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Interpellanza urgente del consigliere regionale sardista Efisio Planetta “sulla costituzione di parte civile della Regione Autonoma della Sardegna nel procedimento giudiziario relativo al disastro ambientale nell’area del Petrolchimico di Porto Torres

Il 16 dicembre prossimo si terrà davanti al Tribunale di Sassari la prima udienza del processo a carico di alcuni manager del gruppo Eni, accusati di “disastro ambientale e concorso continuato e consapevole in avvelenamento doloso di sostanze destinate all’alimentazione” per il gravissimo inquinamento dell’area industriale di Porto Torres. “A quel processo, ha sostenuto in una interpellanza urgente il consigliere regionale del PSD’Az on. Efisio Planetta, la Regione non può che essere presente come parte civile, per rappresentare e difendere gli interessi delle popolazioni di quei territori e di tutta la Sardegna. Dispiace che ancora non l’abbia fatto, a differenza della Provincia di Sassari e del Comune di Porto Torres, ma credo abbia l’obbligo morale e civile (oltre che giuridico) di adottare al più preso le determinazioni necessarie. I sardi non capirebbero, ed anzi sarebbero giustamente indignati, nel vedere la Regione, in quell’aula di giustizia, seduta idealmente fra il pubblico e non invece fra i banchi dei rappresentanti delle comunità locali.”

Sono anche convinto, ha proseguito Planetta, “che la Regione possa e debba fare qualcosa di più, impegnandosi da subito a destinare l’intero importo dell’eventuale risarcimento sia alle famiglie degli operai deceduti per tumore o ammalati a causa dell’inquinamento dei loro luoghi di lavoro, che alle bonifiche dei tanti siti purtroppo gravemente compromessi.”

Il territorio di Porto Torres e tutta la Sardegna, ha sottolineato ancora il consigliere regionale sardista, “hanno diritto ad avere giustizia ed a vedere riconosciute e sanzionate tutte le responsabilità, se dovessero emergere, di quanti hanno operato in violazione delle leggi dello Stato provocando in una superficie vastissima danni probabilmente irreparabili sotto il profilo ambientale, con conseguenze ancora in parte da valutare per ciò che concerne la salute delle persone, la flora e la fauna, e la catena alimentare. A proposito di giustizia, ritengo poi indispensabile che la Regione faccia una netta scelta di campo. Non ci si può confrontare in tribunale con la Syndial del gruppo Eni la mattina e poi, alla sera, sedersi allo stesso tavolo a parlare di bonifiche. Questa anomalia, che nasce da una delibera del 2 agosto scorso con cui la conferenza di servizi ha individuato proprio in Syndial l’unico interlocutore tecnico per l’esecuzione delle opere, va sanata al più presto.”

 

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