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Mediaset prova ad intimorire gli uomini liberi nell’informazione.

"Se Berlusconi torna premier avrebbe il controllo di Mediaset, di gran parte della Rai, come i suoi predecessori, e con La7 controllerebbe tutta l'informazione in chiaro, forse e' un po' troppo". Lo ha affermato il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, in un editoriale nell'edizione del telegiornale di ieri sera.

"Questa tv è cresciuta proprio perché alternativa a Mediaset, lo sarebbe meno se ne facesse parte" ha aggiunto Mentana sottolineando che "poi c'è un piccolo problema che riguarderebbe il sottoscritto. Mediaset non è la Guantanamo dell'informazione, lo so". "Personalmente - ha detto ancora- tre anni e mezzo fa lasciai non per mia scelta, fu una rottura sulla libertà di informazione". Insomma, ha detto ancora Mentana, se Mediaset controllasse La7 "per coerenza e dignità mi dimetterei da questo tg".

"Certi Guelfi o Ghibellini vedono la mia presa di posizione come una sorta di tardiva riproposizione dell'antiberlusconismo. Ma c'è chi non ricorda, o non vuole ricordare, che un anno fa dissi più o meno la stessa cosa quando si parlò di un possibile interesse di Carlo De Benedetti. Dissi che la situazione migliore per La7, per la sua libertà, è un editore non 'sessuato' politicamente". Lo dice al Corriere della Sera Enrico Mentana, direttore del telegiornale di La7.

"Ho già fatto la mia parte di strada con Mediaset - sottolinea -. Un lungo periodo fatto anche di momenti esaltanti e di completa libertà di decidere ciò che volevo", ma "non siamo uomini per tutte le stagioni. Almeno non lo sono io. Non dimentico che sono arrivato qui a La7 dopo essere stato licenziato in tronco in una notte da Mediaset, e non ero l'ultima ruota del carro. Non serbo rancore. Ma ero diventato incompatibile con un progressivo andazzo di quell'azienda".

Per Mentana c'è anche "un nodo legato al mercato. Il successo de La7, e del nostro Tg, sta nell'impasse del duopolio Rai-Mediaset. In quel blocco che ha dimostrato la loro impossibilità di 'essere normali'. Cioè liberi e indipendenti".

Il giornalista ribadisce il suo 'no' all'ipotesi di assumere la direzione del Tg1: "Parliamo di una Rai che continua, nonostante i diversi nomi al comando, ad essere emanazione diretta del sistema dei partiti". Un intervento di Monti? "Non vedo quale ruolo abbia" in tutto questo. "Esistono le regole. Delle due, l'una. O le leggi attuali, e l'antitrust, permettono a Mediaset un possibile acquisto degli asset televisivi di Telecom. E Monti non c'entra. O non lo permettono. E Monti non c'entra".