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Antitrust: servono subito le liberalizzazioni per far ripartire l’economia

Servono subito vere liberalizzazioni, anche andando contro in modo diretto le corporazioni professionali che non vogliono sentire nulla sulle apertura delle professioni. Ma continuano ad arroccarsi sui privilegi e decidere loro quando e come un giovane laureato debba sfruttare (e non sempre gli riesce) la sua laurea. Un ingegnere, dopo essere dichiarato dottore in ingegneria non sa fare un progetto se l’ordine non lo consente. Un avvocato non è un dottore in leggi se l’ordine non lo afferma, un giornalistica non sa scrivere se l’ordine non glielo conferma consegnandoli la tessera professionale. E’ così tante altre professioni. E’ totalmente ingiusta questa situazione ed per questo che negli ordini molte volte vengono ammesse persone non competenti e laureate con il minimo dei voti perché hanno trovato il modo di passare l’esame, ed altre, magari laureate con il massimo dei voti e con gli esami tutti con 30, però se non passa l’esame vuol dire che non sono affatto brave e i suoi meriti scolastici non contano nulla. Come non contano nulla anche nei vari concorsi pubblici. Nessun punteggio in più per un giovane arrivato alla laurea con il massimo dei voti ed percorso di studi sempre al massimo. Niente, se non appartiene già a determinate casate famigliari. Quindi, sarebbe ora che questo sconcio finisca. Un laureato deve essere riconosciuto tale perché è laureato e non perché lo sostiene un ordine che in molti casi sono solo coacervi ci caste familiari e non di professionalità. E se ora, meglio tardi che mai (anche se certamente sarà dura far passare queste novità), appoggiare le decisioni che l’Antitrust vuole fare e cioè far ripartire al più presto la crescita economica liberalizzando il mercato del lavoro e delle professioni.

Dell'argomento - che naturalmente sta molto a cuore al Presidente del Consiglio, Mario Monti - si è occupata anche l'Antitrust che ha infatti inviato a governo e Parlamento i propri "consigli" che vanno dai servizi pubblici locali alle poste, dai trasporti alle banche e all'energia, fino alle professioni e alla semplificazione dell'attività amministrativa. Il tutto per rimuovere ogni ostacolo all'apertura dei mercati, per meglio promuovere la concorrenza, la competitività e la crescita del Paese. Un contributo - spiega l'Antitrust - offerto a Governo e Parlamento nel pieno rispetto della loro autonomia politica e costituzionale ma anche nella consapevolezza che in questa fase storica ci siano tutte le condizioni perché possa finalmente realizzarsi un "circolo virtuoso" tra Istituzioni rappresentative, forze politiche e Autorità indipendenti volto a conseguire l'interesse generale, superando gli egoismi di parte e le resistenze di quegli interessi consolidati che le politiche di liberalizzazione finiranno inevitabilmente per intaccare. L'Antitrust - che indica come strumento la legge annuale sulla concorrenza - ha la consapevolezza che per superare le numerose incrostazioni corporative e le resistenze dei grandi attori economici ad un'effettiva apertura del mercato, la politica di liberalizzazioni dovrà inevitabilmente essere una sorta di work in progress; ma l'urgenza della crisi richiede di non indugiare e di attuare gli interventi di immediata applicazione. Ugualmente non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni. Per questo l'Autorità invita le istituzioni della democrazia rappresentativa e le forze politiche ad accompagnare le misure di liberalizzazione con altri interventi diretti a garantire l'equità sociale e a  favorire, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di lavoro per i soggetti che a causa dei complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo.

Ecco alcuni interventi proposti dall'Antitrust settore per settore:

Servizi pubblici locali, liberalizzare e privatizzare - Per garantire che i principi di liberalizzazione recentemente approvati abbiano effettiva applicazione, occorre introdurre l'obbligo per gli enti locali di definire in via preliminare gli obblighi di servizio pubblico. Stabilito il perimetro, dovranno verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori del settore a gestire in concorrenza i servizi. Solo in caso di fallimento di questa procedura gli enti locali potranno mantenere la gestione in esclusiva affidata con gara a un privato, mentre l'affidamento in house (direttamente gestito dall'ente pubblico con una sua società) è consentito solo a fronte di un'analisi di mercato che ne dimostri in modo chiaro i benefici diretti. Occorre inoltre accelerare le scadenze degli affidamenti che non sono il frutto di un confronto competitivo, dando però all'ente locale la possibilità di evitare la scadenza anticipata attraverso l'immediato avvio di una procedura di cessione a privati con gara delle quote della società pubblica (totalitaria o mista). La procedura dovrà concludersi entro un termine ravvicinato, pena sanzioni per l'ente locale.

Carburanti, razionalizzare la rete e incentivare l'autonomia dei gestori

Per il settore dei carburanti l'Autorità propone una più incisiva razionalizzazione della rete distributiva con misure che favoriscano lo sviluppo di operatori indipendenti dalle compagnie petrolifere anche attraverso forme di aggregazione di piccoli operatori e/o di gestori di impianti. Per garantire l'assenza di ostacoli all'accesso a nuovi operatori non integrati verticalmente (pompe bianche e GDO), occorre vietare alle Regioni di inserire vincoli alla apertura degli impianti non previsti dalle norme nazionali e eliminare la norma che impedisce la realizzazione di impianti completamente automatizzati. Per sviluppare una rete distributiva maggiormente indipendente dalle compagnie petrolifere si dovrebbe consentire l'utilizzo, nei rapporti tra proprietari degli impianti e gestori, di tutte le tipologie contrattuali previste.

Energia elettrica e gas, aumentare la concorrenza a valle riducendo il gap informativo tra distributori e i venditori finali non integrati verticalmente - Per l'Autorità, con riferimento al settore del gas, impregiudicata la questione del processo di separazione verticale delle fasi in monopolio da quelle in concorrenza e di separazione proprietaria della rete di trasporto e delle infrastrutture di stoccaggio attualmente controllate dall'incumbent Eni, per l'Autorità occorre in tempi brevi ridurre il gap di informazione tra i distributori e venditori finali non integrati verticalmente con i distributori stessi, aumentando la concorrenza a valle. Per questo occorre introdurre specifici obblighi informativi e ampliando la quantità e la qualità dei dati da mettere a disposizione. l'Autorità ritiene inoltre necessario che in tempi brevi vengano adottate misure pro-concorrenziali relative ad agevolazioni per la costruzione di nuove infrastrutture di importazione di gas dall'ordinamento eliminando il vincolo della tipizzazione tramite accordi aziendali. Verrebbe così, da un lato, introdotta una piena autonomia del gestore rispetto al soggetto proprietario dell'impianto incentivando, ad esempio, forme di aggregazione di piccoli operatori nell'attività di approvvigionamento. Dall'altro, questo potrebbe consentire alle società petrolifere di rifornire anche punti vendita non appartenenti alla propria rete (rendendo possibile la nascita di impianti multimarca).

Servizi postali, ridefinire il servizio universale e scorporare banco posta - Nel settore postale e' necessario delimitare il perimetro del servizio universale limitandolo esclusivamente a quei servizi essenziali che l'utente non sarebbe altrimenti in grado di acquistare a titolo individuale, individuati dall'Autorità di regolazione preposta. Va inoltre ridotta la durata dell'affidamento del servizio stesso a poste (attualmente fissata a 15 anni). L'esenzione Iva non va inoltre applicata alle prestazioni di servizi postali le cui condizioni siano oggetto di negoziazione individuale. Quanto all'attività di Banco Posta, occorre prevedere la costituzione di una società separata da Poste Italiane, che abbia come oggetto sociale lo svolgimento dell'attività bancaria a pieno titolo e che risponda ai requisiti della normativa settoriale contenuta nel Testo unico bancario.

Secondo l'Antitrust è preferibile limitarsi a intervenire sulla metodologia di calcolo e sul livello delle commissioni interbancarie multilaterali, piuttosto che prevedere prezzi massimi o minimi delle commissioni applicate dalle banche agli esercenti. Va inoltre introdotto il divieto per la banca che stipula un mutuo o un finanziamento di vendere contemporaneamente una polizza collegata a quel contratto.

Sul fronte della Rc Auto occorre migliorare il meccanismo del risarcimento diretto, prevedendo soglie ai rimborsi ricevuti dalla compagnia del danneggiato modulati in funzione degli obiettivi di efficienza che devono essere raggiunti dalle compagnie. Dall'ambito della procedura di risarcimento diretto vanno comunque esclusi i danni alla persona.

Su taxi liberalizzazioni con licenze 'compensative' - Va incentivato l'aumento del numero delle licenze dei taxi, almeno nelle città dove l'offerta del servizio presenta le maggiori carenze, prevedendo adeguati meccanismi di "compensazione" per gli attuali titolari delle licenze. In particolare, al fine di rendere effettivamente praticabile la riforma, minimizzandone l'impatto, l'Autorità suggerisce di dare la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un'altra gratuitamente. La nuova licenza potrebbe essere venduta, recuperando la perdita di valore del titolo originario e, comunque, l'offerta del servizio di taxi registrerebbe un miglioramento significativo.

Farmaci, liberalizzare la fascia c, aumentare il numero delle farmacie - Sul fronte farmaceutico occorre liberalizzare la vendita dei farmaci con prescrizione medica ma a totale carico del paziente (i cosiddetti farmaci di fascia C) e rimuovere gli ostacoli all'apertura di nuove farmacie, aumentando la pianta organica delle stesse. Va ampliata la possibilità della multi-titolarità in capo a un unico titolare, aumentando il numero massimo da 4 a 8.

Giustizia civile, tutela 'civilistica' della concorrenza alle sezioni specializzate - L'Antitrust propone di affidare alle sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale, istituite presso i tribunali e le corti d'appello, la competenza in materia di azioni di nullità e di risarcimento del danno, nonché di ricorsi intesi ad ottenere i provvedimenti d'urgenza, anche inibitori, per la violazione di disposizioni contenute nella normativa Antitrust nazionale e comunitaria. L'obiettivo primario è concentrare tale competenza davanti a giudici specializzati nel settore.