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Moody’s prova a affossarci, i Btp reggono: doppio declassamento dei titoli pubblici.

Repentina inversione di rotta dello spread. Dopo essere sceso sotto i 470 punti base sulla scia dell'asta del Tesoro, il differenziale di rendimento ha ripreso quota salendo di nuovo sopra i 480 punti (481), mentre il tasso sul decennale è in rialzo al 6,030%.

Netto calo dei rendimenti nell'asta di Btp a 3 anni. Il Tesoro ha venduto titoli con scadenza luglio 2015 per complessivi 3,5 miliardi, massimo ammontare prefissato e i tassi sono scesi al 4,65% dal 5,30% dell'analoga asta di giugno.

Doppio downgrade ai nostri titoli di Stato deciso da Moody's. Il downgrading riflette la maggiore probabilità di un ulteriore aumento netto dei costi di finanziamento d'Italia o la perdita di accesso al mercato grazie alla fiducia del mercato sempre più fragile e il rischio di contagio proveniente da Grecia e Spagna.

E come se non bastasse, "il clima politico per le elezioni nella prossima primavera, è anche fonte di rischi di aumento".

I nostri titoli gia al centro della tempesta sullo spread, passano così per la seconda più importante agenzia di rating da A3 a Baa2: a questo punto i nostri titoli sono solo due gradini sopra l'essere considerati titoli spazzatura. Per Moody's la ventilata crescita del 2% che ci consentirebbe di diminuire il nostro debito in queste condizioni diventa una chimera.

La Commissione europea formalmente "non fa commenti" sul declassamento di rating operato da Moody's sull'Italia, tuttavia "penso che ci si possa legittimamente porre delle domande sull'appropriatezza della tempistica (timing) di questo declassamento, e non è la prima volta che si pone questa questione", dice il portavoce del vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn, Simon O'Connor, durante il briefing di metà giornata a Bruxelles. Rehn è il responsabile di Affari economici, monetari e euro della Commissione.

O'Connor ha poi ricordato che secondo la Commissione europea l'Italia ha invece messo in campo un'ampia gamma di misure in di risanamento grado di riportare i conti del paese su un percorso sostenibile, assieme a riforme strutturali "significative".

"Adesso - ha concluso il portavoce - quello che conta è attuare quello che è stato deciso".

In Italia, la rabbia per il declassamento di Moody non conosce barriere. Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, "adesso basta con queste agenzie di rating private.

Facciamone una europea con la Bce". Da mesi, ha spiegato, si assiste "a una sfida tra le varie agenzie per mettere in cattiva luce l'Italia. Le conseguenze, purtroppo, ricadono pesantemente sulle nostre famiglie e le nostre imprese".

"Il giudizio di Moody's è totalmente ingiustificato - dice a Radio Radicale Matteo Colaninno, deputato e responsabile sviluppo economico del Pd - e non tiene conto del risanamento che l'Italia sta producendo sul proprio bilancio pubblico, in particolar modo sul disavanzo, non tiene conto delle riforme messe in campo in questi mesi, non tiene conto nemmeno della capacità e del potenziale di ripresa che l'Italia ha nel suo sistema di imprese e nella sua economia e quindi il mio giudizio sull'operato dell'agenzia di rating è molto severo".

"Ancora una volta dalle agenzie di rating arriva un attacco al nostro sistema democratico  -dichiara Maurizio Lupi, vice presidente della Camera - La decisione di Moody's e' incredibile e gravissima. Si tratta di una vera e propria ingerenza che nulla ha a che vedere con il reale stato di salute del sistema economico italiano".

Il giudizio dell'agenzia di rating Moody's sui titoli di Stato italiani è "del tutto ingiustificato e fuorviante perché non tiene conto del lavoro che questo Paese sta facendo", è invece l'opinione del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, espressa all'assemblea annuale dell'Ance a Roma.

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