nel 2012 179 milioni per fondo non autosufficienza

“Nella spesa per il sociale e in particolare per le disabilità gravi, la Sardegna continuerà a garantire il proprio sostegno ai pazienti e alle loro famiglie, con la consapevolezza di essere una regione tra le prime in Italia come livello di assistenza. Anche nel 2012 la Regione ha stanziato quasi 189 milioni di euro, e 130 di questi sono destinati a programmi come “Ritornare a casa” (piano rivolto ai malati di Sla) e la legge 162.

Continueremo in questo impegno, auspicando che lo sforzo economico della Sardegna possa essere sostenuto dallo Stato e dal Governo in particolare”. È il commento del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, al termine della visita di questo pomeriggio dei ministri del Lavoro e della Salute, Fornero e Balduzzi, a Salvatore Usala, membro Commissione Sla e segretario del Comitato 16 novembre. Cappellacci si è poi detto disponibile a illustrare agli altri colleghi delle Regioni i vantaggi di un modello avviato nel 2007, portato avanti in questi ultimi e ormai ben sperimentato, anche perché investire sul sociale crea posti di lavoro ed è anche un risparmio in termini sanitari, dato questo da non sottovalutare in un periodo di tagli come quello attuale.

La legge finanziaria 2012 ha destinato al Fondo per la non autosufficienza 176,9 milioni e fino a settembre 2012  sono stati liquidati 23 milioni di euro solo per i progetti di “Ritornare a Casa”.  Nel 2011 invece la Finanziaria regionale aveva destinato al Fondo per la non autosufficienza 163,8 milioni e sono stati liquidati 18,3 milioni per “Ritornare a Casa”.
Per quanto riguarda il programma “Ritornare a casa”, questo è finalizzato a favorire il rientro in famiglia, nella comunità di appartenenza o in un ambiente di vita di tipo familiare, delle persone inserite in strutture residenziali a carattere socio- sanitario, oltre che a sostenere le famiglie delle persone in difficoltà, attraverso l'organizzazione di una rete di servizi di assistenza. Il programma è attuato attraverso il finanziamento di progetti personalizzati che stabiliscono l'intesa assistenziale terapeutica tra la persona interessata, la famiglia, gli operatori sociali e sanitari.