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Berlusconi attacca il governo: potremmo staccare la spina

Con un triplo salto mortale Silvio Berlusconi ribalta tutto e, il giorno dopo la sentenza Mediaset, torna in campo con la forza di un carro armato. Contro Monti, a cui minaccia di togliere la fiducia, contro la deriva verso la 'magistratocrazia' e brandendo ancora una volta il vessillo della lotta alla pressione delle tasse, a quella che chiama l' "estorsione fiscale".

Un attacco inaspettato, per tutti. Probabilmente anche per lo stesso Monti. Da Palazzo Chigi non trapela a caldo nessuna reazione. Probabilmente in attesa di comprendere la portata dell'affondo del Cavaliere. La veemenza con la quale riprende in mano lo scettro del centrodestra per guidarlo verso il voto ("ma - assicura - senza candidarmi premier") porta molti a parlare di un nuovo 'Predellino'.

E' scatenato l'ex premier, confessa di essere stato in disparte per un anno sperando di fare il bene dell'Italia: ma ora che la spirale della recessione, provocata dalla politica di Monti, minaccia seriamente la ripresa dice basta e minaccia di far cadere il governo. "Nei prossimi giorni esamineremo la situazione e decideremo se sia meglio togliere immediatamente la fiducia a questo governo o conservarla dato l'arrivo delle elezioni". C'è, spiega, il timore di un rialzo dello spread. Ma l'impressione è che il Cavaliere sia fortemente tentato di arrivare subito allo show down e che a frenarlo siano le solite 'colombe'. Comunque, la mossa di Berlusconi scatena una sorta di reazione a catena.

Mina il senso e la portata delle primarie del Pdl, a cui il centrodestra guardava con sollievo come l'unica possibilità di rifondare e rilanciare il partito. Chiude, nonostante un appello rivolti ancora oggi a Udc e Montezemolo ("devono considerarsi parte del centrodestra") alla possibilità di un'alleanza tra Alfano e Casini, ipotizzabile solo in presenza di un suo effettivo passo indietro. E, allo stesso tempo, rafforza il nascente rassemblement dei moderati e da' una mano alla campagna elettorale di Bersani e Vendola che ora hanno gioco facile ad unirsi nella battaglia contro il ritorno del 'caimano'.

"Altro che unione dei moderati nel nome del Ppe! Le parole di Berlusconi sono il manifesto politico del populismo antieuropeo e autoritario", commenta Gianfranco Fini. Casini tace ma il segretario Udc Cesa e' sulla stessa onda del leader di Fli. Plaude invece Maroni, rafforzando l'ipotesi di una nuova ripresa dell'alleanza con la Lega. Il Berlusconi di oggi si togli parecchi sassolini dalla scarpa. A partire dal rapporto con tedeschi e francesi nel pieno della bufera economica.

"Con quei sorrisi la Merkel e Sarkozy tentarono l'assassinio politico della mia credibilità internazionale", si sfoga l'ex premier che si scaglia contro l'egemonia tedesca, contro le misure imposte all'Italia e contro quel rigore che, unito al trattamento usato dalla Guardia di Finanza con i suoi blitz nei negozi e nelle località di grido, deprime l'economia. "Gli italiani sono spaventati, c'è un trattamento violento del contribuente", dice Berlusconi che lancia così il 'suo' programma per vincere le elezioni. Con i punti nodali tante volte declinati negli anni: le riforme costituzionali che devono dare più potere al governo, la riforma della giustizia, il taglio delle tasse, a partire da quelle sulla casa, suo cavallo di battaglia.

"Le sue intemerate odierne vanno considerate per quello che sono: uno sfogo, legittimo seppur tardivo, di uno statista che ha dovuto mandar giù qualche rospo per il bene dell'Italia" spiega Osvaldo Napoli, il primo a scommettere che Berlusconi non intendeva ricandidarsi premier, come sembrava invece da alcune sue dichiarazioni della mattina. "Dopo quello che è successo mi sento obbligato a restare in campo", aveva detto il Cavaliere. Lasciando tutti di stucco. Poi il chiarimento. "Confermo la mia decisione di non presentarmi a candidato premier". Le primarie ci saranno, ma senza di lui. Ma è l'unico posto, promette, nel quale non farà sentire il suo peso.