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Le elezioni in Grecia, Samaras: è una vittoria per tutta l’Europa

La catastrofe per Atene e l'Europa sembra allontanarsi. La serata del voto più importante della recente storia ellenica è iniziata con un drammatico testa a testa tra destra e sinistra, ma gli exit poll, le proiezioni, e i primi risultati ufficiali che sono quasi al 40% del totale indicano ormai una vittoria dei conservatori pro-Euro di Nea Dimokratia. La formazione di Antonis Samaras, che stasera ha parlato di vittoria non solo per i greci ma "per tutta Europa", dovrebbe ottenere 127 seggi. Uniti ai 32 dei socialisti del Pasok, consentirebbero la formazione di un governo di coalizione delle forze che vogliono mantenere il Memorandum, pur ammorbidendolo.

Ma le sorprese non sono affatto da escludere. In serata infatti e' arrivata una parziale doccia fredda dal leader dei socialisti Evangelos Venezilos, che ha detto si' ad un governo di "corresponsabilita"', condizionandolo tuttavia alla partecipazione della sinistra radicale Syriza guidata da Alexis Tsipras, che ha gia' annunciato di non volerne sapere. Il Pasok rischia di guastare la festa, anche se alcuni analisti interpretano la mossa come un tatticismo per ottenere ministeri di peso al tavolo del negoziato con Samaras.

Nonostante il suo nuovo exploit elettorale Tsipras, che voleva cancellare il Memorandum e metter fine all'austerità, non ce l'ha fatta a intercettare a sufficienza il malessere dei greci, mentre si segnala il nuovo, inquietante successo dei neonazisti di Alba Dorata, che otterrebbero una percentuale del voto tra il 6 e il 7%, simile a quella del 6 maggio. Con poco il 40% dei voti scrutinati, Nea Dimokratia ottiene il 30,5% dei consensi, Syriza il 26, il Pasok il 12,87, Greci indipendenti il 7,421, Chrysi Avgi (Alba dorata, estrema destra) il 6,96, Sinistra democratica il 6,02, Kke (comunisti) il 4,42%. 

In una giornata di grande caldo, e senza particolari problemi (a parte le due granate rinvenute inesplose presso la sede del gruppo editoriale della tv Skai e del quotidiano Kathimerini a Faliro, sulla costa ateniese), quasi 10 milioni di greci sono andati alle urne con gli occhi del mondo puntati addosso, mentre le banche centrali internazionali preparavano piani d'emergenza per il possibile terremoto che da Atene si sarebbe propagato in tutta Europa e forse oltre. 

E i greci sembrano hanno scelto territori già conosciuti, con tutti i loro limiti, invece che avventurarsi in lande sconosciute. Se i risultati parziali si confermeranno, come pare ormai quasi sicuro, una coalizione tra socialisti e centrodestra avrebbe i numeri per governare.

Tuttavia, notano gli analisti anche dopo l'appello di Venizelos, sarà probabilmente necessario portare al governo anche la Sinistra democratica, conferendo a questa maggioranza - che rischia un alto tasso di litigiosità - almeno una solidità parlamentare tale da consentire le politiche di riforma drastica di cui il Paese ha bisogno. E questa sera anche la reazione del centrodestra punta in questa direzione, con il leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras che si e' detto convinto di poter formare al piu' presto un governo di salvezza nazionale, appellandosi a tutti i partiti pro-Euro.

Anche Dora Bakoyannis, ex ministro degli Esteri tornata a Nea Dimokratia, ha rivendicato la vittoria del suo partito e ha delineato lo scenario politico di domani: "Siamo il primo partito - ha detto - è venuta l'ora di formare un governo di unità nazionale per uscire dalla crisi". La vita politica greca si avvia a un'ennesima, complessa fase. Ma stasera, Atene e l'Europa possono tirare un sospiro di sollievo.