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Il Capo dello Stato a Cuneo si commuove parlando della Resistenza

Giorgio Napolitano ha lanciato oggi un forte richiamo alla sobrietà. A Cuneo per partecipare a un convegno sui 150 anni dell'Unità d'Italia, il Capo dello Stato ha sentito più volte dai relatori replicare la "volgarità" dell'attuale politica italiana.

Nel corso del suo intervento ha detto: "In questi giorni sembra quasi assurdo parlare di sobrietà e umiltà, ma non dobbiamo cessare di richiamare quelli che sono i valori migliori della nostra lunga storia".

Napolitano ha anche rivolto un invito alle forze politiche per un clima di autentica collaborazione. "L'unità e la concordia non vogliono dire assenza di divergenze e di confronto", ha spiegato riferendosi all'immediato dopoguerra, "ma contribuire ad uno straordinario sforzo collettivo" quale fu la ricostruzione. Quindi oggi occorre "abbandonare le cieche faziosità, le contrapposizioni tra le varie parti del Paese".

Anche i diritti devono misurarsi con la stagione attuale, con "i problemi duri di oggi" che comportano "non benefici ma sacrifici", ha detto Giorgio Napolitano a Cuneo. "In questa fase non si possono avere certezze ne posizioni acquisite. Ci sono diritti fondamentali acquisiti. Ce ne sono altri che, neppure essi, possono essere disgiunti dalle condizioni in cui furono acquisiti e dalle condizioni in cui oggi possono vivere, anche conoscendo dei mutamenti, una nuova stagione". 

Momenti di commozione al Teatro Toselli di Cuneo quando ha preso la parola don Aldo Benevelli, che il 25 aprile 1945, per un banale contrattempo si salvò all'ultimo dalla fucilazione. nel giorno della liberazione non fu così per 5 suoi compagni. E lui li ha ricordati con il groppo in gola, quando ha pronunciato la frase "morire ma non tradire" la frase che usavano dire i partigiani nella resistenza. Ancora: "L'odio ci uccise, ci fa rivivere l'amore, l'inno di noi Partigiani". Don Benevelli ha chiuso il suo intervento difendendo il 25 aprile e dicendo: "Noi fedeli nonni d'Italia saremo sempre al suo fianco signor presidente".

È toccato poi al presidente Napolitano raccogliere il testimone del discorso sulla Resistenza, tema su cui ha parlato con voce rotta. "Il capolavoro della Resistenza è stato di restituire agli italiani l'idea di nazione e l'amor di patria". E tornato sul tema dell'unità dell'integrazione, e si è commosso ancora quando ha ricordato davanti al sindaco di Torino, Piero Fassino, che il capoluogo piemontese negli anni '60 fu "un crogiuolo di unificazione reale tra uomini del nord e del sud"

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