Lavitola: "Senta dottore, vabbè io mò sono fuori...a sto punto...". Berlusconi: "e resta li' e vediamo un po'...uhm...". E' un passaggio della telefonata intercorsa il 24 agosto scorso tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il giornalista Valter Lavitola, il cui contenuto fu anticipato nei giorni scorsi dall'Espresso.
La conversazione avviene dopo che erano trapelate notizie sull'inchiesta a carico di Gianpaolo Tarantini e dello stesso Lavitola sulla presunta estorsione al premier, e prima che venissero eseguite le misure cautelari. Ora la trascrizione di quella telefonata è stata depositata dai pubblici ministeri. È Lavitola a chiamare il presidente del Consiglio intorno alle 21.
Così prosegue la telefonata.
Lavitola: senta, io sto in Bulgaria, sto a Sofia con un telefono di qua, se intercettano pure questo e'...che cazzo ne so..
Berlusconi: hai visto che avevo ragione io? dimmi
Lavitola: eh, sì, purtroppo sì, non lo so...io ho visto
pure la sua dichiarazione, che lei ha aiutato questo ragazzo e
così come...
Berlusconi: non non facevo riferimento, tuttavia le cose
che ho successivamente letto...che non esistono quindi sono...
(...) sono tutte cose che non esistono e su cui io scagionerò
naturalmente tutti
Lavitola: è per questo voglio di, quello tutto na'...cioè
voglio di..questo è parto di pura fantasia, perché
oltretutto...
Berlusconi: si, io non so quali sono le vostre affermazioni
tra di voi che non conosco...
Lavitola: ma non credo che ci sia nessun tipo di affermazione
Berlusconi: ecco, comunque, insomma io non non...quando posso
aiuto, quando non posso non aiuto e quando aiuto sono contento
di poter aiutare...tutto qui
Lavitola: senza... senza ombra di dubbio...senta dottore.
e...e...vabbe' io mo sono fuori...a sto punto...
Berlusconi....e resta li'...e vediamo un po'..uhm...
Lavitola: dopodiche' proviamo a trovare il modo per
contattarci...
Berlusconi: va bene
Lavitola: cerchiamo di non abbandona' a questo qua...
Berlusconi: certamente...certamente...d'accordo eh?
Lavitola: un bacione, dottore
Berlusconi: bene, buone vacanze
Lavitola: pure a lei grazie
Berlusconi: ciao.
Segretaria premier: 'prelevai 10 mila euro dalla cassaforte privata...'
Lavitola le parlò di foto "in modo sibillino", lei riferì la circostanza al presidente del Consiglio che "capi' subito" e le disse di prelevare 10mila euro dalla sua cassaforte privata. Lo ha spiegato la segretaria del premier Marinella Brambilla interrogata in qualità di testimone dai Pm di Napoli che indagano sul presunto ricatto a Berlusconi.
Alla Brambilla vengono poste domande sul fatto che Lavitola spesso nelle telefonate faceva riferimento a foto. "Devo dire - risponde - che io effettivamente ho fatto avere anche delle foto del presidente Berlusconi a Lavitola. Si tratta di due tipi di foto che conservo presso le mie segreterie di Palazzo Grazioli e di Villa San Martino di Arcore. Qui ci sono diversi pacchi di quelle foto del presidente Berlusconi già stampate, alcune con dedica generica e altre invece in bianco che il presidente di volta in volta dedica ai nominativi che noi della segreteria gli indichiamo su post it". "In una prima circostanza lasciai effettivamente foto che Lavitola mandò a ritirare in portineria di Palazzo Grazioli"., aggiunge la Brambilla.
"Successivamente - prosegue - mi resi conto che Lavitola parlava per telefono di foto in modo sibillino. In questa occasione quando cioè mi resi conto che Lavitola parlava di foto in modo strano, presi tempo e riferii della conversazione al presidente Berlusconi. Dissi cioè a Berlusconi che Lavitola voleva delle 'foto' parlando di foto in modo strano, come se volesse alludere a qualcosa d'altro. Il presidente allora capì subito e mi disse di prelevare 10mila euro dalla sua cassa privata (una piccola cassaforte dove custodisce il contante) e di suddividere la somma in due buste da 5mila euro. Mi disse che si trattava di somme destinate a Tarantini e sua moglie, richieste per loro conto da Lavitola". La Brambilla aggiunge di aver consegnato le buste all'incaricato di Lavitola. "Nell'autorizzarmi a prelevare questi soldi il presidente Berlusconi mi disse che si trattava di un prestito".