“L’Azienda Sanitaria Locale n.8 deve immediatamente provvedere ad assegnare al carcere di Buoncammino sette figure mediche specialistiche. La lentezza nelle procedure burocratiche si ripercuote pesantemente sui detenuti condizionando negativamente il diritto alla salute”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando che “la Casa Circondariale, in seguito al passaggio della medicina penitenziaria alla ASL, deve essere considerata a tutti gli effetti un presidio sanitario con le indispensabili figure professionali a garanzia dei cittadini privati della libertà che invece lamentano attualmente gravi carenze nel servizio”.
“Nella struttura detentiva – osserva Caligaris che con il segretario Gianni Massa ha effettuato una puntuale ricognizione delle risorse professionali presenti – sono assenti pneumologo, ortopedico, chirurgo, otorino, oculista, fisioterapista e neurologo. Non sono state infatti ancora rinnovate le precedenti convenzioni ormai scadute da alcune settimane. Così è garantita esclusivamente l’assistenza primaria con la presenza di almeno un medico in ogni settore della Casa Circondariale (Destro, Femminile e Alta Sicurezza, Sinistro e Centro Diagnostico Terapeutico). La graduatoria della Medicina dei servizi invece è in attesa di rivalutazione per l’assegnazione del monte orario attribuito ai professionisti”.
In particolare sono stati assegnati al settore destro, che comprende anche la sezione femminile e quella dell’Alta Sicurezza, i medici Claudio Lussu, con funzione di responsabile dell’attività del reparto, Marina Rocca, Andrea Garau e Paola Coda; in quello sinistro affiancano Aldo Casti (responsabile) i colleghi Dina Serra, Gianfranco Pili e Sebastiano Forteleoni. Nel Centro Diagnostico Terapeutico operano invece Luciano Fei (responsabile) con Paolo Trois. L’assessorato deve invece ancora chiarire il ruolo dei medici del Punto di Primo Intervento e assegnare alcune ore di un medico dimissionario. Svolge attualmente il ruolo di coordinatore il dott. Antonio Piras.
“Il passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia alle ASL – afferma ancora la presidente di SDR – risulta a Buoncammino, una realtà particolarmente complessa anche per l’alto livello di persone detenute, ancora problematico. I detenuti lamentano difficoltà a effettuare visite specialistiche esterne, a ottenere relazioni quando necessarie per inoltrare ai Magistrati competenti domande di detenzione domiciliare o differimento pena per motivi di salute e un blocco quasi totale della fisioterapia con conseguenze gravi sul processo degenerativo. Altro punto dolente è il ritardo nei ricoveri ospedalieri per interventi chirurgici. La carenza delle figure specialistiche comporta inoltre la necessità di accompagnare i detenuti nei diversi nosocomi cittadini con l’impiego delle scorte. Un’impresa quasi impossibile per l’inadeguato numero di Agenti penitenziari costretti a turni massacranti per garantire tutti i servizi. Ecco perché diventa indispensabile lo snellimento delle procedure burocratiche”. Com