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Lavori del Consiglio Regionale Sardo su legge sulle province, in nottata prosegue a oltranza il dibattito

Dopo Uras ha preso la parola  Giulio Steri (Udc) che ha detto in premessa: “La volontà popolare espressa dal referendum deve essere attuata e lasciamo da parte ogni voce contraria. Il momento è delicato e siamo chiamati a un impegno straordinario per risolvere una situazione che, se non provvediamo oggi, provocherà un gravissimo danno alla Sardegna”. L’oratore ha proseguito così: “Noi siamo pagati per risolvere anche le situazioni complesse ma se anche il nostro partito a livello nazionale è contro le province il nostro spirito di responsabilità ci costringe a fare un passo indietro, per evitare un danno alla Sardegna. Non ho sentito da tutti parole che vanno nel senso di quel medesimo senso di responsabilità. Una soluzione è comunque quella di stabilire dei termini per riordinare tutte le autonomie locali. Noi siamo disposti a lavorare senza sosta per scrivere tutte le norme di legge”.

Per il Pdl ha preso la parola il capogruppo, Mario Diana, che ha detto: “Il Consiglio non si deve sentire espropriato, era indispensabile che si arrivasse a definire un testo che fosse il più condiviso possibile. Un piccolo passo ancora e avremmo licenziato un testo che poteva essere votato all’unanimità. La situazione è difficile, come anche gli esperti hanno evidenziato nei loro pareri. Nessuna delle nostre forze politiche si è schierato contro il referendum: in un modo o nell’altro tutti siamo stati coinvolti. Certo, nello sciogliere le Province si è sciolta anche la provincia storica di Oristano e mi viene difficile pensare che non ci sia più la mia provincia. Ma se così sarà, procederemo. Abbiamo steso un testo che è stato lungamente cambiato: siamo arrivati alla soluzione “meno peggio”, che è comunque una soluzione, espressione di grande coesione tra le forze politiche. Non è un elemento dirimente l’assenza del presidente Cappellacci: questa è una legge che è sfuggita alla Giunta, per una volontà della stessa Giunta che pure è impegnata, con l’assessore Rassu, a scrivere una legge definitiva per il sistema degli enti locali.  Bisognerà comunque studiare un meccanismo di rappresentanza dei territori, a cominciare dalla Gallura”.

Gianvalerio Sanna (Pd) ha detto: “Nell’89 Martinazzoli raccontò la metafora, buona che per oggi, secondo cui la nave è ormai in mano al cuoco di bordo e la radio trasmette non la rotta ma il menù del giorno.

Siamo in questa situazione anche perché il presidente della Regione non ha ponderato le conseguenze dello sviluppo della legittima iniziativa referendaria. Invece di commissariare le province il presidente dovrebbe commissariare se stesso. L’unica strada per rispondere ai referendum è fare le riforme ma voi ci siete arrivati soltanto per effetto del referendum, non per vostra volontà politica. La proroga non è un dato politico ma un vincolo giuridico e si può interrompere solo con una legge di riforma, dai caratteri generali e astratti e sulla base di presupposti non irragionevoli. Siamo sicuri che possiamo superare tutte e otto le province? Non è dato saperlo e dobbiamo invece saperlo, per non generare il panico tra i sardi”.

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore agli Enti locali, on. Nicola Rassu: “L’approvazione dei referendum ha portato l’Aula a consultarsi con i costituzionalisti, accelerando il processo di riforma che era già in atto e che è stato messo in discussione dal decreto Monti, incostituzionale. Ha causato grandi disagi ma ora tocca al Consiglio, senza primogeniture, approvare una legge con il coinvolgimento di tutti. Ma non è giusto dire che la Giunta è assente ma è certo che la Giunta non può e non deve fare da sola questa riforma. Lasciamo da parte l’attacco continuo e l’obiettivo di abbattere il nemico. Noi ci stiamo provando e il presidente Cappellacci lo fa sul serio. Nessuno sogna di violare la volontà referendaria ma nessuna riforma può essere fatta in pochi giorni. Dunque, la proroga è necessaria per poter preparare la riforma”.

La presidente Lombardo ha sospeso i lavori, su richiesta dell’on. Diana (Pd) e ha convocato una conferenza dei capigruppo.