Una situazione non più sostenibile, con un rapporto subalterno che non vogliono più accettare, a cui sono stati relegati dall’Autorità portuale di Cagliari, accusata di „miopia politica e cattiva gestione economica“. E‘ la denuncia dell’associazione Armatori Motopescherecci Sardi, che quest’oggi in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Regio ha puntato il dito sulla cattiva organizzazione degli ormeggi nel Porto di Cagliari, una problematica che si protrae dal lontano 2008 e che il presidente delll’Autorità portuale pare non volere risolvere in maniera soddisfacente.
“L’ultima interlocuzione con l’Autorità portuale risale all’agosto del 2010 – ha dichiarato Renato Murgia, presidente dell’associazione – mentre più di recente è arrivato il Piano regolatore del Porto, che ha stabilito in località Perdixedda (vicino al Mercato ittico all’ingrosso) il futuro e definitivo ormeggio dei motopescherecci. Una soluzione, questa, che potrebbe anche andare bene, ma che sarà realizzabile tra non meno di 10 anni: peccato però che gli armatori dei motopescherecci non possano attendere per così tanto tempo, la situazione oggi è al collasso e i pescatori devono fare quotidianamente i conti con ogni sorta di problemi, da quelli di ormeggio in sicurezza a quelli sanitari, dall’approviggionamento idrico alle operazioni di carico e scarico, per non parlare del rifornimento di carburante, praticamente erogato in un regime di monopolio perchè l’Autorità portuale non indice l’appalto per l’apertura di altri punti di rifornimento“.
L’assessore alle attività produttive della Provincia di Cagliari, Piero Comandini, ha detto che “non è la prima volta che l’amministrazione provinciale manifesta sostegno e solidarietà alle rivendicazioni degli operatori della pesca di Cagliari: non è infatti più accettabile il ruolo marginale riservato agli armatori dei motopescherecci, che devono essere diversamente messi nelle condizioni di poter lavorare con serenità“. “Pare quasi – ha aggiunto Comandini – che quando si parla di pescatori si dica di gente che disturba, di una categoria da tenere lontana, come i pastori e gli agricoltori: le 50 imbarcazioni dei pescatori hanno il diritto di stare nel porto di Cagliari e non come ospiti”.
“Capiamo che il presidente dell’Autorità portuale sia più interessato a fare l’operatore turistico e l’agente di viaggi, però è ora che cominci ad occuparsi dei problemi veri del porto”, ha concluso l’assessore provinciale.
Vittorina Baire, delegata del presidente Graziano Milia nel Comitato portuale di Cagliari, ha confermato il giudizio negativo sull’operato dell’Autorità portuale di Cagliari ed ha ricordato che “non per caso tutti gli operatori del porto si sono astenuti di recente dall’approvare il bilancio consuntivo dell’Autorità, operatori che, anche loro, lamentano l’insufficiente organizzazione del porto cagliaritano. Il problema è che nel Tavolo tecnico dell’Autorità portuale, quello che rilascia le concessioni, non sono rappresentati – neanche come osservatori – gli armatori dei motopescherecci, una situazione che occorre risolvere al più presto”.
“Bisogna bloccare le concessioni in attesa della definizione di un urgente, per quanto provvisorio, nuovo Piano degli ormeggi – ha aggiunto detto Renato Murgia in rappresentanza degli armatori dei motopescherecci – quello attualmente in essere, oltre che datato non è più sostenibile, non viene rispettato, anzi, viene costantemente modificato, giorno per giorno, mettendoci in gravi difficoltà”. “I pescatori di Cagliari – ha concluso Murgia – sono la categoria di lavoratori che rappresenta ancora oggi la vera e concreta economia del porto, un porto che sta lentamente morendo: non possiamo più accettare di ormeggiare in maniera così episodica e frazionata, senza servizi, senza neppure illuminazione pubblica, chi al molo S.Agostino, chi a quello Sabaudo, chi a Bonaria e chi a S.Elmo, una situazione tragica che va risolta immediatamente”. Red-com