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Operazione dei carabinieri della Compagnia di Bono coordinata dal Capitano Giampiero Lampis, un arresto e una denuncia in stato di libertà

Vasta e brillante operazione antidroga dei carabinieri della Compagnia di Bono che ha portato al sequestro di 1533 piante di marijuana.

Uno dei responsabili delle coltivazioni, si è appurato durante il sequestro delle piante, aveva creato un ingegnoso allarme con cui uno dei due allevatori pensava di tenere lontani curiosi e forze dell'ordine da una delle due piantagioni di stupefacenti individuate nelle campagne di Bono e Nula, due paesi del Goceano in provincia di Sassari.

Infatti, i militari della compagnia di Bono, guidati dal loro comandante Cap. Giampiero Lampis, in un caso sono riusciti ad arrestare il proprietario della piantagione, nell'altro hanno denunciato a piede libero il ‘il coltivatore indiretto’ che si è reso irreperibile. Invece, per ora, in manette è finito Antonino Bulla, allevatore di Bono, 56 anni, per coltivazione illegale di sostanze stupefacenti perché nelle campagne del suo paese, in località “Sa Monza”, i aveva messo a dimora 636 piante di marijuana ed ora sequestrate dagli investigatori dell’Arma. L'uomo, secondo quanto accertato dai militari della compagnia cc di Bono, aveva organizzato la piantagione come una vigna con i filari ordinati e le piante ben curate.

Nel corso della stessa operazione, durante la quale sono stati utilizzati anche i cacciatori di Sardegna e un elicottero dell'Arma, i carabinieri hanno scoperto una piantagione con 797 piante nelle campagne di Nule in località “Sa Mandra Noa”. Il proprietario del terreno, un allevatore di 41 anni, si è reso irreperibile. Per tenere lontane le forze dell'ordine l'uomo aveva allestito un ingegnoso sistema d'allarme costruito con una lenza sistemata a 40 centimetri dal suolo che se sfiorata attivava una ricetrasmittente che inviava un segnale al proprietario della piantagione. Un sistema simile, appunto, viene utilizzato in Afghanistan per innescare le mine antiuomo.