Sarà una settimana ricca di appuntamenti per il Teatro Actores Alidos in tournée con i suoi spettacoli nel Lazio e in Campania, in concomitanza con la tournée di Vinicio Capossela a cui prendono parte alcune attrici-cantanti della Compagnia.
Dopo i concerti di Avellino e Catanzaro, la ciurma di Capossela (tra cui Valeria Pilia, Manuela Ragusa e Ambra Pintore) approderà al Teatro Bellini di Napoli il 15 e 16 Novembre.
E da Napoli partirà anche la tournée del TAA dove domani 15 Novembre alle ore 10.00 porterà in scena “I tre Porcellini” al teatro Il Piccolo, inserito nella Rassegna nazionale di Teatro e Pedagogia teatrale “Confini e Frontiere” promosso dalla Compagnia “Magazzini di Fine Millennio”; lo stesso spettacolo sarà poi in scena il 16 e 18 Novembre a Gaeta (LT) e il 20 Novembre al Teatro Bertolt Brecht di Formia (LT).
Il 17 Novembre il TAA sarà la volta di un altro spettacolo della Compagnia che circuita a livello internazionale: il concerto “Laras de coraddu” in scena al Teatro dei Calanchi di Lubriano (VT) alle ore 21.15 e il 19 Novembre al Teatro di Limosa di Spigno Saturnia (LT).
“Laras de coraddu”, con la regia di Gianfranco Angei, è affidato alla calda voce dell’interprete principale boghe sola Valeria Pilia (che è anche autrice di alcuni testi e di tutti gli arrangiamenti in chiave polifonica) che guida le altre quattro interpreti Manuela Sanna, Valeria Parisi, Manuela Ragusa e Marta Proietti Orzella, accompagnate dal polistrumentista Orlando Mascia, in canti tradizionali e di recente composizione con testi popolari e di alcuni dei poeti sardi più rappresentativi come Peppino Marotto, Paolo Pillonca, Peppino Mereu. Oltre a piccole e delicate atmosfere teatrali, “Laras” si arricchisce ulteriormente con la proiezione di antichi filmati di grande valore antropologico che documentano diversi aspetti della vita quotidiana di alcune località della Sardegna. Per antica tradizione le donne sarde ponevano nelle culle dei loro bimbi amuleti di corallo con lo scopo di allontanare gli influssi maligni e, loro stesse, con il canto auguravano loro la buona sorte. Come il corallo anche le loro labbra quindi, nel cantare la ninna nanna, scacciavano gli spiriti maligni; ma il canto delle donne accompagnava tutte le fasi della vita, dalla nascita alla morte: le donne cantavano per scacciare le paure, evocare amori travagliati, proteggere dalle malattie, celebrare riti religiosi, accompagnare i morti nel loro ultimo viaggio, ma anche divertire i bimbi e alleggerire il duro lavoro quotidiano con versi scherzosi o d’amore appassionato o, ancora, partecipare alle feste con esplosioni sonore e gioiose.“Labbra di corallo” perciò non vuole citare unicamente la bellezza femminile, ma soprattutto vuole evocare la funzione sciamanica che la voce della donna aveva nella vita sociale della Sardegna. Così come “Canti delle donne Sarde” anche questo secondo lavoro della Compagnia è stato ospitato in diversi Festival internazionali, non ultimo il Festival “MAI-diterranée del Théatre Toursky di Marsiglia e verrà presto prodotto un CD.
Ispirato a “I tre porcellini” di Charles Perrault, una delle fiabe più diffuse e amate nel mondo, lo spettacolo, al cui titolo viene emblematicamente aggiunto il sottotitolo “ovvero come salvarsi dal lupo e non solo”, racconta il difficile e faticoso cammino per diventare grandi, fino alla costruzione di una casa da “abitare” come raggiungimento della propria indipendenza al riparo dalle insidie della vita. Avvalendosi della riscrittura della regista Valeria Pilia, lo spettacolo offre un’opportunità di analizzare con serenità e ironia quelle ansie e paure proprie dei piccoli e di provare, se possibile, a sorriderci sopra. In questa nuova fiaba, oltre ai tre classici protagonisti (uno di loro è una porcellina) e all’immancabile lupo, entrano nuovi personaggi: una premurosa e un po’ asfissiante mamma maiala, un babbo maiale che prende la fuga per le troppe responsabilità e una papera “tata” tuttofare; tutti quanti alle prese con la difficile arte di destreggiarsi nella vita, litigando, cercando coalizioni, affrontando amori o delusioni e infine cooperando per uscire dai guai.
I tre protagonisti Dodo, Lollo e Fiffi, una volta cresciuti, salutano la mamma Maiala, per avventurarsi finalmente alla scoperta del mondo; ognuno porta con sé oggetti che definiscono la loro singolarità e che all’occorrenza si dimostreranno utili per affrontare questa grande avventura: ma saranno sufficienti a tenerli lontani dai guai e dai cattivi incontri?
Ricorderanno gli insegnamenti di Mamma Maiala? Cosa succederà quando Fiffi incontrerà il lupo Accio, gentile e seduttore? Riusciranno Dodo, Lollo e Fiffi a beffare questo lupo cattivo? Metteranno da parte i loro litigi per unire le loro idee e ingannare il lupo? Ma chi è veramente il Lupo? Chi di noi lo conosce davvero?
E il finale? Una sorpresa del tutto imprevedibile!
Ma non solo: questa fiaba, tra gli altri, ha anche lo scopo di parlare agli adulti, facendoli riflettere e permettere loro di riconoscersi nelle varie contraddizioni e nelle piccole violenze involontarie operate quotidianamente sui bambini. Com