L'integrazione tra l'uomo e la tecnologia per migliorare la medicina. Il nuovo sistema di “telemanipolazione” chirurgica presentato oggi a Villasimius, durante il convegno nazionale di otorinolaringoiatria organizzato da Giorgio Tore, responsabile della Struttura complessa di Otorinolaringoiatria e chirurgia Maxillo Facciale del Ss Trinità di Cagliari, dall'associazione otorini ospedalieri (Aooi) e dall'agenzia Kama, permette infatti di aumentare la velocità delle operazioni chirurgiche con una precisione altissima. A garantire l'affidabilità e l'efficacia del macchinario è stato anche il direttore scientifico del progetto, Michael Stark, presidente della Nesa, (New European Surgical Academy), l'ente che si occupa di una serie di progetti di ricerca per l'innovazione della chirurgia e dell'uso delle procedure usate negli interventi e che in pratica certifica la qualità degli interventi, a illustrare nel dettaglio il nuovo sistema di telemanipolazione chirurgica. «Il mio compito è quello di certificare il valore del nuovo sistema», ha detto, «e questo in base a tre punti: il primo la velocità dell'intervento grazie al cambio degli strumenti del macchinario semplificato grazie a un sistema di aggancio magnetico; la precisione di intervento e infine la sua sicurezza per il paziente».
Attraverso uno schermo e alcuni joystick il chirurgo può operare a centinaia di chilometri di distanza dal tavolo operatorio e può focalizzare i particolari semplicemente spostando gli occhi, o avvicinando la testa allo schermo. Il braccio robotico, comandato sempre dal medico (garantendo anche la sensibilità tattile al chirurgo durante l'arco dell'intero intervento) farà il resto. «La sperimentazione decennale del centro comune di ricerca, uno dei pochi che l'Ue ha aperto nei Paesi membri, in collaborazione con la casa farmaceutica Sofar», ha spiegato Emilio Ruiz, il capo dell'équipe internazionale, con sede in Italia, «ha portato a ridurre i tempi di un intervento chirurgico robotizzato equiparandoli a quelli della chirurgia laparoscopica. E anche i costi di gestione sono gli stessi: una vera rivoluzione che aumenta la qualità delle operazioni». Il macchinario sta ultimando il processo di certificazione dall'anno prossimo potrebbe arrivare negli ospedali italiani. Oggi il macchinario già in uso, di fabbricazione americana e basato su una tecnologia diversa, è diffuso soprattutto negli Stati Uniti, mentre in Italia (complici anche i costi elevati) se ne contano in tutto una cinquantina. Con il nuovo sistema i costi di acquisto ed esercizio saranno economicamente vantaggiosi.
«La sperimentazione arriverà si spera a Cagliari», ha spiegato Giorgio Tore, «e di questo ne siamo orgogliosi, ma il macchinario potrà essere usato anche in altri ambiti diversi dall'otorinolaringoiatria : dalla ginecologia all'urologia, sino alla chirurgia toracica e generale. È importante che la qualità cresca a garanzia del paziente e questo è un passo in questa direzione».
Il convegno ha anche permesso di approfondire tematiche importanti per la medicina come l'approfondimento sui tumori del cavo orale. Patologia in cui la Sardegna si segnala per un'altissima incidenza. Ma anche le terapie innovative in oncologia, come quella fotodinamica. Questa consiste in una nuova forma di trattamento non chirurgico che si applica a diversi tipi di tumore e a lesioni pretumorali. Il principio su cui si basa è quello di una reazione fotodinamica: un processo chimico attivato dalla luce che prevede l’assorbimento della luce da parte di una sostanza fotosensibile e la successiva formazione di ossigeno, in grado di distruggere la cellula nella quale si sono formati. Altra novità annunciata è l'elettrochemioterapia, un macchinario già usato a Cagliari per il tumore alla mammella che ora sarà usato in anteprima (e a breve) anche per le patologie oncologiche che interessano testa e collo.