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I sindaci della Val Susa ci riprovano: stop ai cantieri Tav

E' trascorsa senza incidenti e tensioni la seconda notte di protesta ai blocchi che gli attivisti del movimento No Tav stanno attuando da lunedi' mattina sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, all'altezza dello svincolo di Chianocco (Torino), e sulla strada statale 25 del Moncenisio, sempre nei pressi di Chianocco.

Nel corso della notte, non lontano dai punti dove è in corso la protesta, sono andate a fuoco tre automobili, una catasta di legna e il telone di un Tir. La natura degli incendi, tutti spenti dai Vigili del fuoco, e' da chiarire, ma i No Tav sostengono che si è trattato in alcuni casi di incidenti (un mortaretto che ha avviato le fiamme) o di gesti ai loro danni. 

I manifestanti che hanno trascorso la notte ai blocchi sono stati in tutto qualche centinaia; hanno acceso piccoli' falò per riscaldarsi e hanno scandito piu' volte lo slogan "Luca! Luca!" a sostegno di Luca Abbà, uno dei leader del Movimento No Tav, rimasto ferito lunedì mattina alla Maddalena di Chiomonte cadendo da un traliccio dell'alta tensione sul quale era salito per protestare contro l'ampliamento del cantiere della Tav. Le sue condizioni sono stabili anche se gravi a causa delle ustioni e dei traumi riportati. In tarda mattinata e' previsto un nuovo bollettino medico.

L'attenzione e' tutta puntata sull'incontro di mezzogiorno a Torino tra il prefetto Alberto Di Pace e i 23 sindaci No Tav della Comunita' montana Val Susa e Valsangone. I primi cittadini tornano a chiedere che si fermino i lavori e che si riapra un dialogo con il governo, viste le tensioni che perdurano in Valle.

Va tentato un nuovo confronto con Valdisusa, ma non con i violenti". Ad affermarlo è il leader della Cisl, Raffaele Bonanni su Twitter. Bonanni sottolinea inoltre che "occorre realizzare l'opera che aspettiamo da molti".

La Tav si deve realizzare: "non si può restare indietro. Le polemiche, oggi, sono strumentali", dice invece il Governatore del Piemonte Roberto Cota.

"Non possiamo più essere -ha aggiunto Cota- il Paese dove si parla sempre e non si fa mai niente. C'è rispetto per chi manifesta, ma c'è anche la determinazione di realizzare l'opera e la responsabilità di non mettere continuamente benzina sul fuoco. I contestatori vogliono conquistare le prime pagine dei giornali sperando di riuscire a bloccare un'opera decisa da anni".

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