Da oggi il Pdl avrà un nuovo inizio. Si riparte dopo la sconfitta delle amministrative, puntando a riconquistare il centro.
Questa la linea dettata da Silvio Berlusconi al consiglio nazionale del Pdl dove sedevano tanti bravi scolaretti e dove nessuno ha osato dissentire, mormorare o quanto meno ripetere quello che tutti hanno sentito in questi giorni fuori dal contesto di oggi. E il dipendente, quasi ex ministro della Giustizia Alfano, passato a primo dipendente del premier con la carica (o la caricatura) di segretario politico dove prima non era assolutamente contemplata da nessuno. Ma questa nuovo figura è uscita dal cilindro del premier dopo la batosta elettorale di poco tempo fa per cercare di risollevare le sorti del della sua creatura-quasi partito. Ma diventato perché gestito come una sua azienda e dove nessuno (come in Bielorussia) osa alzare il dito contro il loro ad, pena, l’espulsione come è successo a Fini e a quelli che lo hanno seguito. Quindi, dicevamo, tutti zitti e pronti al cenno, come in tv, del direttore dei lavori, ad applaudire e compiacere il loro datore di lavoro.
Il premier prima di passare la parola ad Angelino, ha detto ancora: "In quest'ultimo anno siamo stati distratti dalla diaspora" di Fini e "oggi abbiamo messo tutto alle spalle e dobbiamo ripartire per consolidarci al centro e sul territorio".
Per Berlusconi "il voto delle amministrative deve incoraggiarci a un nuovo inizio, un nuovo slancio e una nuova organizzazione".
Il Pdl è al 30 per cento ma ora - ha sottolineato il premier - deve fare "una cosa semplice, riconquistare i nostri elettori", alcuni dei quali ora indecisi. Ma "Nessuno è passato ad un'altra formazione politica".
Angelino Alfano eletto segretario Angelino Alfano è ufficialmente il primo segretario politico nazionale del Pdl.
E' stato eletto per alzata di mano, dopo che l'assemblea del consiglio nazionale aveva votato la modifica all'articolo 16 dello statuto, con un solo voto contrario.
"Quando viene promulgata una legge che non piace a Magistratura democratica e ai suoi pm questa viene impugnata e mandata alla Corte Costituzionale composta a maggioranza da giudici di sinistra e su insistenza e pressione di questi giudici viene abrogata una legge che era stata discussa e votata dal Parlamento, ho spiegato questo ad alcuni cittadini che mi hanno detto che allora e' inutile andare a votare". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso del Consiglio nazionale del Pdl.