Le difficili condizioni dei sardi detenuti negli ospedali psichiatrici giudiziari fuori dall’Isola sono al centro di un’interrogazione che il consigliere del Pd Marco Espa, insieme ai colleghi Francesca Barracciu e Mario Bruno, hanno presentato all’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci e al presidente Ugo Cappellacci.
Nel documento si sottolineano le condizioni di degrado e disumanità accertate dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema sanitario nazionale e si ripercorrono le tappe che hanno portato al definitivo trasferimento delle competenze sulla Sanità penitenziaria al Servizio sanitario regionale che nell’Isola non ha ancora avuto attuazione.
“Sulla base di dati diffusi nel corso di eventi pubblici – scrivono i presentatori – i sardi reclusi in ospedali psichiatrici giudiziari sono 33, tra questi due donne”. Per questi e per le loro famiglie le difficoltà date dalla lontananza dai luoghi di vita e dagli affetti comporta un ulteriore ostacolo nel percorso sanitario e sociale.
Per i consiglieri dei Democratici è urgente che si attui il coinvolgimento delle realtà operative sociali e sanitarie territoriali, vera alternativa umanizzante alla reclusione negli ospedali psichiatrici giudiziari, “mentre su questo l’attività dell’attuale Giunta regionale è improntata a una colpevole assenza di governo nel settore”. I consiglieri, chiedono all’assessore e al presidente della Giunta di conoscere nel dettaglio la situazione dei detenuti sardi negli ospedali psichiatrici giudiziari e in particolare il loro numero, le tipologie di provvedimenti restrittivi a cui sono sottoposti, i flussi di ingresso/uscita tra inserimenti familiari, percorsi sociali e decessi e lo stato delle condizioni igienico-sanitarie e umane dei detenuti. Espa, Barracciu e Bruno chiedono inoltre di conoscere quali azioni siano state messe in campo per l’attuazione del concreto e definitivo trasferimento alla Regione della sanità penitenziaria, nello specifico della salute mentale, a partire da tempi e risorse, oltre ai programmi e interventi adottati per la tutela della salute mentale in carcere. Red