Tragedia sfiorata all'alba al largo di Lampedusa. Intorno alle 04:10, un barcone con circa 500 migranti subsahariani proveniente dalla Libia si è infranto su scogli appena davanti al porto. Tutti salvi grazie alla prontezza dei soccorritori, ma si sono vissuti momenti di altissima tensione nell'isola siciliana (dove tra l'altro nella notte sono arrivati circa mille persone senza documenti).
Sulla barca erano riusciti a salire tre finanzieri, hanno raccontato fonti del Comando Generale della Guardia di Finanza, che hanno cercato di dirigere l'imbarcazione verso l'imboccatura del porto quando il timone si è improvvisamente rotto impedendogli di virare verso sinistra. A causa dell'avaria, il barcone si è dunque incagliato sugli scogli e, quel punto, molti degli occupanti, in preda al panico, si sono lanciati in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto le coste.
A decine, i soccorritori si sono buttati in mare (finanzieri, uomini della capitaneria, carabinieri, poliziotti, volontari, i pescatori di Lampedusa) e si è fermata una catena umana per portare in salvo le persone. Le operazioni di soccorso erano complicate dalla risacca, le motovedette in mare non si potevano avvicinare a causa del basso fondale. Alla fine tutti sono stati tratti in salvo, anche se alcuni degli immigranti (tra cui molte donne, alcune incinte, e bambini) hanno riportato lievi ferite (contusioni o lacerazioni da sfregamento).
Poco prima, sempre durante la notte, era riuscita ad arrivare a Lampedusa un'altra imbarcazione, anch'essa in arrivo dalla Libia, con circa 800 migranti a bordo (tra i quali 138 donne e 12 bambini), che si sommano ai 1.900 arrivati dal nord dell'Africa a Lampedusa, a partire da giovedì. Tra l'altro venerdì, un'imbarcazione stracarica, con piu' di 600 migranti a bordo, è naufragata dinanzi alle coste libiche, poco dopo esser salpata (a bordo, donne e anche neonati). L'Unhcr (l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati) ha accusato il regime libico di organizzare i barconi per esercitare una pressione migratoria sui Paesi di arrivo". "Sono persone mandate a morire", ha detto la portavoce dell'agenzia Onu, Laura Boldrini.