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Tirrenia – Assessore Solinas: “La Regione siede da protagonista al tavolo di contrattazione col governo”.

L'assessore regionale dei Trasporti, Christian Solinas, in apertura della conferenza stampa simbolicamente voluta nella sala del terminal Crociere dell’Autorità Portuale di Cagliari, ha dichiarato: "E’ necessario mettere un punto di chiarezza sulla vicenda Tirrenia, soprattutto alla vigilia di una settimana fondamentale che vedrà impegnata la Regione in una storica partita col Governo e con gli armatori privati".

"La m/n Scorpio, varata nel Cantiere di Riva Trigoso il 17 marzo 1999, è costata 55 mln di euro e fa il paio con le tre sorelle Aries, Taurus e Capricorn per un esborso complessivo di 220.000.000 euro. Con il Decreto Legge 5 agosto 2010, n. 125 convertito in legge primo ottobre 2010, n. 163, lo Stato ha autorizzato Tirrenia a venderle separatamente dal resto del ramo d’azienda e qualche giorno fa sono state cedute per una cifra prossima al milione di euro come navi in disarmo. Con quella stessa norma la Camera e il Senato della Repubblica – denuncia l’Assessore – hanno fatto salvi gli schemi di convenzione adottati dal Mit e dal Mef da sottoscriversi con gli aggiudicatari dei compendi aziendali Tirrenia e Siremar".

"Contro tutto questo, finalmente e dopo decenni di sole rivendicazioni verbali, questo Assessore e questa Giunta hanno intrapreso una battaglia senza precedenti – ha proseguito Solinas - Dal primo marzo 2011, l’attivazione della Flotta Sarda, la denuncia del cartello armatoriale, il blocco della procedura di dismissione di Tirrenia senza il coinvolgimento della Regione rappresentano fatti oggettivi difficilmente controvertibili. Tutto il resto non mi appassiona. Oggi la Regione siede da protagonista sul tavolo della contrattazione col Governo, con la Tirrenia e con gli armatori privati, come mai prima d’ora era accaduto. E ci presentiamo con l’idea di stabilire un nuovo punto di equilibrio tra pubblico e privato nel cabotaggio marittimo sulle rotte da e per la Sardegna, restituendo ai sardi il governo dei propri mari. E perché no, dopo decenni di soprusi ed angherie da parte della Tirrenia statale – che faceva cassa sulle spalle di noi isolani per restituire benessere e ricchezza in Campania e Liguria, per sperperare con spregiudicati acquisti come le navi veloci ed offrire servizi di infima qualità – pensiamo che il nostro Popolo possa pure meritare la soddisfazione di comprarsela questa Tirrenia e scrivere finalmente da sé cosa e come debba essere il proprio diritto alla mobilità".

"Abbiamo una piattaforma di rivendicazioni alle quali non intendiamo rinunciare – ha detto poi l’Assessore – e senza le quali nessun accordo potrà essere firmato. Tra queste la pari dignità tra gli azionisti della futura Società è il presupposto irrinunciabile come il riconoscimento di diritti amministrativi speciali al socio pubblico, consistenti nel voto determinante sull’attivazione delle rotte da e per la Sardegna, sulla frequenza delle stesse, sulla qualità delle navi in linea e sulla relativa politica tariffaria. Vogliamo che la nuova Tirrenia diventi la Flotta Sarda, esportando su di essa gli standards qualitativi e la filosofia della Scintu e della Dimonios. Per fare questo abbiamo anche chiesto fin dal 13 luglio u.s. in un apposito tavolo tecnico presso il MIT non solo che tutto lo schema di Convenzione sia interamente riscritto con il pieno coinvolgimento della Regione, adeguandolo alle esigenze dei passeggeri e degli autotrasportatori sul traffico delle merci, al quale devono essere riservate – in una situazione di crisi, quale quella che attraversa il comparto – condizioni nettamente migliori, ma che la competenza stessa sulla redazione delle convenzioni e sulla vigilanza passi interamente alla Regione".

"Se la via del dialogo non dovesse poi trovare esito positivo – ha concluso l’Assessore – siamo pronti a tutelare le ragioni e i diritti dei Sardi in tutte le sedi. Abbiamo già deliberato il 5 maggio 2011 il ricorso ad eventuali azioni giurisdizionali a tutela degli interessi della Sardegna in materia di continuità territoriale marittima, perché riteniamo che sia l’Art. 14, comma 2, dello Statuto Sardo sia il D.P.R. 378/79 imponevano allo Stato fin da principio un coinvolgimento diretto della Regione nell’adozione di tutti gli atti relativi al processo di privatizzazione, all’imposizione degli oneri di sevizio pubblico, alla definizione delle tariffe e degli schemi di convenzione, ma su questo negli anni passati e prima che noi aprissimo con forza questa vertenza nessuno si è mai stracciato le vesti". Red.

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